Salone del mobile 2023: tutto pronto!

Salone del mobile 2023: tutto pronto!

Salone del mobile 2023: tutto pronto!

Dal 18 al 23 aprile, presso Fiera Milano Rho, si svolgerà la 61a edizione del Salone del Mobile.Milano, che riporterà il “bello” e il “ben fatto” su un palcoscenico di importanza mondiale…

Dal 18 al 23 aprile, presso Fiera Milano Rho, si svolgerà la 61a edizione del Salone del Mobile.Milano, che riporterà il “bello” e il “ben fatto” su un palcoscenico di importanza internazionale. Un ritorno che ha in sé un carattere di eccezionalità, non solo per la qualità delle proposte e delle aziende protagoniste, ma anche per l’accelerazione che la Manifestazione dimostrerà di aver dato al processo di trasformazione ed evoluzione dell’evento fieristico. Il Salone ha sempre dato prova di una straordinaria curiosità, disponibilità e apertura al confronto e di una grande volontà e capacità di migliorarsi, innovando formule consolidate. In questi anni così complessi, riflessioni, ricerche, domande sul futuro delle fiere sono state all’ordine del giorno e hanno portato a una concreta revisione del format espositivo con l’obiettivo di poter continuare a generare valore per tutta la design community.

Da questa energia positiva e costruttiva, nascono le tre importanti novità di questa edizione: l’unico livello espositivo, con gli espositori dei padiglioni superiori (8-12, 16-20) ricollocati in quelli inferiori per semplificare, migliorare e valorizzare la fruizione e l’esperienza di visita; il nuovo layout di Euroluce, che, da stand-centrico, riporterà l’uomo e la fruizione della Manifestazione al centro, grazie a un percorso ad anello, smart, iper-fruibile e meglio connesso; la componente culturale, sarà integrata negli spazi della biennale della luce attraverso contenuti interdisciplinari ed esperienziali, che spazieranno dall’architettura all’arte con mostre, talk, workshop, installazioni site-specific.

Una delle caratteristiche del Salone del Mobile è la sua capacità di evolvere per rispondere alle sfide più urgenti della contemporaneità. Lo abbiamo fatto nel 2021 inventando Supersalone, primo evento globale dopo i mesi durissimi della pandemia, con l’edizione dello scorso giugno, quando siamo tornati al format tradizionale accogliendo la sfida della sostenibilità, e continuiamo a farlo con l’edizione del 2023. Dopo tre anni, non era pensabile ritornare ad aprile, la nostra tradizionale posizione nel calendario, come se nulla fosse avvenuto. Abbiamo lavorato per dare forma alle suggestioni e alle visioni emerse in questi anni a partire da domande fondamentali: quale nuovo ruolo per un evento come il Salone? Come e da dove iniziare a progettarne l’evoluzione?” racconta Maria Porro, presidente del Salone del Mobile.Milano. “Abbiamo raccolto le esigenze di chi il Salone lo fa e lo vive, espositori e visitatori, con più di 2.300 interviste e gruppi di lavoro tematici. È nata, così, l’idea di una mostra su un unico livello per facilitare i flussi e abbiamo fatto un lavoro quasi “urbanistico” sul disegno interno dei padiglioni. A partire da Euroluce, la biennale dedicata al mondo dell’illuminazione − così profondamente cambiato negli ultimi anni − abbiamo ridisegnato i percorsi integrando gli spazi delle aziende con contenuti culturali interdisciplinari che riguardano la relazione tra luce, architettura, arte e scienza. Una metamorfosi che in prospettiva interesserà tutto il Salone che ha l’ambizione di contribuire a ridisegnare il modello fieristico” conclude Porro.

Le Manifestazioni del 2023 raduneranno, complessivamente, 1.962 espositori, di cui oltre 550 giovani talenti under 35 e 27 scuole di design. Il Salone creerà mondi − il Salone Internazionale del Mobile, il Salone Internazionale del Complemento d’Arredo, Workplace3.0, S.Project, Euroluce, il SaloneSatellite −, ne gestirà le regole – distribuzione e layout su un unico livello, percorsi estetici e culturali, spazi esperienziali e aree di sosta e riposo –, suggerirà call-to-action – (partecipa a) conferenze, workshop verticali, (visita) mostre tematiche, bookshop, (vivi l’esperienza di) installazioni site specific – per dare ai visitatori la possibilità di un’esplorazione appassionante, soggettiva, memorabile, la sola in grado di creare connessioni (anche di business) di lungo periodo. Quella di aprile, sarà l’edizione della biennale della luce (Euroluce, padiglioni 9-11 e 13-15), giunta al suo 31° appuntamento, che si rinnoverà nel layout espositivo, ripensato dallo studio Lombardini22 per garantire un miglior collegamento fra i quattro padiglioni, semplificare il percorso di visita − che diventa ad anello irregolare e prende ispirazione dai percorsi stradali dei tradizionali borghi italiani − e, contemporaneamente, aumentare la visibilità degli espositori, assicurando a ognuno uno spazio adeguato. “The city of Lights”, sarà il concept e il fil rouge tematico della biennale. Potenza di immaginario e concretezza di visione caratterizzeranno il contenuto culturale interdisciplinare curato da Beppe Finessi, che farà di Euroluce un felice laboratorio di emozioni e sapere. Grazie all’intervento preciso e intelligente di Formafantasma, il cuore della biennale sarà Aurore, una grande piazza e arena per esperienze immersive e riflessive e luogo dedicato a diversi talk.

Dello studio anche il progetto di dodici Costellazioni, intermezzi architettonici che ospiteranno esposizioni nell’esposizione a cura di Finessi lungo l’intero percorso espositivo. Queste le mostre principali. Massimo Curzi curerà e allestirà la personale di Hélène Binet, una delle autrici più significative della fotografia contemporanea, mostrando, attraverso una selezione originale di immagini, come il suo lavoro indaghi la relazione tra luce naturale e architettura. Di Martina Sanzarello sarà la cura e l’allestimento mostra che rende omaggio alla classica lampadina a incandescenza: una storia contemporanea, tra arte e design, costruita come una sequenza di lampadine che dal suo primario e pragmatico uso si trasformano in oggetti spiazzanti e piccole installazioni sperimentali. A cura di Matteo Pirola una carrellata di “stelle artificiali”: gli apparecchi luminosi che i “designer-astronomi” di oggi stanno indagando, oggetti che presentano accadimenti luminosi, sfere orbitanti, superfici riflettenti, eclissi abbaglianti, aurore colorate allestite dallo studio From outer Space. Michele Calzavara sarà, invece, il curatore di una rassegna d’immagini di architettura degli interni dove protagonista è la luce artificiale: un percorso popolato di accenti e punti di luce, in cui riconoscere una fonte luminosa che abita e trasforma lo spazio in modo speciale; allestimento di questa mostra, realizzato da Berfu Bengisu Goren, avrà una natura ibrida, poiché prevede la presenza simultanea di due funzioni: lo spazio espositivo vero e proprio e uno spazio dedicato a workshop delle aziende espositrici, incontri professionali e dimostrazioni tecniche e tecnologiche. Infine, Maurizio Nannucci, tra i più potenti interpreti della luce artificiale nell’arte contemporanea, realizzerà una grande un’installazione site-specific, una lunga scritta luminosa al neon: You can image the opposite che, idealmente esorta a “immaginare il contrario”, a un fare creativo, curioso e virtuoso. Altro luogo significativo, vero e proprio “presidio culturale”, sarà la libreria specializzata in design, arte e illustrazione, a cui si aggiungono anche libri di letteratura, che, in varie declinazioni, esplorano il tema della luce. Lo spazio sarà a cura di Corraini Editori mentre il progetto è dello studio Formafantasma, che l’hanno immaginato come luogo intimo, caldo, avvolgente. Nei padiglioni di Euroluce vi saranno anche un bistrot e un ristorante fine dining, progettati da Piero Lissoni in armonico accordo con il concept dello spazio della biennale.

Oltre 550 saranno i protagonisti del 24° SaloneSatellite, che troverà una sua nuova ma naturale collocazione all’interno dei padiglioni di Euroluce (pad. 13-15), dal momento che rappresenta per antonomasia il futuro del progetto. Tema di quest’anno sarà “Design Schools – Universities / BUILDING THE (IM)POSSIBLE. Process, Progress, Practice”. Ponendo le scuole e le università di design sotto i riflettori, il SaloneSatellite vuole sottolineare il contributo indelebile che hanno dato e continuano a dare alla formazione dei nuovi designer e allo sviluppo della progettazione. Per questo, anche la disposizione degli spazi espositivi si rinnova, ponendo le 27 scuole e università che parteciperanno in un anello perimetrale che abbraccia i singoli designer. L’allestimento, inoltre, si ispira alla luce naturale e ciò che rappresenta. Gli spazi del SaloneSatellite Award, alla sua 12a edizione, infatti, saranno contraddistinti dalla presenza di sole e luna, elementi che segneranno l’estetica di tutta la Manifestazione. Due le piazze adibite a un’installazione speciale, con dei grandi telescopi, che permetteranno di ammirare un cielo che riflette il presente e il futuro del design. La scenografia e la grafica dell’intero allestimento prenderanno forma a partire da giochi di luce e ombra e dalle variazioni di colore che la luce presenta dall’alba fino al tramonto. La Manifestazione, inoltre, omaggerà designer e aziende della luce con la mostra speciale “Sate-light. 1998-2022 SaloneSatellite young designers”: allestita simbolicamente sul confine fra i due spazi, presenterà gran parte delle lampade progettate dai giovani che negli anni hanno preso parte alle varie edizioni del SaloneSatellite ed entrate in produzione grazie alla collaborazione con le tante aziende che hanno scommesso su queste promesse. Infine, grande e atteso ospite del SaloneSatellite sarà Gaetano Pesce, invitato per raccontare i passi principali della sua lunga carriera e il suo apporto interdisciplinare al mondo del progetto ma anche per trasmettere ispirazione, energia e passione ai giovani talenti che lo ascolteranno.

Un nuovo programma di Talk, curato da Annalisa Rosso, con un particolare focus su illuminazione, tecnologia e sostenibilità avrà luogo in Aurore, l’arena di Euroluce (pad. 13), arricchendo la Manifestazione di conversazioni e dibattiti tenuti dalle voci più brillanti sulla scena contemporanea del progetto. Un invito concreto a riflettere e condividere pensieri che siano costruttivi rispetto alle tematiche improcrastinabili dell’agenda comune come la transizione ecologica e il ruolo della tecnologia nel futuro prossimo. Shigeru Ban, Nao Tamura, Kjetil Trædal Thorsen e Marius Myking di Snøhetta e Andrea D’Antrassi di MAD verranno interrogati da altrettanti giornalisti internazionali su come l’innovazione nel campo dell’illuminazione migliorerà il nostro vivere di domani. I dibattiti renderanno evidente come progetto, design e architettura siano in grado di comprendere il presente e immaginare il futuro, aprire nuove strade, trovare soluzioni, vagliare il “possibile”, attivando intuito e immaginazione.

La responsabilità ambientale, economica e sociale sarà prioritaria anche nell’edizione 2023 del Salone del Mobile.Milano, che ha intrapreso il percorso che lo porterà, a conclusione della manifestazione, a conseguire la certificazione ISO 20121 per la gestione sostenibile dell’evento.
L’attività di verifica, che in questa fase ha già portato all’ottenimento del certificato di sostenibilità per la fase di progettazione dell’evento, è stata svolta dalla multinazionale di certificazione RINA. “Dopo l’edizione del 2022 che metteva al centro dei contenuti la sostenibilità con la grande installazione di Mario Cuccinella, abbiamo deciso di affrontare l’iter di certificazione ISO 20121 perché riteniamo fondamentale continuare il nostro percorso di sostenibilità misurandone i progressi in modo puntuale. Lo stesso motivo che ci ha spinto a aderire al Global Compact.

L’iter di certificazione ci sta aiutando ad acquisire maggiori competenze internamente ma anche nel dialogo costruttivo con tutti gli stakeholder coinvolti. Siamo un evento globale, come organizzatori sappiamo quanto sia importante condividere con tutte le aziende espositrici, gli allestitori, i visitatori, e tutto l’ecosistema del design, questa scelta etica e responsabile”, commenta Maria Porro, Presidente del Salone del Mobile.Milano”. In quest’ottica, il Salone si preoccupa dell’impatto che può avere costruire spazi temporanei. Così, per Euroluce, ha immaginato con Formafantasma e Lombardini22, strutture modulari perché questo progetto allestitivo possa avere una continuità, se non all’interno della fiera, in altri luoghi, come già accaduto per Design with Nature di Mario Cucinella. Inoltre, la Manifestazione ha avviato anche quest’anno le procedure per individuare fornitori di materiali riciclati, riciclabili o riutilizzabili per la realizzazione delle parti comuni, e si adopererà per rigenerare le risorse consumate e assorbire i rifiuti prodotti, sceglierà partner istituzionali che abbiano al centro della loro strategia una reale attenzione alle persone e al pianeta e ha già ampliato le linee guida per allestimenti sostenibili proposte l’anno scorso alle aziende espositrici.
Proprio a testimonianza dell’impegno e dell’importanza di una sempre maggiore integrazione della sostenibilità nelle scelte strategiche, dal 2022 il Salone del Mobile.Milano, ha aderito al Global Compact delle Nazioni Unite, la più estesa iniziativa a livello mondiale per la sostenibilità del business.

La capacità del Salone del Mobile.Milano di sperimentare, innovare e farsi interprete dei cambiamenti è lo specchio della dinamicità e del voler fare, sempre di più e meglio, delle imprese del legno-arredo che hanno reso il design italiano, il design per eccellenza nel mondo. La 61a edizione, con la biennale Euroluce, saprà sprigionare quell’energia che le nostre aziende, grandi e piccole, hanno impiegato per portare nel 2022 la filiera a un fatturato alla produzione di quasi 57 miliardi di euro con un +12,7% rispetto al 2021 (dati Preconsuntivi Centro Studi FederlegnoArredo) sintesi di un +11,1% del Macrosistema Arredamento, di un +14,3% del Macrosistema Legno e di un +15% del Commercio legno. Il mercato italiano ha raggiunto il +12,3%, grazie in particolare al contributo positivo di alcuni comparti, fra cui quello delle finiture per edilizia (porte, finestre, pavimenti in legno) mentre per le esportazioni, che costituiscono il 37% del totale della filiera, si stima una crescita del +13,3%, trainata in particolare dagli Stati Uniti (terza destinazione dietro alla Francia e a pochissima distanza dalla Germania). Risultati figli di più fattori: dall’efficacia dei bonus edilizi, alla ritrovata centralità della casa nel periodo della pandemia, al riconoscimento − anche su mercati emergenti − dell’indiscussa qualità ed eccellenza dei nostri prodotti, alla determinazione delle aziende nel continuare a investire. Un successo che premia il costante lavoro di ricerca e innovazione delle nostre imprese nel campo della durabilità dei prodotti, dell’utilizzo delle materie prime seconde, del risparmio energetico e della formazione delle risorse umane. In una parola, della sostenibilità di prodotto, di processo e sociale. Ed è proprio di questo concetto di sostenibilità che FederlegnoArredo si è fatta promotrice intraprendendo già da alcuni anni con i suoi associati un percorso che ci porterà a essere leader indiscussi in una materia che già ci vede eccellere, come dimostra anche il recente riconoscimento da parte dell’ONU quale prima filiera legno-arredo al mondo ad aderire al Global Compact. Federazione, imprenditori e Salone del Mobile stanno camminando all’unisono verso un obiettivo comune che racchiude in sé il valore più alto del fare impresa: la responsabilità verso il futuro”, commenta Claudio Feltrin, Presidente di FederlegnoArredo. Una delle chiavi di lettura della prossima edizione sarà la perfetta combinazione tra digitale e reale, che permetterà una valorizzazione esponenziale delle esperienze, delle narrazioni, dei contenuti che accadranno day by day.

Per questo, l’attività della piattaforma digitale si intensificherà prima, durante e dopo i giorni della Manifestazione anche grazie alla collaborazione con le testate nazionale e internazionali di settore e con YesMilano, agenzia di promozione ufficiale della città di Milano. Sui diversi touch point – sito, newsletter, app, e social network – verranno attivati nuovi progetti digitali editoriali e di servizio come l’Unboxing, un format dedicato alle anteprime dei prodotti delle aziende espositrici e il White Paper, una serie di approfondimenti a firma di grandi autori del giornalismo internazionale, che si vanno ad aggiungere ai report quotidiani dalla fiera e alle analisi post Manifestazione; una nuova stagione di podcast racconterà i protagonisti della Manifestazione e le novità di prodotto; la App ufficiale del Salone del Mobile.Milano sarà aggiornata con nuove funzioni e servizi, tra cui realtà aumentata e wayfinding.

Sarà nuovamente possibile acquistare i biglietti, accedere al dettaglio dei prodotti esposti e scansionare i relativi QR Code per conoscerne tutte le caratteristiche tecniche. Gli operatori di settore potranno prenotare appuntamenti con le aziende per incontrare direttamente gli interlocutori di loro interesse, mentre per i brand sarà più facile entrare in contatto coi visitatori dei loro stand grazie al matchmaking. Tra i risultati raggiunti, circa 80 milioni di account raggiunti sul fronte social network, mentre la piattaforma digitale ha registrato 14 milioni di views nell’arco dell’ultimo anno. Gli hashtag ufficiali del Salone del Mobile.Milano 2023 saranno #salonedelmobile2023 ed #euroluce2023. 

Brutalismo con un tocco francese: nuova vita per la casa progettata dall’architetto Ernst Gisel

Brutalismo con un tocco francese: nuova vita per la casa progettata dall’architetto Ernst Gisel

Brutalismo con un tocco francese: nuova vita per la casa progettata dall’architetto Ernst Gisel

Il suo approccio artistico, senza tempo ha reso l’architetto svizzero Ernst Gisel un modello per generazioni di architetti creativi. Perfetta espressione del suo lavoro è la casa che ha progettato nel 1988 a Erlenbach, sulle rive del lago di Zurigo. Oggi negli interni completamente ristrutturati da Victoria Maria Interior Design la modernità senza tempo e la pulizia stilistica delle linee di rubinetteria Tara e Meta di Dornbracht ne sottolineano il nuovo stile.

L’architetto svizzero Ernst Gisel ha impiegato oltre sessant’anni per realizzare questa abitazione a Erlenbach che nel corso della progettazione ha visto modifiche alla struttura e agli interni per rispondere alle esigenze dei committenti e armonizzarsi al contesto e alla topografia del luogo. L’espressivo cemento a vista e l’uso di materiali naturali come pietra, legno e ardesia caratterizzano l’insieme composto da due case bifamiliari mentre la soluzione di Gisel al terreno in pendenza e allo spazio ristretto è stata quella di pensare a diversi livelli spaziali.

Nel progetto originale mentre il piano terra fungeva da ingresso alla casa, gli spazi abitativi, con vista sul lago di Zurigo, si trovavano ai piani superiori. Aree frontali accentuate, giardini e terrazze tagliano lo spazio, combinando l’interno con l’esterno e creando diverse aree outdoor per trascorrere il tempo e divertirsi. Insolito per il contesto è l’uso di una copertura a botte, ma questa terminazione verso l’alto non è che la logica conseguenza della composizione spaziale.

La casa come una scultura

La sfida per l’interior designer Victoria Maria è stata quella di combinare il brutalismo dell’architettura con il comfort e l’eleganza contemporanei, oltre che con un tocco francese. Il soffitto in cemento a vista altamente strutturato, peculiarità ed elemento di design del progetto originale rimane quindi sempre visibile come le nicchie, i caminetti e le lampade progettati per la casa. Anche le rientranze e i tagli nei muri e nelle partizioni che Gisel ha scelto per la suddivisione in zone, le varie trame e i cambiamenti di materiale, nonché le zone con luce incidente, continuano a svolgere un ruolo. Congiunzioni di pareti rotonde, finestre in posizioni insolite, sfondamenti e una galleria aperta creano prospettive in continua evoluzione. Perno della casa è la scala centrale che collega tutti i livelli. Lo stretto spazio aereo elimina i confini spaziali tra loro e orchestra le relazioni visive per gli occupanti.

La scala centrale, perno della casa che collega i diversi livelli.

Eleganza contemporanea

I pavimenti sono stati sostituiti come anche la cucina e i bagni completamente ripensati. Le esigenze sono cambiate nel corso degli anni, quindi la cucina è stata ripensata come ambiente open space. Ottone, pietra lavica verde smaltata e marmo Emperador definiscono la nuova atmosfera.

La cucina, progettata come un open space in accordo con gli stili di vita che cambiano.

Tara si inserisce con discrezione nel bagno padronale. Per le pareti, il pavimento e le superfici rialzate è stato scelto un travertino italiano chiaro, in contrasto con il soffitto originale in cemento a vista altamente strutturato. La precisione cubica degli infissi divide l’area in zone, con i grandi specchi che dilatano lo spazio. Questa riduzione all’essenziale crea un’atmosfera di chiarezza senza pretese, particolarmente evidenziata dalla nuova finitura Dark Platinum spazzolato di Tara. Rubinetteria Dornbracht, con la linea Meta, anche nel bagno degli ospiti. Scelta nella stessa finitura di Tara, Dark Platinum spazzolato, soddisfa la richiesta di un minimalismo moderno, oltre che di un’estetica duratura.

L’equilibrio di finiture di alta qualità, il mix di colori tenui e intensi, i raffinati tessuti e le carte da parati, mantengono lo stile dell’edificio e il suo carattere non convenzionale, ma allo stesso tempo danno un tocco nuovo e contemporaneo. I nuovi elementi rispettano in modo naturale il pregresso. In linea con lo spirito di Ernst Gisel.

L’architettura tra Europan 16 e il futuro: l’intervista agli architetti di LuMaa Lab

L’architettura tra Europan 16 e il futuro: l’intervista agli architetti di LuMaa Lab

L’architettura tra Europan 16 e il futuro: l’intervista agli architetti di LuMaa Lab

Un progetto vincente a Europan 16 e un futuro roseo (sempre tendente al green). In occasione della mostra ancora “on stage” all’ordine degli architetti di Como abbiamo intervistato Luca Luini e Riccardo Masiero di LuMaa Lab e Christian Vittorio Garavello, curatore della mostra. Tra presente, passato e futuro…

Tre ambiti (urbano, agricolo e naturalistico), sei interazioni diverse, un progetto che unisce un territorio complesso, come quello di Bitonto. Questo, detto con parole troppo povere che arricchiremo in queste righe, è il progetto vincitore di Europan 16, realizzato da Luca Luini e Riccardo Masiero dello studio LuMaa Lab e che in questo momento è esposto all’ordine degli architetti di Como in una mostra curata da Christian Vittorio Garavello.

Da sinistra a destra: Riccardo Masiero e Luca Luini, i fondatori di Lumaa Lab.

Un progetto che ridisegna come centro culturale quelli che nel tempo erano diventati luoghi emarginati, mantenendo al centro un concetto chiaro e diventato sempre più trait d’union del pensiero globale: la sostenibilità. Un must, ma anche una necessità.
Europan è un programma europeo di concorsi di Architettura, tra i più importanti a livello internazionale, per giovani architetti di tutto il mondo che si articola coinvolgendo più siti in svariati paesi dell’Unione Europea”, ci ha spiegato Garavello. “Inoltre è una grande possibilità di riflessione, dibattito e trasformazione che investe varie scale e vari attori del territorio”.

EUROPAN
Quanto e perché è importante un’iniziativa come Europan?
Europan – ci spiegano gli architetti di LuMaa Lab – da la possibilità a giovani professionisti di confrontarsi con un’organizzazione che da un lato agisce fortemente per l’implementazione dei progetti vincitori da una fase concorsuale a una realizzativa, dall’altro lato ponendo come centrale un accrescimento del dibattito teorico sui temi specifici di ogni edizioni che riguardano la città e il paesaggio europeo, nel caso della sedicesima edizione le “Living Cities”. Altro importante presupposto ha a che fare con la ricerca dello scambio e della proliferazione di idee tra progettisti, città , studiosi e cittadini di diverse nazioni europee, che hanno la possibilità di creare connessioni e riflessioni oltre i propri confini nazionali”.

Come ben messo in evidenza da LuMaa Lab – ha aggiunto Garavello – Europan rappresenta un’occasione molto importante di ricerca, sperimentazione e confronto per i giovani progettisti che decidono di impegnarsi in un concorso di questa portata. Inoltre penso sia una grande opportunità anche per le amministrazioni, che si trovano a lavorare e confrontarsi con progetti di qualità alta”.

IL TEMA
Il tema generale di Europan 16 intendeva confrontarsi e dare risposte ad alcune sfide tremendamente attuali, dalla crisi climatica e di risorse fino all’inasprimento e alla nascita di nuove disuguaglianze.
“Le risposte –
hanno scritto in modo molto chiaro nel foglio di sala della mostra – si cercano in nuovi modi di concepire lo spazio in termini di scambio, relazione, e flusso tra sistemi dinamici definibili con i termini di Vitalità Metaboliche e Vitalità Inclusive. Queste due modalità di concepimento dei rapporti spaziali tendono a istituire sinergie natura – cultura e a prendere in considerazione luoghi emarginati ridando loro vita”.

Com’è nato il progetto?
Il progetto nasce dall’analisi del territorio del barese e di Bitonto, nel quale abbiamo intravisto nella Lama Balice l’elemento che avesse in sé la maggiore potenzialità in termini rigenerativi e con le maggiori ricadute sui piani cittadini. Studiando i meccanismi di funzionamento di questo ecosistema in relazione agli altri due principali ambiti (quello urbano e quello rurale) abbiamo dedotto tutte le possibili azioni e meccanismi che abbiamo riproposto a livello di visione generale e che abbiamo poi condensato nel disegno dello spazio aperto”.

È un progetto molto complesso che affronta molte questioni, sintetizzerei e raggrupperei in due grandi aree che necessariamente lavorano assieme: il metodo di lavoro e le scelte di rappresentazione”, ci spiega Christian Garavello.

Christian Vittorio M. Garavello, curatore della mostra.

Per quanto concerne il metodo: penso sia un progetto che si è posto nella posizione di capire i contesti d’intervento prima di agire, senza l’arroganza di imporre un proprio gesto autoreferenziale. È un progetto che è riuscito a capire come far dialogare i diversi ambiti naturalistico, urbano e agricolo e la sua forza è stata proprio quella di aver trovato la giusta misura per proporre la propria soluzione”.

Per la rappresentazione – prosegue – invece il discorso è analogo: come rappresentare i contenuti è un aspetto fondamentale e molto delicato. Si rischia di ottenere un risultato negativo se le informazioni sono confuse, sovraccariche di dati e graficismi. All’opposto, la rappresentazione delle proprie riflessioni può apparire troppo arida. LuMaa Lab ha fatto un importante lavoro di ricerca su questo aspetto, producendo elaborati che mettono in evidenza in maniera efficace la complessità dell’analisi e delle proposte. Proprio su questo aspetto con Margherita Mojoli ed Andrea Gerosa (presidente e consigliere dell’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Como, ndr.) abbiamo ritenuto che mostrare le tavole fosse indispensabile per far comprendere questo secondo aspetto”.

Credo che il punto di forza del nostro progetto sia stato di aver messo in relazione il territorio e le sue potenzialità latenti rispetto a un disegno dello spazio urbano che necessitava di una rigenerazione in chiave sostenibile. Fornendo per Bitonto sia una chiave di lettura del sistema naturalistico di Lama Balice, sia una rilettura dello spazio urbano che è ripensato in funzione di una città più vivibile e pedonale”, ha commentato Luini.

Quanto è “futuribile” il vostro progetto?
Il progetto di Learning from the lama è futuribile in quanto è stato concepito come strumento e punto di partenza per i piani di rigenerazione della città di Bitonto” ha spiegato Luini. “Alla scala territoriale si evidenziano alcune strategie che l’intera vasta area municipale può adottare in chiave di ripensamento degli ecosistemi, alla scala urbana invece il progetto prova a dare una visione per le piazze di Bitonto e delle sue frazioni coerente con le esigenze della municipalità e con la possibilità di elaborarlo ad una fase successiva”.

Una delle parole chiave del prossimo futuro è – e non può non essere, in un accenno involontariamente parmenideo  – la sostenibilità. Non solo una parola, ma un modo di pensare, industriale e architettonico, che dovrà riuscire a fare un passo “oltre” la difficoltà dell’uomo nel guardare al futuro senza pensare troppo all’oggi.
Come in tutti i settori economici e della vita umana l’epoca che ci si pone davanti esige un ripensamento nei meccanismi in cui si progetta. L’architettura e l’urbanistica sono già oggi tra i settori maggiormente impattanti la realtà fisica e la vita dell’uomo in senso lato. Il green, o preferibilmente la sostenibilità di un progetto in senso lato, (che può anche esulare dalla componente prettamente naturale), deve diventare elemento strutturale nel progetto”.
C’è molto da riflettere sul come Architettura ed Urbanistica, in ogni loro fase, debbano rispondere alle domande che il futuro pone all’oggi”, ha concluso Garavello. “Quindi, la progettazione sostenibile deve necessariamente essere una delle pietre angolari della pratica progettuale fin dalle primissime fasi.
Ciò che va scongiurato è la superficialità nell’approccio alla progettazione sostenibile. Non penso sia più possibile rimandare questo tipo di riflessione”.

La vittoria a Europan 16 è un punto di partenza. E il futuro?
Il gruppo di lavoro ha come obiettivo quello di continuare la propria ricerca nel campo architettonico e dell’urban design nel solco dell’esperienza di Europan, dal quale ovviamente abbiamo tratto un profondo arricchimento tematico e di esperienza”, hanno concluso gli architetti di LuMaa Lab.

A noi non resta che ringraziare per il tempo dedicatoci e invitare i nostri lettori ad andare a visitare la mostra all’ordine degli architetti di Como.

 

A cura di Francesco Inverso

IL PROGETTO
Il progetto vincitore di Europan 16 – Learning from the LAMA – ha affrontato queste delicate questioni intervenendo nelle città di Bitonto, Palombaio e Mariotto e analizzando il rapporto tra la LAMA Balice, lo spazio urbano e il paesaggio naturale.
La Lama Balice è uno dei canyon (le LAME) con larghezze e profondità variabili che caratterizzano il paesaggio tra il parco dell’alta Murgia e la città di Bari e presenta una varietà di flora e fauna notevole. Il punto focale è come questo ecosistema possa rapportarsi positivamente innescando processi migliorativi per gli ambiti urbano ed agricolo.

Lo studio dei meccanismi naturali esistenti nel Lama genera modelli di scambio che, se implementati e replicati, contribuiscono a rafforzare la biodiversità con ricadute positive in termini di qualità ambientale, vivibilità urbana e processi economici”.
In questo senso vengono individuati tre ambiti che devono essere messi in relazione reciproca per poter far fronte alle sfide brevemente elencate in apertura di testo.

Tre ambiti, come abbiamo accennato. La città (ambito urbano), ovvero Bitonto e i relativi borghi di Mariotto e Palombaio; la campagna (ambito agricolo), ossia la piana olivetana e la Lama Balice (ambito naturalistico), lo spazio della biodiversità.
Tre ambiti che hanno generato sei interazioni diverse, tra Lama e la città che lavora sulla gestione delle acque e della presenza del verde in città; tra la città e la campagna che punta l’attenzione sul turismo agricolo e sul miglioramento della produzione agricola;
infine tra Lama e campagna, che interviene sui bordi della Lama e sul rapporto tra Lama e campagna letto dal punto di vista di una miglioria dei rapporti reciproci tra i due ecosistemi.

Design tra mente e materia: “Makers1”

Design tra mente e materia: “Makers1”

Design tra mente e materia: “Makers1”

Nello spazio espositivo di Caselli 11-12, a Milano, va in scena “Makers1”, il primo appuntamento di una serie di mostre dedicate al design contemporaneo…

Una partita a scacchi tra la materia e la mente”. Per raccontare “Makers1”, il primo appuntamento di una serie di mostre dedicata al design contemporaneo – “on stage” nello spazio espositivo di Caselli 11-12 (Piazzale Principessa Clotilde 11-12 a Milano) fino al 15 gennaio – partiamo da questa frase, dall’incipit del testo curatoriale rilasciato in occasione dell’evento.

E “Makers1” è proprio una partita a scacchi tra materia e mente, l’incontro tra legno e metallo, tra teoria e pratica in uno spazio che racchiude ed esalta i contrasti che diventano dialogo. “Designer e materiali entrano in rapporti di dialogo e negoziazione – spiega il comunicato – si scontrano e si scambiano i ruoli. Adottando il contatto diretto con gli elementi come prospettiva progettuale, la mostra accorcia le distanze tra il pensiero e la creazione di oggetti.
Adottando il contatto diretto con gli elementi come prospettiva progettuale, la mostra accorcia le distanze tra il pensiero e la creazione di oggetti”
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“Makers 1” si sviluppa attorno a due punti focali, legno e metallo, per considerarne le specificità e le possibilità di applicazione nel design contemporaneo, insieme alle ricorrenze e alle mutazioni formali che li caratterizzano. Lungo il percorso espositivo, la verità della materia incontra le astrazioni della tecnica: alle volte i materiali sembrano dissiparsi, soggiogati dalle norme imposte dalla sintesi geometrica e dalla storia dell’architettura; in altri casi emergono nella loro natura densa e concreta, come spazio in cui domina l’imponderabilità”.   

Un gioco di contrasti e di “scambi” tra materiali, funzioni, realtà. Tra l’ambiente domestico e quello industriale, tra l’estetica e la praticità. Un punto d’incontro tra la forma e la funzionalità.
Seguendo questa linea di ricerca, “Makers1” sfida i limiti e le convenzioni che tendono a separare, unire o sovrapporre il contesto domestico a quello industriale tramite una selezione di lavori che esaminano questa polarità – spesso superandola”.
A noi non resta che consigliarvi la visita.

IN MOSTRA
Katy Brett, goons, Lewis Kemmenoe, Marc Morro, RAM Isole, Arnaud Eubelen, LOTTO studio, Levent Ozruh, Jaclyn Pappalardo, Bram Vanderbeke, Antonio Barone, Bureau Barbier Bouvet, Chris Fusaro, Claudia Girbau, Matteo Guarnaccia, LS GOMMA, Raphael Kadid, Max Milà Serra, NM3, Laura Sebastianes, Jan Hendzel Studio, Studio Verter, The Back Studio, Piovenefabi, Tornasol Studio, Heim+Viladrich, Johan Viladrich, studioutte, Zaven.

LO SPAZIO
Lo spazio espositivo multi-funzione di Caselli 11–12 nasce nel 2022 grazie al processo di restauro conservativo dei caselli daziari di Porta Nuova attuato da Oltrefrontiera Progetti, azienda di design e architettura che opera nel settore retail e visual dal 1993, di cui la giovane realtà è un’estensione.

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Francesco Inverso

Quando scrissi la prima volta un box autore avevo 24 anni, nessuno sapeva che cosa volesse dire congiunto, Jon Snow era ancora un bastardo, Daenerys un bel personaggio, Antonio Cassano un fuoriclasse e Valentino Rossi un idolo. Svariati errori dopo mi trovo a 3* anni, con qualche ruga in più, qualche energia in meno, una passione per le birre artigianali in più e una libreria colma di libri letti e work in progress.
Sbagliando si impara…a sbagliare meglio.

Architettura storica per stili di vita contemporanei

Architettura storica per stili di vita contemporanei

Architettura storica per stili di vita contemporanei

Vittorio Grassi firma il progetto di rinnovamento per gli spazi di lavoro flessibile Regus in piazzale Biancamano a Milano

È stato ultimato il progetto firmato da Vittorio Grassi Architects per il prestigioso immobile di piazzale Biancamano 8 gestito da AXA IM Alts per conto dei propri clienti, oggi in locazione a Regus, brand del gruppo IWG, leader negli spazi di lavoro flessibile e co-working.
L’intervento rigenera un’imponente costruzione di fine ‘800 caratterizzata da un’architettura tipicamente milanese, rinnovata seguendo una strategia di progettazione integrata: è stato conservato il fascino del palazzo storico aggiornando al contempo le prestazioni energetiche e tecnologiche, creando ambienti funzionali e confortevoli con un profilo estetico di alto livello.

Il progetto, per la realizzazione del quale lo studio è stato affiancato da Tétris (azienda del Gruppo JLL leader nel design x build e nel fit-out di spazi di lavoro), è stato eseguito con un approccio particolarmente attento ai temi della sostenibilità, del comfort e della vivibilità degli spazi. Grazie all’assistenza di Deerns Italia, “Biancamano 8” ha infatti ottenuto la certificazione “Very Good” secondo il protocollo internazionale BREEAM, che valuta l’edificio secondo un’analisi complessiva di tutti gli aspetti legati alla sostenibilità ambientale, economica e sociale.

Il restyling architettonico ha previsto la riorganizzazione di tutti gli ambienti disposti su n.5 piani – che si articolano in lobby, n.3 sale di co-working, n.72 uffici, n.4 sale riunioni, spazi indoor e outdoor dedicati ai break, all’interazione e allo svago – oltre all’implementazione di un raffinato sistema illuminotecnico e di infrastrutture tecnologiche di ultima generazione, con nuovi impianti dati, elettrici e antincendio.

Nello specifico, il progetto ha visto al piano terra la creazione di una hall che permette di connettere piazzale Biancamano alla corte interna, facilitando il passaggio a tutte le aree del palazzo. La nuova lobby, un ambiente elegante e accogliente, è uno spazio polifunzionale dove si trovano la segreteria, un’area di accoglienza, postazioni di coworking, phone booth e un’area break. Proseguendo negli spazi che affacciano su Bastioni di Porta Volta, si trovano altre postazioni coworking e sale riunioni, riconfigurabili in base alle necessità tramite pareti mobili.

Dal primo al quarto piano si alternano uffici e sale riunioni, alcuni dei quali dotati di terrazzo, scanditi dall’utilizzo di pareti vetrate ed infissi color grafite che generano originali contrasti cromatici con i colori neutri di pavimentazione e soffitto, dando luminosità agli interni e donando un “look and feel” dal sapore contemporaneo. 

Ad ogni piano si trovano aree comuni di servizio e piccoli ma confortevoli spazi lounge in adiacenza dell’ingresso degli ascensori. Al terzo piano si trova un’altra sala break comune, che si apre sul terrazzo: uno ampio spazio affacciato sulla silenziosa corte interna, che l’intervento ha trasformato in zona lounge dove poter pranzare o lavorare all’aperto, in linea con le nuove esigenze lavorative.

Per quanto riguarda la palette cromatica, gli interni vedono la presenza dominante di diverse nuance di grigio, ricercate e rilassanti, che spaziano dallo storm grey delle aree break al grigio più chiaro selezionato per arredi e complementi. Per alcuni elementi si accostano ai grigi alcuni colori pastello come sabbia o salvia, mentre l’illuminazione è affidata a lampade da soffitto e da tavolo, sospensioni, faretti e applique dal design pulito e contemporaneo.