La moto: una storia lunga 154 anni

La moto: una storia lunga 154 anni

La moto: una storia lunga 152 anni

152 anni fa, in Francia, viene brevettata per la prima volta un veicolo a motore a due ruote. Era il 16 marzo 1869 e il suo inventore, Louis-Guillaume Perreaux, un giovane e brillante ingegnere francese, dà alla luce il suo Vélocipede à Grande Vitesse.

Vélocipede à Grande Vitesse

152 anni fa, in Francia, viene brevettata per la prima volta un veicolo a motore a due ruote. Era il 16 marzo 1869 e il suo inventore, Louis-Guillaume Perreaux, un giovane e brillante ingegnere francese, dà alla luce il suo Vélocipede à Grande Vitesse.

Il primo prototipo di motociclo ha poco a che fare con i veicoli che oggi indichiamo con questo nome e, probabilmente, la sua vista ci lascerebbe abbastanza perplessi. Aveva due ruote e un manubrio, questo sì, e anche la sella era presente ma le similitudini non vanno molto oltre. Il motore a scoppio era stato inventato da pochi anni e gli ci sarebbero voluti ancora 16 anni prima di fare la sua apparizione su un veicolo a due ruote: la propulsione era affidata quindi a un motore monocilindrico a vapore. Le parti strutturali della ciclistica come telaio e cerchi erano rudimentali e molto probabilmente in legno. Le ruote erano prive di pneumatici che sarebbero stati perfezionati solo 19 anni dopo da un certo John Boyd Dunlop.

L’evoluzione

Con l’avvento del futurismo agli inizi del novecento il mito della velocità si lega indissolubilmente a questi mezzi a motore, che entrano nell’immaginario comune come emblema dell’incessante  sviluppo tecnologico che contraddistinguerà i tempi a venire. La moto diventa il simbolo per eccellenza della fusione tra uomo e macchina, estensione corporale di un essere umano proiettato verso l’uso sempre più profondo e intimo della tecnologia. Nonostante questo i motocicli erano ancora visti, ma soprattutto utilizzati, come mezzi prettamente utilitari, impiegati per recarsi a lavoro e svolgere le commissioni quotidiane. Fino alla metà del secolo scorso la maggior parte dei produttori risiedeva nel vecchio continente: Italia e Germania erano tra i paesi più importanti in questa attività.

Negli anni sessanta nelle famiglie occidentali si fa largo una nuova protagonista: l’automobile. Per ragioni strutturali (protezione e capacità di carico) unite all’aumentata disponibilità economica del ceto medio questo veicolo diventa il nuovo mezzo adibito alla mobilità popolare. È in questo momento che la moto subisce la trasformazione che la conduce a indossare le vesti che porta oggi. Sono le industrie giapponesi a rivelarsi  in grado di dare un nuovo volto e un nuovo modello produttivo al mondo delle due ruote. Da un lato reinventano la motocicletta come oggetto dall’animo sportivo e legato allo svago e ai viaggi; dall’altro lato alzano notevolmente l’asticella per quanto riguarda la qualità del prodotto finale attraverso lo sviluppo di economie di scala, soluzioni ingegneristiche innovative e reti di assistenza.

La moto oggi

A 152 anni dalla loro nascita i motocicli sono diventati degli oggetti estremamente complessi e sofisticati, interessati da un lungo processo di “elettronificazione” che negli ultimi anni sta avendo un’accelerazione esponenziale. Questo processo, iniziato con i primi modelli a iniezione elettronica, sarà parte integrante della naturale evoluzione di questi oggetti; centraline avanzatissime elaborano i dati trasmessi da piattaforme inerziali e sensori pronti a registrare ogni parametro immaginabile rendendo questi veicoli sempre più efficienti e sicuri. Velocità, accelerazione, inclinazione e pressione degli pneumatici sono solo alcuni dei moltissimi dati a disposizione delle motociclette oggi.

Il futuro della moto sarà legato all’AI (intelligenza artificiale) e l’IoT (internet of things). La parola d’ordine sarà automazione e se per questo settore, per ora, non sembra possibile una sostituzione dell’uomo alla guida, proprio a causa del sopra citato valore emotivo che il suo utilizzo detiene, la capacità di elaborare e scambiare dati con la rete e altri veicoli saranno invece fondamentali. Varie dimostrazioni sono già sotto gli occhi di tutti, dal cruise control adattivo sviluppato da Ducati per la prima moto dotata di radar lanciata nel 2021, alla Halo Bike di Damon: una moto dotata di AI capace di ridurre il rischio di incidenti eseguendo un’elaborazione continua dei dati raccolti dal motoveicolo stesso e dagli altri veicoli presenti in rete.

Questi progetti, oggi considerati rivoluzionari, ci fanno solo immaginare quali siano i progressi che potranno essere fatti in questo ambito ma è ben chiara, invece, la strada fatta a partire da quel mezzo a vapore e senza gomme costruito oltre un secolo e mezzo fa.

Mattia Caimi

Appassionato di moto in tutte le salse, é cresciuto leggendo i "Pensieri sporchi" del Ciaccia. Ama scrivere del mondo del motociclismo, fingendo di capirne qualcosa.

Top e flop MotoGP 2022

Top e flop MotoGP 2022

Top e flop MotoGP 2022

A fine anno si tirano le somme! Qualcuno migliora, altri peggiorano e qualcun altro sbaglia (quasi) tutto

Top e flop MotoGP 2022

In chiusura d’anno non possono mancare i top e flop della MotoGP 2022! Chi ci ha esaltato di più quest’anno, e chi invece è stato una delusione? Una stagione combattuta fino all’ultima gara, un plotone di moto inarrestabili come non si era mai visto prima e il ritorno di un Italiano su moto italiana al titolo. Insomma, una stagione decisamente avvincente per chi mastica di moto e, perchè no, è italiano.

Top e flop MotoGP, piloti MotoGP

Top: Chi vince ha sempre ragione e Bagnaia quest’anno si è meritato il titolo. Francesco, però, non ha convinto fino in fondo, certo ha vinto molto, ma ha commesso tanti, troppi errori. Se andiamo a guardare i punti a fine stagione 2022, si può notare che ha totalizzato 265 contro 252 dell’anno precedente in cui era arrivato secondo dietro ai 278 punti di Quartararo, che aveva vinto l’iride. Bagnaia si è indubbiamente meritato il titolo 2022, ma deve ancora lavorare sulla costanza e la capacità di accontentarsi quando serve, evitando inutili sprechi. Detto ciò, se ha fatto suo il motomondiale nonostante tante cadute, è perchè ha dominato in altri tracciati, dove è stato inarrestabile.

Flop: Quartararo quest’anno ha perso non perchè avesse una moto meno competitiva o meno evoluta della Ducati, ma perchè da un certo punto della stagione in poi ha tirato i remi in barca e smesso di dare il 100%. Il tutto è stato enfatizzato da una situazione tecnica sicuramente di svantaggio, ma gli oltre 90 punti che aveva in più rispetto a Bagnaia li ha lasciati lui lungo la strada. Fabio è sicuramente un pilota dal talento smisurato, al momento il secondo dietro a Marquez sulla griglia, ma quando c’è da giocarsi il bottino grosso ha dimostrato più volte di soffrire la pressione, forse troppo per che vuole entrare nella storia.

Top e flop MotoGP, le case

Top: Ducati è il costruttore che è più cresciuto negli ultimi anni, passato da essere il fanalino di coda alla luce di testa che illumina il sentiero, anche agli altri. Lei apre la strada e gli altri copiano, le innova e gli altri inseguono: anche i colossi giapponesi, che sono passati dall’egemonia degli anni 90 e 2000 a eseguire dei copia e incolla di quello che passa dai test team Ducati. Il marchio è quello di Gigi Dall’Igna, l’avanguardistico ingegnere capace di raccogliere i cocci della rossa e farla volare, portandola in una forma mai vista prima, rendendola il sogno proibito di ogni pilota costretto a darle battaglia in pista.

Flop: Honda. Una stagione così a Tokio non si era mai vista: 0 vittorie, il solo Marc (tra operazioni al braccio e diplopia) a trainare la carretta e una moto di cui si sono lamentati tutti, collaudatori inclusi. Fatico a credere che un disastro del genere sia stato tutto merito della moto, e probabilmente il morale senza il 93 ha raggiunto i minimi storici. Toccato il fondo si può solo risalire. Il fatto che siano una moto italiana a dominare è fantastico, ma un mondiale senza Honda subisce una grave perdita.

Top e flop MotoGP: Dorna

Flop: Dorna ha pagato a caro prezzo le conseguenze del Covid. Gli introiti hanno scarseggiato e così Ezpeleta è stato richiamato a rimboccarsi le maniche. La soluzione? Meno prove (già scarse) e più gare, il doppio, per l’esattezza, aggiungendo una sprint race al sabato di circa 10 giri. La cosa peggiore sono state i commenti e le giustificazioni dei vertici della società stessa e della FIM. La mossa è sembrata azzardata e il risultato di una certa mancanza di idee e i risvolti per ora non sembrano essere positivi, soprattutto visto che è una scelta che fa aumentare le situazioni di pericolo in pista. Il dado è tratto e la stagione 2023 avrà questo nuova format, speriamo che non si traduca in un cobra effect.

Voi che ne pensate?

Mattia Caimi

Appassionato di moto in tutte le salse, é cresciuto leggendo i "Pensieri sporchi" del Ciaccia. Ama scrivere del mondo del motociclismo, fingendo di capirne qualcosa.

MotoGP 2022: le pagelle di Misano

MotoGP 2022: le pagelle di Misano

MotoGP 2022: le pagelle di Misano

Pecco e Bestia volano, Quartararo e Aleix perdono punti. Marini e Fernandez in crescita. Il saluto a Dovizioso

 

In MotoGP a Misano Bagnaia è da 10 in pagella: vince la quarta gara di fila, come nessuno aveva fatto prima su Ducati, nemmeno Stoner. Come lui in MotoGP solo Rossi, Lorenzo e Marquez. Potrebbe essere un segno del destino, sicuramente è un’impresa importante. Pecco porta a 6 le vittorie stagionali e Quartararo a sognare un diablo sempre meno blu e sempre più rosso, che da domenica ha la faccia di Bagnaia. Con questa vittoria il pilota Ducati si è portato in seconda posizione su Fabio, scavalcando Aleix, oltre a diventare il pilota ad aver vinto più gare in una stagione negli ultimi tre anni. Per trovare qualcun’altro che ha vinto così tanto bisogna tornare indietro a Marquez nel 2019 (12 vittorie) o a Marquez e Dovizioso nel 2017 ( 6 vittorie a testa). Insomma, numeri che cominciano a pesare, soprattutto se ci mettiamoci che il ragazzo non sembra intenzionato a smettere. 10 a Bagnaia e 10 a Ducati per la moto.

Bestia che pelo!

A Bastianini ha fatto bene la conferma in Ducati ufficiale per il 2023. A Misano l’ha dimostrato con un secondo posto per soli 34 millesimi dal suo futuro compagno di squadra. Ho letto di molte polemiche sulla possibilità che si sia limitato per far vincere Bagnaia, ma quel distacco indica che Bastianini ha fatto tutto il possibile per guadagnarsi il gradino più alto del podio. Enea ha fatto un garone, con il solito exploit nel finale, situazione in cui riesce sempre a tirare fuori il meglio. Voto 9 a Bastianini.

​Una gara in difesa

Quartararo o parte davanti o arranca e anche a Misano è andata così. Se le condizioni per la sua Yamaha non sono ottimali, i limiti del progetto emergono tutti. Il Diablo con la moto di Iwata può essere veloce solo sfruttando tutta la pista e per farlo deve fare delle traiettorie tutte sue, che non gli permettono di attacare chi si trova davanti. Sicuramente essere travolti da uno sciame di moto prestazionalmente avvantaggiate (che per di più si favoriscono o perlomeno non si intralciano) non aiuta, neanche il morale. Una favola che ha dell’impossibile, alla Davide contro Golia. Se dovesse vincere il mondiale, per lui sarebbe un grandissimo colopo, per Ducati un enorme fallimento. Voto 8 a Quartararo bravissimo a parare i colpi. Voto 5 a Yamaha, nei test deve portare qualcosa di importante in pista, per sollevare il morale del suo pilota, anche in ottica 2022.

Le due aprilia

Si lo so, aprilia si dovrebbe scrivere con la ‘a’ maiuscola, ma con la a minuscola mi ricorda troppo il logo del marchio per scriverlo altrimenti. Che Maverick fosse in grado di essere veloce non lo ha mai messo in dubbio nessuno. I dubbi su di lui sorgono quando si parla di costanza e tenuta mentale e il fatto che durante la gara, nonostante a un certo punto fosse molto vicino a chi inseguiva, non abbia tentato nemmeno un sorpasso, è indicativo della sua remissività. Domenica ho pensato potesse vincere a un certo punto, mi sono dovuto ricredere. La mia paura? Che Aleix si lasci sopraffare dal rivale interno e molli il colpo, a lui sta costando un grande impegno sopportare una tensione extra, a cui non era mai stato sottoposto. Voto 7 ai piloti di Noale.

​L’ultima del Dovi

Finisce la sua ultima gara nel motomondiale in 12° posizione. All’attivo ha 24 vittorie, di cui 15 in MotoGP, 103 podi e 20 pole, nonché un mondiale vinto in 125 nel 2004. Pilota molto tecnico, dall’infinita modestia. Mi ha fatto specie una sua dichiarazione sabato dopo le qualifiche di Misano, quando un giornalista parlando dei festeggiamenti in previsione per l’indomani gli ha detto: “Ma tu non sei mica un pincopallino qualunque”. E lui con la sua risposta. gli ha fatto capire che a volte il dubbio gli è venuto. Beh Dovi, anche se un mondiale in MotoGP non l’hai vinto, per tanti anni sei stato al vertice e sei stato l’unico a dare del filo da torcere a un certo Marc Marquez e a tenere alta la bandiera italiana per anni. Grazie Dovi! Voto 8 alla carriera del Dovi.

Chi sale?

Questo 4° posto di Marini è importante. É vero è la gara di casa e conosce la pista come le sue tasche, è vero che la Ducati qui a una mole di dati esagerata, ma fatto sta che Luca è arrivato quarto come nella scorsa gara, in top five tre volte nelle ultime cinque e in top ten 6 volte nelle ultime 8. Insomma, Marini è in netta crescita e si meriterebbe il primo podio in questa stagione.

Buona gara anche per Raul Fernandez, pare che il solo pensiero di andarsene da KTM gli abbia giovato. Lo spagnolo è arrivato 13°, dietro al Dovi, centrando il suo secondo miglior risultato in MotoGP. Non è lo stesso, ovviamente, per Gardner, che, come Lecuona, è stato silurato troppo presto dalla dirigenza austriaca, complice un manager che avrebbe potuto agire meglio in sua vece.

Scivolandia

Tanti i caduti a Misano. Il primo botto l’ha causato Binder alla prima curva, che è rimasto in piedi, e si è trovato Zarco in posizione sospetta, tirando giù anche Pirro, pol Miller e Bezzecchi, qui trovate il video dell’accaduto. La cosa singolare è che con quattro Ducati fuori, erano comunque le moto più numerose in pista.

Leggi anche le pagelle del GP di Austria

Mattia Caimi

Appassionato di moto in tutte le salse, é cresciuto leggendo i "Pensieri sporchi" del Ciaccia. Ama scrivere del mondo del motociclismo, fingendo di capirne qualcosa.

MotoGP 2022: le pagelle d’Austria

MotoGP 2022: le pagelle d’Austria

MotoGP 2022: le pagelle d’Austria

Bagnaia fa il serial winner, Quartararo da 10! 3° Miller davanti a un ottimo Marini! Fuori Bastianini e Martin.

In Austria quando si parla di MotoGP bisogna stare attenti, possono capitarne di ogni. Tra incidenti assurdi, salti in corsa da moto senza freni e tentativi di manomissione della propria stessa moto, il gran premio di Zeltweg riserva sempre qualche sorpresa, più o meno bella. Sistemata la questione variante, la Dorna deve avere percepito nella candida aria stiriana troppa tranquillità, e così ha deciso di stravolgere il format della MotoGP a partire dall’anno prossimo.

Dal 2023 il sabato, dopo le qualifiche, si correrà la “sprint race”: una gara breve in cui verranno assegnati meno punti (circa la metà di giri per la stessa percentuale di punti). Se ne è parlato tantissimo e le interviste dei piloti (momento in cui molti di loro sono venuti a conoscenza della questione) sono state monopolizzate da questo argomento, motivo per cui taglierò corto, anche se la faccenda meriterebbe un articolo dedicato. Secondo me ci sono tre punti fondamentali in questa storia:

  • la mancanza di rispetto di Dorna per gli addetti ai lavori;
  • la giustificazione assurda, facendo calcoli matematici sulla quantità di partenze moltiplicate per il coefficiente di divertimento, il cui risultato dovrebbe essere il mero prodotto di questi valori;
  • la mancanza totale di inventiva e il riciclaggio di format già esistenti, dimostrando ancora una volta, che forse l’organizzazione andrebbe svecchiata.

La gara?

Una bella gara, non da strapparsi i capelli, ma piacevole. Bagnaia ha dominato squisitamente, Quartararo ha dimostrato ancora una volta perchè è lui in testa al campionato. Voto 10 a i primi due! Miller è sempre più in versione scudiero, mentre Zarco è sempre veloce, ma in gara o fa il braccino o si butta per terra. Chi invece ha fatto un ottimo weekend in crescendo è Marini, che si è portato a casa un ottimo quarto posto, lui ci ha sempre messo i suoi tempi ma poi arriva. 

Aprilia invece ha fatto la prima gara negativa, ma ci può stare: Aleix era sofferente per l’infortunio, mentre entrambi i piloti hanno sbagliato la scelta gomme. Binder (Brad), invece, tiene su la baracca Austriaca in casa, mentre la prima Honda è quella di Marquez (Alex obv) in 14° posizione. Voto 4 a Honda!

Ready to no place

KTM sta dimostrando di fare una politica piloti anche peggiore di quella Ducati. La casa austriaca ha deciso di non rinnovare Remy Gardner, in MotoGP da solo una stagione e tirato su dalla stessa casa. Un po’ come era successo a Lecuona, a mattighofen avevano fatto saltare le tappe allo spagnolo per poi non dargli il tempo di adattarsi al grande cambiamento fatto. Un percorso simile l’ha rischiato anche Fernandez, passato in MotoGP controvoglia dopo un solo anno in Moto2, per fortuna Raul probabilmente andrà in Aprilia, dove speriamo troverà un ambiente più consono. Voto 3 a KTM e la sua gestione dei piloti!

La Ducati ufficiale 2023

C’è qualcun’altro che è solito fare dei bei bordelli in quanto a piloti: Ducati. A Borgo Panigale manca da scegliere una sella ufficiale per il 2023. Non si sa bene in quale circostanza i vertici della casa italiana hanno presupposto che accendere la competizione interna avrebbe giovato ai piloti. Risultato? Una serie di cadute e prestazioni opache lunghissima, con Enea che ha vinto 3 gare ma è caduto altrettante volte, mentre Martin sembra soffrire ancora più il confronto con l’italiano, che per altro era già acceso dalla sta,pa a inizio stagione? Chi la scamperà? A livello di merito Enea si è mangiato lo spagnolo, ma probabilmente alla casa fa più comodo a livello monetario avere uno spagnolo nel team Factory e per me èerseguirà questa scelta. Voto 4 alla gestione piloti di Ducati!

 

Leggi anche le pagelle di Silverstone!

Mattia Caimi

Appassionato di moto in tutte le salse, é cresciuto leggendo i "Pensieri sporchi" del Ciaccia. Ama scrivere del mondo del motociclismo, fingendo di capirne qualcosa.

MotoGP 2022: le pagelle di Silverstone

MotoGP 2022: le pagelle di Silverstone

MotoGP 2022: le pagelle di Silverstone

L’instabile Pecco vince ancora, Vinales fa il secondo podio di fila davanti a MIller. 8° Quartararo seguito da un acciaccato Espargaro

La MotoGP torna a Silverstone dopo la pausa estiva e noi torniamo con le nostre pagelle. Il circus si era fermato dopo la tappa ad Assen, con il mondiale pronto a riaprirsi dopo due eventi: la caduta di Quartararo e la penalizzazione inflitta allo stesso, accusato di aver fatto una manovra pericolosa, e condannato a eseguire un long lap penalty nei primi giri di gara.

Di per sè l’idea di penalizzare un pilota perché tenta di fare un sorpasso, non sembra una genialata, a meno che come risultato non si voglia ottenere la cristallizzazione delle posizioni in gara. Aggiungiamoci che il motomondiale viene spesso criticato per la mancanza di spettacolo, fattore che va di pari passo con le bagarre in circuito, e subito emerge la speranza che questa decisione sarà un caso isolato e non l’inizio di una nuova tendenza. Eppure, col senno di poi, bisogna dire che, se lo scopo è stato quello di riaprire il mondiale, effettivamente la race direction è stata efficace. Loro si meritano un bel 3.

La MotoGP 2022 prima di Silverstone

Prima del Gran Premio d’Olanda il campione del mondo sembrava pronto a ripetersi, in modo quasi scontato, nonostante un inizio di stagione in salita. Ora la classifica si è ricompattata e di sicuro Espargaro, ma anche Bagnaia, sono più che mai in lizza per il titolo. Pecco ora è il pilota che ha vinto più GP di tutti nel 2022, quando fino a qualche gara fa era. dai più, dato per spacciato. Ora non ha nulla da perdere e in queste condizioni ha già dimostrato di essere veloce, ma è quando la posta in palio si alza che deve dimostrare di tenere botta. Voto 9 a Bagnaia.

La rivelazione

É da tutta la stagione che sta sorprendendo tutti, Aleix Espargaro ha letteralmente mandato a benedire qualsiasi pronostico su di lui. In Gran Bretagna, per di più, dopo una caduta in cui ha riportato la frattura del tallone destro, ha dimostrato a tutti di che pasta è fatto, facendo un grandissimo giro dopo la botta e correndo, ancora una volta una bellissima gara la domenica, sottolineando a tutti, che lui quest’anno non scherza per niente. Ma in casa Aprilia le rivelazioni sono due, perchè anche Vinales ha cominciato ad andare davvero forte, ottenendo il secondo podio di fila. La moto di Noale è ormai una moto matura, con un altissimo potenziale, brava Aprilia! 10 in pagella per Aprilia e Aleix!

Delusione Yamaha

Chi delude non può essere che Fabio Quartararo, che tra sbaglio gomma e long lap penalty ha chiuso in 8° posizione. Una gara negativa ci può stare, ma dalla determinazione con cui ha consumato la zona del LLP durante le varie prove ci si aspettava da Fabio un’altra prestazione. Sicuramente la scelta gomma poteva essere fatta meglio Il vero problema a Iwata è che la Yamaha oramai la guida solo lui, e gli altri, tranne Binder che è un rookie, sembrano totalmente fuori gioco. Non facciamoci prendere come al solito dalla frenesia del giudizio, Fabio a Silverstone è stato da 5, ma rimane il pilota di riferimento, su un mezzo che in alcuni frangenti fatica.

La mala Honda

Miglior piazzamento 17° con Alex Marquez. Una HRC così non si era mai vista. Sebbene negli anni scorsi senza Marc non si riuscisse a vincere, tra il fratello e Nakagami dei buoni risultati saltavano fuori. Il 2022 è stato un disastro, tutto da rifare. Voto 3 alla Honda.

Suzuki, make me dream!

Chi non ha sperato di rivedere Rins sul gradino più alto del podio? Io l’ho fatto, lo ammetto. Fino alla danza del gambero, pensavo che Alex potesse scappare o comunque giocarsela fino alla fine, invece piano piano Rins ha perso terreno, fino a scivolare in 7° posizione. Non raggiunge la sufficienza perché ci ha prima gasato e poi sgonfiato.

L’ufficiale 2023

Da tutta la stagione si cerca di capire chi affiancherà Bagnaia in Ducati il prossimo anno, da una parte Bastianini, che ha vinto tre gare solo nel 2022 e dall’altra Martin, che quest’anno ha faticato molto. Nelle ultime gare Enea aveva perso un po’ di fiducia ed è incappato in qualche caduta di troppo. Il sole deve avergli fatto bene e il sorpasso in estremis su Martinetor, ne è la dimostrazione. Fossi in Ducati, al netto di interessi di sponsor, scegliere a occhi chiusi, ma io faccio solo le pagelle per IVN e do 7 a Bastianini e 5 a martin.

Due tipi da spiaggia

Qualcuno invece non vedeva l’ora di tornare in spiaggia, sono Mir e Zarco, finiti nella ghiaia. I due Giovanni sono stati accomunati dalla stessa sorte. Il primo mentre era settimo, il secondo mentre conduceva la gara. Per il backflip di Zarco c’è da aspettare. 5 ai Giovanni.

Leggi le pagelle del Sachsenring

 

Mattia Caimi

Appassionato di moto in tutte le salse, é cresciuto leggendo i "Pensieri sporchi" del Ciaccia. Ama scrivere del mondo del motociclismo, fingendo di capirne qualcosa.