
Tutti ormai conoscono il marchio Versace, simbolo di Alta Moda, innovazione e stile eclettico, ma in pochi conoscono davvero il suo fondatore, Gianni Versace, e la storia del suo triste e crudele assassinio.
«Pronto?! Sono al 1116 di Ocean Drive, un uomo è stato ferito con una pistola, per favore, per favore, per favore!». Sono le 8.45 del 15 luglio 1997 e a chiedere aiuto al 911 è Antonio d’Amico, compagno dello stilista Gianni Versace, il quale trova il corpo di quest’ultimo immerso in una pozza di sangue di fronte alla porta d’ingresso della sua casa; purtroppo la corsa verso al Jackson Memorial Hospital fu vana. Inizialmente la pista seguita dagli agenti della polizia portò a supporre la colpevolezza della malavita organizzata, ma poco dopo si scoprì che il colpevole dell’omicidio del re della moda era in realtà il killer ricercato dall’FBI Andrew Cunanan, trovato però morto in una casa galleggiante poco distante dal luogo dell’omicidio che fece pensare a un probabile suicidio. Un breve riassunto dell’accaduto, ma si può notare come manchino molti tasselli a questa storia così intricata, perciò andiamo ad analizzare insieme alcuni particolari non poco rilevanti.
Gianni Versace , Andrew Cunanan e Chico Forti
Mentre Gianni Versace, classe 1946, si trasferisce nel 1972 a Milano per fondare la casa di moda Versace che diventerà famosa in tutto il mondo, in California nasce Andrew Cunanan, giovane prodigio con un QI di 147. Ad Andrew viene subito diagnosticata una personalità dai tratti patologici: dopo essersene andato via di casa il giovane inizia a condurre una vita segnata da droghe e prostituzione, fino a diventare il party boy d’alto bordo nella comunità gay che contava all’epoca, un gigolò per uomini ricchi e influenti. È proprio qui che le fonti ipotizzano un possibile collegamento con Gianni Versace, il quale avrebbe incrociato Cunanan una sera all’opera. Nel 1997 Cunanan raggiunge il culmine della sua crisi esistenziale compiendo il suo primo di una lunga serie di omicidi: uccide a martellate il ventottenne Jeffrey Trail. In breve tempo Andrew Cunanan diventò uno dei killer più ricercati d’America.
Al di là delle varie tesi avanzate dagli investigatori, ancora oggi è dubbio il motivo per cui questo pluriomicida abbia avuto nel mirino proprio Gianni Versace. Invidia sociale? Delitto da mitomane? La causa vera e propria ancora non è stata trovata soprattutto perché Cunanan si suicidò poco dopo il delitto Versace, o almeno questo è quello che ha ipotizzato la polizia. Dopo l’omicidio di Versace fece scandalo anche il caso, a esso legato, di Chico Forti: l’imprenditore italiano, condannato all’ergastolo per il presunto omicidio di Dale Pike (figlio del noto Anthony Pike, fondatore del Pike Hotel di Ibiza), entrò per primo in quella casa galleggiante dove venne trovato morto Cunanan per realizzare il documentario Il Sorriso della Medusa, in cui metteva in dubbio la versione ufficiale dei due delitti.
La favola moderna di Versace
Nato a Reggio Calabria il 2 dicembre 1946, Gianni Versace muove i primi passi nel mondo della moda presso l’atelier della madre, sarta di professione. La vera svolta arriva nel 1972, quando si trasferisce a Milano e inizia a lavorare come disegnatore d’abiti per Genny, Complice e Callaghan. Ecco che nel 1978 arriva la prima passerella firmata con il suo nome a la Permanente di Milano, riscuotendo un grande successo nel settore milanese. Qualche anno dopo nasce il marchio Versace Signature che darà poi vita a Versace Home Collection. Le collezioni dell’emergente casa di moda riscuotono sempre più successo grazie allo stile sexy, scandaloso e glamour, fortemente controcorrente per quell’epoca. Durante gli anni la maison Versace acquista sempre più popolarità grazie non solo alla particolarità dello stile nelle varie collezioni, ma anche grazie alle muse che hanno ispirato il direttore creativo, tra cui Claudia Schiffer, Naomi Campbell e Carla Bruni.
Tra colori eccentrici (l’oro per eccellenza) e abiti succinti, il marchio Versace si evolve nel tempo approdando nel 1993 all’immagine mitologica della testa di Medusa inscritta in una cornice grecata, come a testimoniare la classicità della linee adottate. Con la perdita del fratello Gianni nel 1997 è la sorella Donatella a prendere le redini dell’azienda, diventando capostipite dell’impero di famiglia assieme al fratello Santo e alla figlia Allegra. In seguito a numerosi successi nel campo della moda e dello stile, nel 2018 viene annunciata la vendita della maison al gruppo Michael Kors Holdings per la modica cifra di 2 miliardi di dollari. Nonostante l’acquisizione del marchio da parte della società americana, Donatella rimane tutt’ora il direttore artistico della casa di moda, portando a casa innumerevoli passerelle e collezioni dal fascino intramontabile.
Oggi il simbolo della Medusa rappresenta non solo una della maison più famose e conosciute al mondo, ma è anche il ricordo tangibile di tutto ciò che è stato e sarà sempre il solo e unico Gianni Versace.
di Cecilia Gavazzoni
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Cecilia Gavazzoni
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