About women: 5 “frasi-tipo” che non ci meriteremmo di sentire

In Italia essere una donna non è affatto un compito facile, soprattutto quando si ha l’intenzione di uscire di casa (o ritornarci) dopo le 22, indenni da aggressioni, violenze, stupri e fraintendimenti…

Ogni donna italiana si sarà sentita dire almeno una volta nella vita, di solito alla sera, prima di uscire, frasi come: “ma dove vai vestita così”, “non tornare tardi”, “non tornare da sola”, “non bere troppo” e “attenta a con chi parli, non dare retta agli sconosciuti”.

Sembra quasi esserci un “codice”, non dichiarato apertamente, di comportamento che ogni ragazza/donna italiana deve imparare a rispettare prima di uscire di casa, soprattutto dopo un certo orario, che di solito coincide con il momento del calare del sole. I recenti avvenimenti di cronaca lo dimostrano, si basti pensare all’episodio avvenuto sul treno Milano-Varese in data 3 dicembre 2021: due ragazze, sui vent’anni, prendono un treno, l’orario, oltre le 22, è “troppo rischioso” per salire da sole su un mezzo pubblico (tecnicamente sottoposto a sorveglianza), due uomini si avvicinano, una delle ragazze riesce a scappare, l’altra subisce pugni, violenza fisica e sessuale. Sarebbe accaduto lo stesso se avessero viaggiato di giorno, su un vagone più affollato, in presenza di altre persone? Probabilmente no.

Ciò a cui si assiste in Italia è un fenomeno sociale e culturale che costringe le abitudini femminili entro una rosa di regole che, se valicata, sembra ammettere ogni genere di barbaro comportamento e giustificare frasi come “te la sei andata a cercare”. L’esempio classico è quello dell’abbigliamento: gonne troppo corte, magliette troppo scollate, abiti troppo aderenti spesso vengono interpretati come un atteggiarsi “da poco di buono” e un facile concedersi. Spesso con malevolo pensiero verrebbe da pensare che una donna con indumenti succinti, magari ferma al lato del marciapiede oltre la mezzanotte, sia una prostituta.

Eppure potrebbe solo stare aspettando un passaggio per tornare a casa, ma sembra strano che dopo quell’ora, dopo una “certa ora” sia così, perché dopo una certa ora solo un certo tipo di donne esce di casa con un certo tipo di indumenti e con certe intenzioni, non vi pare? Un altro esempio frequente è il “non tornare a casa tardi”, come se dopo una certa ora come nei peggiori film dell’orrore spuntassero mostri e maniaci, e spesso pare essere proprio così, perché una ragazza deve stare attenta a uscire “da sola” oltre a un certo orario dal momento che “non si sa chi potrebbe incontrare”. Accade a Cinisello Balsamo il 6 aprile 2021, una diciannovenne scende dal bus per tornare a casa, è buio e “tardi”, l’aggressore la segue, la getta a terra colpendola con la cintura, le toglie pantaloni e slip. E’ stata una donna affacciata dal balcone a chiamare i soccorsi e a intervenire prima che si consumasse l’ennesimo caso di stupro in Italia, oltre 652mila secondo quanto rilevato da fonti Istat.

Altri due “grandi classici” sono “l’attenta alle persone cui dai confidenza” e il “non bere”, perché lo stato di incoscienza ti sottoporrebbe al rischio di essere abusata. Succede a Mantova il 22 settembre 2021, a 15 anni, una giovane viene abusata da un coetaneo in un locale, che ha pensato bene di poter “approfittare” dello stato di ebrezza e incoscienza della ragazza, certamente non consenziente.

INAMMISSIBILE

La casistica comprende un numero elevatissimo di esempi, di cui quelli riportati sono solo la punta dell’iceberg. Casi per giunta, tutti avvenuti nel corso del 2021, che evidenziano come il problema sia significativo e attuale. Alla proposta a seguito dell’episodio avvenuto sul treno Varese-Milano di cabine e vagoni solo per donne, sarebbe opportuno chiedersi, se sia normale in un paese democratico, tecnicamente civilizzato e istruito, oltre che sorvegliato da forze dell’ordine, imporre certo tipo di precauzioni (e limitazioni) verso le donne. Come può essere ammissibile che certe consuetudini comportamentali, dal tornare a casa, all’usufruire di alcolici, all’avvalersi di mezzi pubblici per tutto l’arco dell’orario di servizio, abitudini NORMALI, possa sottoporle, in quanto donne, a un alto rischio di stupro.

Sarebbe semmai opportuno chiedersi come intervenire su controlli di sicurezza ed educazione nelle scuole, nelle famiglie, nel lavoro, grazie ai mezzi di comunicazione e alla gravità delle condanne inflitte, per apportare concreti cambiamenti.
L’uscire di casa, come donna, a ogni ora del giorno è un diritto, e creare le condizioni per farlo in sicurezza e in libertà un dovere.

Fonti:
Corriere.it
IlGiorno.it
MilanoToday
Istat

Martina Tamengo

U. Eco una volta disse che leggere, è come aver vissuto cinquemila anni, un’immortalità all’indietro di tutti i personaggi nei quali ci si è imbattuti.

Scrivere per me è restituzione, condivisione di sè e riflessione sulla realtà. Io mi chiamo Martina e sono una studentessa di Lettere Moderne.

Leggo animata dal desiderio di poter riconoscere una parte di me, in tempi e luoghi che mi sono distanti. Scrivo mossa dalla fiducia nella possibilità di condividere temi, che servano da spunto di riflessione poiché trovo nella capacità di pensiero dell’uomo, un dono inestimabile che non varrebbe la pena sprecare.