I 5 migliori piatti mangiati nel 2022 a Milano e dintorni

I 5 migliori piatti mangiati nel 2022 a Milano e dintorni

I 5 migliori piatti mangiati nel 2022 a Milano e dintorni

È partito il conto alla rovescia per l’anno nuovo, e con esso è arrivato il momento dei bilanci. Ecco dunque i cinque migliori piatti assaggiati nel 2022 (più uno) fra Milano e provincia.

Se il 2022 è stato un anno per certi versi poco confortante (ne abbiamo parlato qui), dal punto di vista gastronomico è stato invece particolarmente avvincente. Si sa, a noi italiani piace mangiare, è parte di ciò che siamo e di come affrontiamo la vita, per cui un motivo per riunirci davanti a un bicchiere di vino o una pizza lo troviamo sempre.

Di occasioni per uscire a mangiare un boccone ne abbiamo avute tante nel corso dell’anno, dalla pausa pranzo alla cena di compleanno passando per un aperitivo con le amiche, ma sia chiaro: non tutto quello che abbiamo mangiato valeva l’assunzione di quelle calorie. Per questo, nelle settimane che precedono l’arrivo dell’anno nuovo, è giunta l’ora di tirare le somme di quello che abbiamo mangiato e stilare un elenco dei cinque migliori piatti mangiati quest’anno.

Non vogliatecene, nonne di tutta Italia. Le vostre cotolette e paste al forno sono assolutamente imbattibili e nessuno chef tristellato potrà mai competere con l’affetto che mettete quotidianamente nelle vostre delizie. Ma a ogni nonna amorosa corrisponde un cuoco appassionato, e anche a loro occorre dare giustizia.

Attenzione: non è una classifica né un elenco esaustivo che debba necessariamente rispettare i gusti di tutti, ma una personalissima sintesi di quello che ci è piaciuto di più quest’anno fra Milano, provincia, Varesotto e Brianza. Una hit parade del nostro piacere personale.

Il tuo piatto preferito non compare in questo elenco? Segnalacelo, andremo a provarlo personalmente e chissà che non compaia nell’elenco del prossimo anno.

Il risotto con crema di piselli, harissa, rucola e limone sotto sale di Distreat (Milano, Naviglio Pavese)

Non è uno scherzo. Questi tre ingredienti insieme danno origine a un abbinamento da urlo, elegante, ma anche un po’ pop in cui il tocco orientale dell’harissa incontra la tradizione italiana degli agrumi. Un risotto estivo, fresco, grazie all’acidità del limone che si combina perfettamente con la ruvidezza della rucola e la cremosità dei piselli, in cui l’harissa fa da padrone senza però sovrastare gli altri sapori. Senza dubbio, uno dei piatti migliori assaggiati nel 2022.

Il risotto di Distreat

Il baccalà mantecato, cipolla e capperi di SPAZIO – Niko Romito (Milano, Duomo)

SPAZIO è il bistrot dello chef Niko Romito, che in Abruzzo ha guadagnato ben 3 stelle Michelin nel suo ristorante Reale di Castel di Sangro (L’Aquila). La chiave del menù è quella di scoprire i piatti del territorio in chiave gourmet, grazie anche alla creatività dei giovani cuochi della scuola di Niko Romito. In cucina, infatti, la brigata ha studiato dallo chef e propone piatti di alta cucina senza troppi fronzoli con vista sul Duomo. Sebbene l’intera carta meriti, a parer nostro, un assaggio, il piatto che più ci ha colpiti è il baccalà mantecato. Un pesce povero che da SPAZIO viene valorizzato al meglio e che sprigiona tutta la sua golosità grazie all’abbinamento con una crema di cipolla da volare via e una polvere di capperi che contrasta con la grassezza del baccalà. Provare per credere.

Il baccalà mantecato di SPAZIO

Il chorizo al vino rosso con puré di patate dolci di Posada Pop Kitchen (Vimercate, MB)

Il comfort food che tutti vorremmo poter mangiare a cucchiaiate sul divano davanti a una serie tv. Le patate dolci più cremose mai assaggiate fanno da sfondo a un chorizo sapido e gustoso, così morbido da sciogliersi in bocca. Posada Pop Kitchen è un locale di cucina messicana a Vimercate in cui si sta bene, si beve bene, ci si sente a casa. Dove il chorizo al vino rosso è solo la punta dell’iceberg di un menù curato, deciso, attento alla materia prima.

Il filetto di canguro alla liquirizia, soia e spinacino di Meat Eat (Varese, VA)

Nonostante l’apertura fresca fresca nell’aprile appena trascorso, Meat Eat si è già conquistato un posto nel nostro cuore. Non solo per il personale giovane e preparato, ma soprattutto per la qualità dei piatti proposti. La carta ruota attorno alla carne, ovviamente, e la loro specialità sono i tagli dry aged: fiorentine, costate e tomahawk frollate a secco nell’arco di 5-8 settimane per far sì che la carne ceda fino al 20% dei liquidi e risulti tenera, marmorizzata alla perfezione e con un aroma unico. Quello che ci ha particolarmente colpiti è, però, un antipasto, il filetto di canguro alla liquirizia, soia e spinacino. Il canguro è una carne morbida e ferrosa che qui viene scottata sui lati e servita con germogli di soia e croccanti foglie di spinacino irrorati da una golosissima salsa di soia e liquirizia. Chi avrebbe mai detto che carne e liquirizia fossero un abbinamento così perfetto?

Gli spaghetti tirati a mano serviti con salsa di sesamo, arachidi e pepe di Sichuan de Le Nove Scodelle (Milano, NoLo)

L’indirizzo a Milano per mangiare cucina cinese del Sichuan è, senza ombra di dubbio, Le Nove Scodelle in Piazzale Loreto. Trattoria tradizionale piccolina a cui corrisponde un menù piuttosto breve: nove piatti principali serviti in scodelle di ceramica (il 9 è il numero sacro all’imperatore), qualche antipasto e due o tre primi a diversi gradi di piccantezza, ma comunque tutti dai sapori decisi. Il nostro piatto preferito sono stati senza dubbio gli spaghetti tirati a mano: pasta di grano lunga, spessa, ben condita e cotta al punto giusto che quando la addenti ti fa dubitare delle tue origini italiane. Può la Cina offrire una pasta fresca degna delle migliori sfogline emiliane? Eccome se può.

Gli spaghetti tirati a mano de Le Nove Scodelle

 


Fuori lista: La pizza con ragù alla bolognese di Enosteria Lipen (Triuggio, MB)

Vi aspettavate cinque piatti, lo sappiamo, ma la pizza al ragù di Lipen ci è piaciuta così tanto che non potevamo escluderla da questa compilation. E non siamo solo noi a dirlo: premiata con i tre spicchi Gambero Rosso anche nell’edizione 2023 dell’omonima guida alle migliori pizzerie, la pluripremiata pizza di Corrado Scaglione compare nel 2018 nei 70 Best Restaurants with Pizzeria in the World, nella guida Pizzerie d’Italia de L’Espresso nel 2019 e nel 2020 nella classifica 50 Top Pizza. Morbida, alveolata, digeribile, con ingredienti di primissima qualità e attenzione alla tradizione, senza però tralasciare una decisa spinta all’innovazione. Il piatto della domenica in famiglia che incontra la pizza del venerdì sera con gli amici del calcetto.

La pizza al ragù di Lipen

Sì, lo sappiamo, non a tutti piace la pizza napoletana con il cornicione. Sì, lo sappiamo, abbiamo osato paragonare gli spaghetti cinesi alla pasta fresca all’uovo di Reggio Emilia. Sì, lo sappiamo, non ci credete che l’harissa si sposi da dio con la rucola. Sì, lo sappiamo, siete restii ad assaggiare il canguro. Ma a cosa serve il cibo se non a connettere, unire, identificarci, creare scompiglio?

Gaia Rossetti

Sono una gastrocuriosa e sarò un'antropologa.
Mia nonna dice che sono anche bella e intelligente, il problema è che ho un ego gigantesco. Parlo di cibo il 60% del tempo, il restante 40% lo passo a coccolare cagnetti e a far lievitare cose.
Su questi schermi mi occupo di cultura del cibo e letteratura ed esprimo solo giudizi non richiesti.

Restaurant for Future su sostenibilità ed eticità: non si sceglie solo il cibo

Restaurant for Future su sostenibilità ed eticità: non si sceglie solo il cibo

Restaurant for Future su sostenibilità ed eticità: non si sceglie solo il cibo

Un’indagine condotta dall’Università Popolare degli studi di Milano mette in luce i nuovi driver nella scelta di un ristorante. A Bologna il 16 novembre se ne discute in occasione di Restaurant for Future, evento organizzato da RistoBusiness e Crabiz.

Non è solo il cibo a indirizzare le scelte dei consumatori quando si parla di ristoranti, ma sono anche e soprattutto valori come la sostenibilità e l’eticità. È quanto è emerso dall’ultima indagine condotta dall’Università Popolare degli studi di Milano, e una posizione già sposata da Restaurant for Future, l’evento organizzato da RistoBusiness, azienda specializzata nella consulenza e nella formazione professionale per imprenditori nella ristorazione, e Crabiz, leader di mercato di consulenza aziendale.

L’evento, che si terrà il 16 novembre 2022 dalle 9:30 alle 18:00 presso FICO Bologna, il grande parco del cibo in Via Paolo Canali 8, sarà un’occasione per discutere delle prospettive del settore, proponendo soluzioni che possano favorirne non solo la ripresa, ma anche una crescita sempre più prospera.

Secondo lo studio dell’Ateneo, la sostenibilità incide fortemente nella scelta del ristorante per il 71% degli intervistati. Sapere che un locale è attento all’ambiente utilizzando prodotti biologici, magari a KM 0, e che riduce la sua impronta ambientale attraverso l’uso di energia green, può farlo preferire anche a chi offre un menù migliore.

Altro aspetto importante per i clienti è l’eticità con cui viene trattato il personale. Negli ultimi mesi si è molto parlato delle condizioni in cui tantissimi lavoratori del settore si trovano, con turni lunghissimi, al limite dello sfruttamento, nessun giorno libero e paghe misere. Sapere, invece, che un ristoratore tratta in modo corretto i propri collaboratori è motivo di preferenza per circa 2 intervistati su 3(61%).

Sostenibilità ed eticità sono due concetti chiave che tutti gli imprenditori della ristorazione dovrebbero tenere sempre a mente. – Commenta Emiliano Citi, CEO & Founder di RistoBusinesse ideatore dell’evento – E questo non solo da un punto di vista della responsabilità civica e ambientale, ma perché questi due pilastri possono portare ad una maggiore sostenibilità economica, che significa più guadagni per l’imprenditore. Un team soddisfatto ed appagato lavora meglio e produce di più, e si sente maggiormente coinvolto nel business, prendendone più a cuore anche i risultati. E questo genera vantaggi per entrambe le parti, che sono apprezzabili già nel breve periodo: da un lato, l’imprenditore ha entrate più alte, dall’altro, il maggior flusso di cassa garantisce ai collaboratori un lavoro regolare e ben retribuito”.

Anche la scelta di ambientare Restaurant for Future a FICO non è assolutamente casuale. Si tratta di un parco tematico sostenibile, con caratteristiche uniche al mondo. Tra queste, un impianto fotovoltaico di circa 55.000 mq installato su tetto, il più vasto in Europa, capace di soddisfare circa il 45%-50% del fabbisogno energetico, e un edificio in gran parte fatto di legno con sistemi avanzati di teleriscaldamento e cucine a induzione a disposizione di tutti i ristoratori del Parco, senza utilizzo di gas.

“Mentre in tutta Italia bar e ristoranti sono in grandi difficoltà per i costi da sostenere in questo periodo di crisi, dentro FICO i ristoratori non subiscono il caro bollette grazie al modello energetico virtuoso del Parco – Spiega Stefano Cigarini, Amministratore Delegato di FICO Eataly World – FICO è un esempio di sostenibilità non solo per le sue caratteristiche strutturali, ma anche per l’impiego di materiali compostabili da parte di tutti i suoi operatori e per il suo sistema circolare “a metro 0”: le eccellenze alimentari prodotte dalle fabbriche di FICO vengono infatti utilizzate e somministrate da tutti i ristoratori delle diverse aree: una sorta di grande mercato condiviso nel rispetto della sostenibilità a 360°”.

Sono oltre 700 gli imprenditori della ristorazione che saranno presenti a Restaurant for Future, con moltissimi relatori, tra i quali anche il divulgatore scientifico Luca Mercalli Federico Quaranta, conduttore radio e TV, autore e tra i volti noti di casa RAI, che modererà l’evento.

Tanti i temi che verranno messi sul tavolo, dalle prospettive future a cosa fare per uscire dalla crisi. Tra le proposte anche l’introduzione del bollino Ape blu, che indica la sostenibilità per i ristoranti, come le stelle Michelin fanno con la qualità della cucina e del servizio. Si parlerà anche di rincari energetici e delle materie prime, che stanno costringendo molte attività alla chiusura, la difficoltà nel reperire personale, ma anche la questione del lavoro nero e dei turni massacranti di 12 ore.