
Abbiamo provato per voi Facebook Dating e siamo arrivati a una conclusione: in quel della Silicon Valley non hanno una buona idea da “Farmville” del 2009.
Per cominciare a parlare di Facebook Dating dobbiamo fare una doverosa, ma quanto mai necessaria, premessa: non siamo moralisti, non facciamo i classici discorsi in stile “ai tempi miei ci si innamorava attraverso degli annunci AAA cercasi sui giornali”, ma abbiamo accettato che l’amore, nel 2020, sia in versione Amazon: una vetrina di potenziali partner tra cui scegliere in base all’autocelebrazione dei profili virtuali in cui tutti sembrano molto più di ciò che sono, in cui foto ritoccate gonfiano labbra, dimensioni genitali – per nascondere l’ego sepolto sotto un campo non di grano, ma di insicurezza – in un ironico rapporto inversamente proporzionale. Lo sappiamo, lo accettiamo, non giudichiamo. Le persone almeno. Le app le giudichiamo eccome.
Quello che vogliamo giudicare, infatti, è solo Facebook Dating, l’ennesima copia di qualcosa funzionante fatta da qualcun altro, ma in versione sciatta e con dei seri dubbi sulla gestione della privacy. Dating, infatti, è una brutta copia di Tinder, arrivata con qualche anno di ritardo in un mondo, quello dell’amore online, saturo di pessime (ma efficaci) piattaforme. Il nome non è particolarmente accattivante, ma è comunque meglio della mercificazione umana di siti come “Adotta un ragazzo” e similari, che speravano di dare una tinta rosata al sessismo.
COME FUNZIONA
L’idea di base è semplice: scegliete se qualcuno vi piace o meno e segnalate questo vostro interesse cliccando sul bel cuoricino viola (la vera differenza con Tinder: il colore) oppure sulla triste x nera. Niente swipe, niente spostamenti, solo clic…una rivoluzione, no?
Inoltre, scrollando nella pagina profilo che vi compare potrete trovare 1-2-3 foto della persona in questione, con dettagli sulla sua vita, risposte a domande esistenziali come “Qual è il tuo piatto preferito?”, “Che cosa ami cucinare?”, “Che cosa ti infastidisce nelle altre persone?” (risposta spoiler: tutto), oppure gli amici in comune.
Eppure, in questo tema di quinta superiore copiato male dal vicino di banco, c’è una, seppure piccola, novità: la “passione segreta”. Non fatevi ingannare (come successo a noi), niente cose sconce, nessuna scelta tra bondage e fetiscmi vari, nessun richiamo molesto a “sfumature”, ma un widget a una storia d’amore quasi adolescenziale. “Quale dei vostri contatti Facebook vi fa battere segretamente il cuore?” Scrivetelo e se la “passione segreta” è reciproca Dating vi metterà in contatto. Se e solo se. Niente di eccezionale, ma almeno qualcosa di diverso.
LA PRIVACY
Se l’assenza di novità o il riciclo di idee altrui non è dannoso, la gestione della privacy di Dating potrebbe esserlo: il rapporto tra profilo Facebook e quello dell’app è troppo “accessibile per gli stalker”, la segnalazione di amici in comune, infatti, crea un filo diretto per rintracciare il profilo e ottenere ancora maggiori informazioni, rischiando di pregiudicare l’anonimato e lasciando campo libero a invasioni della privacy non richieste.
Adesso, per quanto il dilemma “sushi o pizza” sia effettivamente la base fondante di tante litigate di coppia, le grandi novità della nuova app di Facebook sono effettivamente quasi zero. Per l’ennesima volta, il social network di Zuckerberg non ha fatto altro che copiarne altri…come quandò copiò Instagram che aveva copiato Snapchat. Perché, come abbiamo detto, l’ultima buona idea in quel della Silicon Valley fu davvero “Farmville” nel 2009.
Insomma, amare online è possibile, conoscerci e piacersi attraverso un sito di incontri è la nuova normalità, soprattutto in tempi di pandemia (e non capirlo è degno di chi pensa che se ti insultano attraverso un social sia diverso che di persona), ma Facebook Dating è solo l’ennesima idea scopiazzata e riciclata dal colosso negli ultimi dieci anni. Like o dislike è uno stile di vita. Since 2004.
Ah, se non amano il sushi lasciatel*.
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Francesco C. Inverso
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