Lupo-Lorenzelli Projects presenta “Luca Napoli ColorZenith” a cura di Constant Dullaart

Lupo-Lorenzelli Projects presenta “Luca Napoli ColorZenith” a cura di Constant Dullaart

Lupo-Lorenzelli Projects presenta “Luca Napoli ColorZenith” a cura di Constant Dullaart

Con una serie di opere il cui titolo ColorZenith rende omaggio a uno storico laboratorio di stampa fotografica della città, dal 15 dicembre 2022 al 04 febbraio 2023, l’artista multimediale e designer Luca Napoli (Monza, 1988) debutta negli spazi di Lupo – Lorenzelli Projects a Milano.

Con una serie di opere il cui titolo ColorZenith rende omaggio a uno storico laboratorio di stampa fotografica della città, dal 15 dicembre 2022 al 04 febbraio 2023, l’artista multimediale e designer Luca Napoli (Monza, 1988) debutta negli spazi di Lupo – Lorenzelli Projects a Milano.

Partendo dal precedente lavoro tiedye.world – un sito web sperimentale nato tra il 2016 e il 2018 – Luca Napoli ha realizzato una serie di stampe fotografiche cromogeniche (c-prints) ispirate alla modalità di visualizzazione Google street view, e dedicate alla manipolazione del paesaggio. Trasformato in un dipinto, il mondo, osservato attraverso una lente che lo distorce, viene alterato e frammentato, generando immagini come ready-made, cartoline sfocate e sature che restituiscono il punto di vista dell’artista.

Quando durante il lockdown del 2020 i nostri dispositivi digitali sono rimasti l’unica finestra possibile sul mondo esterno, l’opera di Napoli è stata scelta dal curatore Constant Dullaart per una collettiva alla Upstream Gallery di Amsterdam insieme a Petra Cortright, Zach Lieberman e Jan Robert Leegte. L’opera in mostra incarnava perfettamente il passaggio dalla vita sulla Terra alla vita nell’etere, e ha riscosso un tale successo che a Napoli è stato conferito il premio Stimulering Fonds. Da questo nasce la sua volontà di esplorare le potenzialità del proprio mezzo espressivo e i suoi possibili sviluppi.

Il titolo della mostra ColorZenith – che racchiude in sé un’idea di esagerazione del colore – è contemporaneamente un omaggio e un riconoscimento all’omonimo laboratorio milanese, luogo in cui le fotografie dell’artista vengono fisicamente stampate: un punto di riferimento per la stampa fotografica ad alta risoluzione lightjet, tecnica che verrà definitivamente dismessa dallo studio durante il periodo di apertura della mostra.

Napoli porta avanti una ricerca sulla pittura infinita e nel frattempo scatta fotografie di tutte le esperienze che vive, documenta la sua opera e l’atto di vivere “in un’altra dimensione” del nostro mondo. La serie di Napoli è una traduzione pittorica delle immagini c-prints, che si propone di essere un loop possibilmente infinito di documentazione, un vero e proprio wormhole, ma allo stesso tempo vuole essere testimone della fine di un’era, celebrata al suo apice, al suo zenit.

Appuntamento con Marc Chagall: una passeggiata tra i suoi inconfondibili dipinti

Appuntamento con Marc Chagall: una passeggiata tra i suoi inconfondibili dipinti

Appuntamento con Marc Chagall: una passeggiata tra i suoi inconfondibili dipinti

Cosa rende la pittura di Chagall inconfondibile? L’unico modo per scoprirlo è far parlare i suoi coloratissimi dipinti, via d’accesso a un mondo sofferto e sognante.

Lo scorso 7 luglio si sono spente le 135 candeline dalla nascita di uno dei pittori più longevi della storia dell’arte: Marc Chagall.
Nato a Lëzna nel 1887 da una famiglia di religione ebraica e condizione modesta, fin da subito mostra una vocazione insopprimibile verso la pittura, come egli stesso spiega nell’autobiografia Ma Vie, in cui racconta delle insistenti preghiere alla madre per saltare la scuola e recarsi alla bottega del maestro Yehuda Pen, il solo pittore di Vitebsk. Vedono così la luce i primi “quadretti” che anticipano la lunghissima e prolifica carriera artistica.
Quindi, lasciamo parlare i suoi inconfondibili dipinti, via d’accesso a un mondo sofferto e sognante.

FRAGOLE. BELLA E IDA AL TAVOLO, 1916

All’età di 22 anni “il ragazzo con lo sguardo di una volpe” incontra “la ragazza dalla pelle d’avorio e dai grandi occhi neri” e tra i due scoppia un sentimento che li accompagnerà per tutta la vita. Dal primo momento Bella Rosenfeld diventa musa ispiratrice delle opere dell’artista bielorusso, che sposerà nel 1915. Quel legame puro e totalizzante li solleva da terra, li porta a fluttuare in aria, tanto che Chagall si ritrae spesso in volo con lei – basti pensare a La passeggiata o Sulla città. Il loro amore però affonda le radici nella realtà semplice e autentica della Russia contadina. Lo testimonia Fragole. Bella e Ida al tavolo, che celebra la nascita della figlia e mostra uno stile pittorico decisamente diverso dal solito e più realistico.

LA DANZA, 1928

Ci sono alcuni oggetti che ricorrono nella pittura di Chagall, in particolare il ventaglio, il violino e la pendola. Il primo costituisce un ponte tra la Francia, paese di adozione, e la Russia. Molto in voga negli eleganti ambienti parigini, viene rappresentato con pizzi sofisticati per richiamare la tradizione dei merletti di Vologda. La fama della loro pregevolezza portò all’apertura di numerose fabbriche a San Pietroburgo, dove, non a caso, C. frequentò l’Accademia Russa di Belle Arti. Il secondo omaggia sia gli artisti di strada che popolavano le rues parigine sia la cultura chassidica, nella quale il violinista riveste un ruolo importante in occasione di feste e cerimonie. Il terzo, secondo la religione ebraica, è lo strumento che permette di scandire lo scorrere del tempo, partendo dal microcosmo della propria casa e arrivando poi a misurare il ritmo dell’universo.

 

BUE SCUOIATO, 1947

La drammaticità degli avvenimenti che dilaniano l’Europa negli anni del nazismo spinge Chagall a dare sfogo alle terribili immagini che ossessionano la sua mente. La tematica dell’orrore della guerra trova compiutezza nel Bue scuoiato, in cui il pittore sostituisce al Cristo crocefisso un enorme bue insanguinato e sospeso, a cui fa da sfondo lo scenario notturno di Vitebsk. L’animale rappresenta un ricordo d’infanzia – il nonno era macellaio e lo zio mercante di bestiame – e una memoria della gioventù parigina, trascorsa a La Ruche, vicino al mattatoio.

 

 

 

DOMENICA, 1954

Nel 1910 Chagall si trasferisce a Parigi per entrare in contatto con le personalità più influenti dell’epoca, Picasso e Matisse, e lasciarsi influenzare dalle correnti artistiche d’avanguardia, il Fauvismo e il Cubismo, da cui rispettivamente erediterà l’uso di un colore anti-naturalistico e la tendenza a sovrapporre piani e figure. La città, che consacrerà la sua notorietà, si trasforma in materia onirica, viene dipinta a tinte vivide e brillanti per esaltarne la magia e l’atmosfera fiabesca.

“Nessuna Accademia avrebbe potuto darmi tutto quello che ho scoperto divorando le esposizioni di Parigi, le sue vetrine, i suoi musei […]. Come una pianta ha bisogno di acqua, così la mia arte aveva bisogno di Parigi”. (M. Chagall, Ma Vie)

 

L’OROLOGIO, 1956

Le tele di Chagall, traendo ispirazione dalla tradizione folkloristica russa e attingendo all’iconografia ebraica, si popolano di una gran quantità di animali che, spesso, sovrastano i tetti dei villaggi sovietici – lo stesso C. vi saliva per contemplare la sua città dall’alto in solitudine. Tra gli animali più ricorrenti troviamo il gallo, simbolo di potenza e rinascita, ma anche vittima sacrificale alla vigilia dello Yom Kippur, e la capra, allegoria della condizione protetta e intima del focolare domestico. Ne L’orologio il colore supera i limiti della razionalità e diventa veicolo di intense emozioni, che tingono di una sfumatura profondamente malinconica e nostalgica l’intera composizione.

 

Di Ilaria Zammarrelli