Robin e Wagner, due marinai alla ricerca della sazietà

Il viaggio che l’uomo intraprende a vele spiegate per soddisfare ogni desiderio è rispecchiato dall’avventura vissuta da Robin e Wagner nella pièce che li vede protagonisti

Due marinai disperati in mezzo alla tempesta. La nave è in balia delle onde.
L’angoscia è un liquido denso e viscoso che nasce dalla mente, scende e arriva allo stomaco. Lo strazia, lo affoga.

Così, non resta altro da fare che stringere un patto con il diavolo. Il sangue sigilla l’accordo.

E i due si avventurano per il mondo, avuta salva la vita, nella speranza di saziare la titanica fame che li rende schiavi.

Ebbene, è dunque doveroso presentare i due protagonisti. I loro nomi sono Robin e Wagner. Le interpreti sono Ilaria e Silvia Gattafoni, ballerine professioniste che hanno accolto questa fantastica avventura intitolata proprio “Robin e Wagner”, spettacolo prodotto dalla Compagnia della Marca (direzione artistica di Roberto Rossetti e con Fabio Tartuferi in qualità di produttore esecutivo).

Il regista, Giacomo Gamba, ha costruito la pièce sul testo de “La tragica storia del Dottor Faust” di Christopher Marlowe. Robin e Wagner sostituiscono Faust, in una rocambolesca ricerca. La ricerca della sazietà, la ricerca perenne dell’essere umano.

Pertanto, in una full immersion di circa un mese, le interpreti si sono nutrite di quelle meravigliose parole, unite a un intenso lavoro di improvvisazione.

E le due ballerine si cimentano in un viaggio emozionante pieno di sfide, che le ha condotte a esplorare caratteri con sfumature differenti dalla propria indole.

Nonostante ciò, Robin e Wagner sono stati magistralmente personificati.

Dunque, il primo, alias Ilaria, è il grottesco mozzo con la voce simile al garrito di un pappagallo. Divertente e astuto, è spinto dalla viscerale fame che lo attanaglia.

Sebbene possa apparire come una creatura buffa e animalesca, Robin dimostra un grande cuore.

Infatti, riversa il proprio amore verso Chomo, il mocio che porta sempre con sé. Non esita a difenderlo, a tratti possessivamente, e cerca in ogni modo di farlo divertire.

Ma se Robin è il ventre, Wagner, alias Silvia, è la mente. È un personaggio intellettuale, o presunto tale, che con una voce bassa ma con picchi di follia, considera Robin come suo subalterno.

E Silvia, ispiratasi alle movenze tipiche della giraffa, dà vita a un carattere complesso, dalle mille sfaccettature.

Quindi, divorato dalla brama di onnipotenza, esaspera ed esplora ogni genere drammatico: a tratti tragico, a tratti melodrammatico, a tratti quasi comico.

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I due personaggi sono specchi della società. Mossi dalla fame, reale e ideologica, squadernano sul palcoscenico i loro piccoli e grandi egoismi.

Nondimeno portano in auge anche la grandezza insita nell’umano.

Inoltre, i loro aspetti androgini permettono a ogni spettatore di immedesimarsi nelle anime alla ribalta. Si osservano i dissidi interiori, il desiderio che spinge ognuno a cercare quel Qualcosa.

Ma cosa?

Forse qualcuno già lo sa, forse qualcun altro brancola nel buio.

Insomma, come questo stesso spettacolo è in costante evoluzione, così ognuno continua a cercare, come Robin o Wagner, oppure come entrambi.

E l’augurio è seguire le orme dei due personaggi. Chiunque aneli a quel Qualcosa vada avanti, sperimenti, come Wagner, ogni registro che la vita offre. Digrigni i denti come Robin, e apra il proprio cuore all’ignoto.

Così, la tempesta, per quanto forte, può essere affrontata da chi, nonostante tutto, accoglie ogni sfaccettatura di sé, spiegando le vele al vento.

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Maria Baronchelli

Sono Maria Baronchelli, studio Lettere Moderne presso l'Università degli Studi di Milano. La lettura e la scrittura hanno da sempre accompagnato i miei passi. Mi nutro di regni di carta, creandone di miei con un foglio e una penna, o una tastiera. Io e i miei personaggi sognanti e sognati vi diamo il benvenuto in questo piccolo strano mondo, che speriamo possa farvi sentire a casa.