La pandemia può aver portato via molte cose, ma di certo non la voglia di celebrare l’amore (o il consumismo). Anche quest’anno
San Valentino incombe dietro l’angolo e, volenti o nolenti, le piattaforme streaming si riempiono di film e serie tv che virano immancabilmente tutti sullo stesso tema. Amore, amore, amore: romantico, tormentato, drammatico o a lieto fine, sembra di assistere alla stessa storia che si ripete in un
loop infinito. Dov’è finita l’originalità? C’è
qualcuno che si salva dai soliti sciupati cliché? Può Zendaya salvare la situazione, anche questa volta?
Premesse euforiche
Il primo trailer che annunciava l’uscita del film Netflix Malcolm & Marie risale all’8 gennaio 2021. La presenza di Zendaya e quella di Sam Levinson dietro le quinte ha mandato subito in fibrillazione i fan della serie tv Euphoria: Zendaya, infatti, non solo interpreta il personaggio di Rue Bennett nella serie, ma per la sua prova ha anche vinto il premio Emmy come miglior attrice protagonista di una serie drammatica. La scrittura di Levinson ˗ odiata o amata ˗ promette grandi cose, soprattutto con l’uscita dell’attesissima seconda stagione di Euphoria. Se vi siete persi dei pezzi, trovate qui un articolo per ricapitolare la situazione.
In Malcolm & Marie, accanto a Zendaya c’è John David Washington. Chi ha visto Tenet lo ha sicuramente riconosciuto: Washington interpreta il protagonista senza nome dell’ultimo film di Christopher Nolan.
Netflix ha acquistato i diritti del film per trenta milioni di dollari (ndr. Euphoria è distribuita da HBO, in Italia da Sky Atlantic e Now Tv). Malcolm & Marie è stato uno dei pochissimi film girati nel pieno della pandemia, quando la situazione era ancora critica, rispettando comunque le misure di sicurezza anti-Covid.
Per Netflix si tratta del secondo film recente girato in bianco e nero che trova spazio nei suoi cataloghi. A inizio 2021, infatti, è uscito il film Mank, diretto da David Fincher e ispirato, men che meno, al capolavoro di tutti i tempi Quarto potere. Nel caso di Mank, la scelta bicromatica è chiaramente volta alla rievocazione della vecchia Hollywood e dello stile del film di Orson Welles. Nel caso di Malcolm & Marie, invece, che significato ha la rinuncia al multicolore? È solo un vezzo stilistico o è una scelta che nasconde altro?
Trama? Una partita a tennis
La trama è estremamente essenziale e di fatto non genera alcuno sviluppo concreto, se non un lungo e infuocato dialogo tra i due personaggi in scena. La coppia è appena tornata a casa dopo la première del film di cui Malcolm è il regista. L’uomo è contento e su di giri perché la proiezione è andata molto bene. Marie, sua musa e fidanzata, appare fredda e distaccata.
Il casus belli è che Malcolm, durante il suo discorso, ha dimenticato di ringraziare Marie. Nel corso della discussione lo spettatore capisce che il film (nel film) parla di una ragazza tossicodipendente di colore. Marie accusa a più riprese Malcolm di essersi ispirato a lei e alla sua vita per creare il lungometraggio di cui va tanto fiero, senza però davvero riconoscerle alcun merito, vista la sua omissione (consapevole o meno) durante il discorso di ringraziamento.
Il litigio prosegue anche sul terreno amoroso, con una serie di accuse incrociate che toccano ogni aspetto del loro rapporto, dal morboso al passionale. Ci sono anche momenti felici, in questa lunga notte di guerriglia, ma sono rari e assomigliano più a un continuo coito interrotto che a una vera e propria tregua.
Malcolm & Marie racconta di una colossale litigata di coppia lunga una notte. Data l’idea di fondo su cui si basa (due persone e una casa), non ci si può aspettare un film movimentato, con tanti cambi di ambientazioni e diversi personaggi in scena. Men che meno se si pensa che è stato girato durante la fase acuta della pandemia, cosa che ha richiesto un numero limitatissimo di persone sul set e una location controllata dove poter girare.
Al di là dei limiti imposti dalle norme anti-Covid, il film è un intenso – e a tratti spaventoso – giro sulle montagne russe di un rapporto già di per sé complicato. Le variazioni dal pattern odio-amore sono poche, perché di fatto tutto il film si regge su questo, quindi vi è una ripetitività intrinseca che inizia a far sentire il suo peso dalla metà in poi. Come fare le stesse montagne russe dieci volte.
Malcolm & Marie non è solo questo. Nel lungometraggio di Levinson convivono due discorsi piuttosto evidenti. Il primo riguarda il rapporto tra i due personaggi, con i loro caratteri, il loro vissuto e le loro debolezze. Il secondo, invece, riguarda la creazione cinematografica, le implicazioni politiche, la critica. Ed è qui che nasce la polemica.