​Ecco perché Marc Marquez tornerà più forte di prima.

A quasi un anno dall’infortunio il momento di Marc di tornare è arrivato. C’è chi dice che non sarà più lo stesso e chi che tornerà quello di prima. Io dico che col tempo vedremo il miglior Marc che si sia mai visto.

Marquez riuscirà a tornare forte come prima? É questo il quesito che gli appassionati di MotoGP di tutto il mondo si pongono ora che il rientro dell’otto volte iridato incombe. Ecco la nostra opinione.

L’attesa sembra quasi finita, nel prossimo GP Marc Marquez tornerà in sella alla Honda del team Repsol.  Sono passati quasi nove mesi da quel fatidico 19 Luglio, il giorno in cui lo spagnolo ci aveva prima fatto esaltare con la sua remuntada e poi svegliare di colpo con il drammatico incidente le cui conseguenze hanno portato – insieme a una buona dose di incoscienza da più parti – al calvario che tutti conosciamo. Il mondiale rimasto orfano di due dei suoi protagonisti, complice l’anno sabatico di Dovizioso, prenderà il volo.

A marzo, prima del gran premio inaugurale, la formica di Cervera ci aveva fatto sperare nel suo rientro pubblicando sui suoi canali social dei video del suo ritorno in sella dopo tutto questo tempo. E se, come diceva una pubblicità, “l’attesa del piacere è essa stessa il piacere”, Marquez deve avere deciso ti tenerci ancora un po’ sulle spine. Giusto per prolungare ancora un po’ questo piacere. Nove mesi di stop sono tanti per qualsiasi attività sportiva. Sono ancora più pesanti se si parla di competizioni. Se poi parliamo della massima categoria del motociclismo mondiale, con mezzi e gomme in continua evoluzione e gare in cui, per buon parte del tempo, si è a velocità folli a pochi centimetri dagli avversari, questo tempo può sembrare davvero invalidante. E allora perché, come scritto nel titolo, un pilota fuori dai giochi per mesi che è stato sottoposto a tre operazioni tornerà più forte di prima?

L’unico vero rivale di Marc Marquez è…Marc Marquez

Da quando corre in classe regina l’otto volte iridato ha avuto un grande vero avversario: se stesso. Di otto stagioni disputate in questa categoria, sette sono state vinte dallo spagnolo, una, nel 2015 da Jorge Lorenzo in un momento emblematico di quello che è sempre stato il tallone d’Achille di Marquez:  la straordinaria aggressività sportiva comunque tamponata da un talento fuori misura. Col passare delle stagioni, Marc ci ha fatto vedere principalmente tre cose: una velocità e una capacità di guidare sopra i problemi incredibili e l’abilità di raggiungere il limite in prova, superarlo e poi di sfiorarlo senza cadere in gara, o meglio, di non cadere quanto sarebbero caduti gli altri.

Se nel 2015 gli zeri in gara sono stati molti, col tempo Marquez ha ridotto notevolmente questi “sfortunati eventi”. Nel 2019, ultima stagione corsa e ultimo mondiale vinto, lo strapotere dimostrato dallo spagnolo è stato imbarazzante: 12 vittorie, 6 secondi posti e uno zero. Dati del genere commentano da sé il titolo dell’articolo. Ma a Jerez 1 nel 2020 il Marquez maturo e capace di accontentarsi – che pian piano aveva imparato a gestirsi – non è riuscito a contenere l’incredibile Marc, disputando una delle prestazioni più belle del motociclismo di tutti i tempi, per poi buttarla alle ortiche.

Se non fosse caduto la sua superiorità non solo sarebbe stata evidente tanto quanto lo è ora, sarebbe stata umiliante per i suoi colleghi. Ma da un pilota in grado di rifilare un secondo al giro agli avversari quando gli “si chiude la vena” dopo che ha fatto una delle sue (non) cadute, e nel giro di venti giri si è mangiato quindici posizioni, possiamo davvero aspettarci che non riesca a giocarsi, col tempo, la vittoria? Questa faccenda lo porterà a fare uno “step” ulteriore. Marquez potrebbe capire quanto stare lontano dal limite e quanto sia necessario accontentarsi, a volte, più di prima. Purtroppo per gli altri piloti questo “quanto” potrebbe non essere sufficiente a tenerlo lontano dalla vittoria. Ora è solo questione di giorni e il verdetto sarà sotto gli occhi di tutti.

Mattia Caimi

Appassionato di moto in tutte le salse, é cresciuto leggendo i "Pensieri sporchi" del Ciaccia. Ama scrivere del mondo del motociclismo, fingendo di capirne qualcosa.