¡Hola Carlitos! A Madrid scocca l’ora di Alcaraz!

Djokovic cresce, Nadal è eroico, ma al “Mutua Madrileña” l’ultima parola è del baby prodigio della Murcia. Nel femminile si impone Ons Jabeur.

Gli organizzatori della manifestazione si stanno fregando le mani: l’edizione 2022 ha confermato la statura di futuro campione del nuovo idolo di casa, il diciannovenne Carlos Alcaraz. Il murciano negli ultimi due mesi ha vinto Miami, Barcellona e ora Madrid, e la Spagna tennistica ha compreso che non ci saranno problemi per la successione al trono di Rafa Nadal. Ora gli manca solo la consacrazione in un major, magari già al Roland Garros. Certo, a Parigi si gioca tre set su cinque, ma i progressi del ragazzo sono così rapidi che non ci stupirebbe trovarlo tra i protagonisti anche sul Bois de Boulogne. In fondo Andre Agassi giocò la semifinale nel torneo in riva alla Senna a diciotto anni.

Carlos Alcaraz e Rafael Nadal

Alcaraz ha mostrato, oltre al valore tecnico indiscutibile, una personalità straordinaria, che lo ha portato in ventiquattrore ad affrontare e a battere in due autentiche battaglie nientemeno che Djokovic e Nadal, restando in campo più di cinque ore. Insomma, alla sua età ha superato due leggende dello sport e ha saputo ricaricarsi dal punto di vista mentale e nervoso come solo i califfi sanno fare.

Il livello di qualità dell’albo d’oro viene così mantenuto; negli ultimi tredici anni solo grandi campioni hanno sollevato il trofeo. Lo spagnolo succede al finalista di quest’anno, il tedesco Alexander Zverev.

Discorso diverso per il torneo femminile: ha vinto la tunisina Ons Jabeur. La nordafricana esprime un gioco piacevole, potente ma capace anche di tocco e di variazioni di ritmo e rotazione davvero interessanti. Unite a queste qualità ha però spesso denunciato incostanza di rendimento anche durante la singola partita; un fisico non propriamente esplosivo completano il quadro di una giocatrice forte, non certo di una campionessa.

Il tennis femminile è alla ricerca di una regina, di una giocatrice che si stacchi dal gruppo e si segnali per costanza di risultati; un nome che sia un richiamo per tutto il movimento davanti al grande pubblico. Oggi il livellamento degli standard di gioco ha generato un gruppo di giocatrici fortissime ma non troppo diverse le une dalle altre, con il risultato che a vincere è spesso la tennista più in forma del periodo. L’appannamento della migliore condizione coincide con il rientro della vincitrice nel gruppo; sul trono degli ultimi venti tornei del Grande Slam si sono succedute quattordici tenniste diverse! In campo maschile i nomi sono solo cinque, e tre di questi cinque ne hanno vinti diciotto!

La precedente numero uno, l’australiana Ashleigh Barty, sembrava avere tutto per imporsi, ma si è improvvisamente ritirata meno di una settimana prima dell’inizio di Miami, semplicemente per mancanza di nuovi stimoli. La nuova numero uno, la polacca Iga Swiatek, è campionessa uscente a Roma e ha già vinto a Parigi. Sarà lei la nuova tennista da copertina?

TORNEO MASCHILE

Ai quarti di finale approdano sette delle prime otto teste di serie, con il polacco Hurkacz unico “intruso”, ma pur sempre numero dodici. Il clou è il derby Nadal-Alcaraz; i due si spartiscono i primi due set con punteggi netti, ma nel terzo i colpi migliori sono del ragazzo di Murcia, che conquista meno palle break del maiorchino, ma ne trasforma di più: segno di precocissima capacità di giocare al meglio i punti decisivi, pur al cospetto del maestro in questo settore del gioco. Nadal nei momenti decisivi del terzo è sembrato affrontare non sempre nel modo migliore lo scambio, come per esempio nel matchball, quando è sceso a rete con un diritto al volo troppo corto, favorendo così uno splendido passante in corsa del chico. Nadal al termine masticava amaro, ma era pur sempre al rientro dopo la frattura da stress alle costole occorsagli a marzo a Indian Wells; nel turno precedente aveva annullato quattro matchball al belga Goffin nel tripudio di un centrale impazzito. La sua ripresa prosegue bene e in Francia sarà verosimilmente il solito, terribile babau.

Per il resto Djokovic supera agevolmente Hurkacz, Zverev si impone in due set su Auger-Aliassime e Tsitsipas mostra bagliori di grande talento contro il russo Rublev, strappando l’ultimo biglietto per le semifinali.

La prima è Djokovic-Alcaraz; incontro di altissima intensità, risulterà il match più bello della settimana e dell’intera stagione sul rosso. Nel primo set Alcaraz ottiene il break subito, ma deve cederlo poco dopo; al tie-break vince il serbo, che si lascia andare a un’esultanza che ne denuncia il nervosismo. Nel secondo il servizio viene difeso per undici game di fila, poi lo spagnolo sale 15-40 sul servizio Djokovic, e conquista la frazione con un passante di dritto in corsa che fa crollare gli spalti. Nel terzo non ci sono break fino al 6 a 6, ma il serbo deve cancellare un matchball con un servizio vincente. Il game decisivo se lo aggiudica per 7 a 5 Alcaraz, e Novak si complimenta calorosamente durante la stretta di mano.

Nella seconda semifinale la solidità di Zverev ha la meglio su uno Tsitsipas apparso a tratti sulle gambe.

La finale è stata l’unica nota stonata del torneo, nel senso che non c’è mai stata partita. Carlitos, assolutamente non pago di essere arrivato fin lì, ha giocato come una macchina; contro Zverev in un’ora di gioco non ha mai perso il servizio né concesso palle break, cedendo solo sei punti sulla sua battuta. Ha invece tolto quattro volte il servizio all’impotente tedesco, dominandolo dall’inizio alla fine e dicendogli infine adiòs con un eloquente 63 61.

TORNEO FEMMINILE

 Come detto ha vinto Ons Jabeur, ottava favorita del tabellone e migliore testa di serie dei quarti (tra i maschi Alcaraz era la numero nove, ma con sette giocatori meglio piazzati di lui; anche da queste cifre si intuisce il diverso livello dei due tornei). La tunisina non ha quindi dovuto battere nessuna giocatrice meglio classificata di lei; ha perso in tutto tre set, curiosamente in due di queste occasioni ha subito il cappotto 60.  Contro la Gracheva ha conquistato complessivamente meno punti dell’avversaria, in finale ha concluso il conto in pari, annullando un setball nella prima frazione a Jessica Pegula. Tutte dimostrazioni di intelligenza e sangue freddo. Nella settimana madrilena ha messo in mostra il suo tennis come detto elegante e ricco di soluzioni in tocco, bagaglio tecnico ormai non molto gettonato nell’epoca delle bordate vincenti da fondocampo; in particolar modo la palla corta, di cui è forse la miglior interprete in questo momento. Chapeau davvero a lei, che ha saputo raggiungere il suo successo più bello a quasi ventotto anni, e un augurio di sapersi confermare a simili livelli: il tennis femminile ne ha bisogno.

Ons Jabeur

GLI ITALIANI

 Tre le presenze azzurre. Lorenzo Sonego ha perso al primo turno in due set da Jack Draper, che ha poi fatto poca strada trovando la porta chiusa nel turno successivo con Zverev. Non è un gran periodo per il torinese, che lunedì 9 sarà già in campo nel torneo del Foro Italico per risollevare una stagione sul rosso piuttosto deludente. Lorenzo Musetti ha passato due turni di qualificazione, poi ha battuto due avversari nel tabellone principale, tra cui il temibile Sebastian Korda. Si è ritirato per un risentimento alla coscia nel match contro il finalista Zverev. Tutto normale quindi, purtroppo mentre scriviamo Il giocatore con un post su Instagram annuncia che il problema fisico lo costringerà a rinunciare a Roma.

Jannik Sinner ha superato anch’esso due turni, annullando due matchball a Tommy Paul, ma si è arreso nettamente contro il quotato Auger-Aliassime. Nulla di vergognoso per lui, ma il punteggio netto della sconfitta conferma che ancora non si è ripreso dai problemi di vesciche che lo tormentano da alcune settimane.

Tra le donne presenti Camila Giorgi e Jasmine Paolini: entrambe battute al primo turno dalle finaliste del torneo. Perlomeno non si può dire che chi le ha superate non ha fatto strada…

Per Madrid è tutto, non ci resta che accostarci al torneo italiano più importante del calendario: arrivederci a Roma da lunedì 9!

​di Danilo Gori