Cultura e istruzione: nuovo grandissimo polo formativo a Modica

Cultura e istruzione: nuovo grandissimo polo formativo a Modica

Cultura e istruzione: nuovo grandissimo polo formativo a Modica

Un innovativo campus universitario di 7000 mq nel cuore verde di Modica, città siciliana culla del barocco, per coltivare i talenti del Mezzogiorno e attirare quelli stranieri, dagli Stati Uniti al Giappone, attraverso la filosofia dello “Slow Study”: è questo il progetto inaugurato da Icotea, istituto di formazione universitaria accreditato dal MIUR, con l’obiettivo di diventare il punto di riferimento degli studenti dell’intero bacino del Mediterraneo e non solo, come dimostra il progetto di scambio “Marco Polo-Turandot” avviato con le università cinesi.

Patria del cioccolato, culla del Barocco e sfondo mozzafiato delle puntate del famoso Commissario Montalbano. Sono questi i tratti più identificativi di Modica (RG), città del sud-est siciliano dichiarata patrimonio Unesco. A questo valori, però, se n’è aggiunto un altro molto ambizioso: quello di diventare un punto di riferimento per la formazione a livello internazionale. La Sicilia è la culla della civiltà occidentale, frutto del crocevia di culture ed etnie diverse che si sono succedute nel corso di secoli. Dalla Magna Grecia alle cattedrali arabo-normanne, i fasti del passato hanno lasciato per troppo tempo spazio ad una situazione complicata nell’Isola, resa evidente dall’alto tasso di migrazione dei giovani per studiare nelle strutture del nord del Paese e all’estero. C’è però una realtà che si sta impegnando per invertire il trend: si tratta di Icotea, istituto di formazione accreditato dal MIUR che ha da poco inaugurato il proprio hub universitario a Modica. La quarta sede, dopo Milano in via Mecenate, Roma a Trastevere e Sassari, è un innovativo campus di ben 7000 mq che offre lauree, master, corsi di specializzazione e certificazioni linguistiche, proponendosi come punto di riferimento per l’istruzione in tutto il bacino del Mediterraneo. Una struttura polifunzionale unica nel suo genere, che vuole rappresentare un punto di crescita completa, aggiungendo alla formazione accademica attività sportive e culturali: alle 22 aule ed i 5 laboratori si aggiungono 2 palestre, una al chiuso e una all’aperto, 2 teatri e diverse aree espositive. Il campus dispone delle più moderne tecnologie multimediali e informatiche, integrate in modo armonico in un parco naturale di circa 15000 mq che non è stato modificato per far posto alla struttura. Un’Integrazione tra tecnologia e natura che risponde alla missione di sostenibilità ambientale di tenere basse le emissioni di CO2.

Ma l’ambizione di Icotea supera i confini nazionali, puntando alla concreta internazionalizzazione della Sicilia: la realtà formativa vuole infatti attrarre gli studenti provenienti da ogni parte del mondo a Modica, permettendogli di vivere un’esperienza di formazione di alto livello in un contesto ricco di arte, storia e cultura all’insegna dello “Slow Study, offrendo un contesto più salubre e con meno occasioni di distrazione rispetto alle grandi metropoli. La prima iniziativa in questo senso è stata già avviata: si tratta del progetto “Marco Polo-Turandot”, scambio formativo con le università cinesi. I benefici di un polo universitario così fortemente radicato nel territorio si diffondono a cascata su tutto il tessuto imprenditoriale della Regione, che può così contare su giovani professionisti: “Icotea è un progetto che nasce per dare nuove speranze alla Sicilia e all’intero Sud, permettendo a tanti giovani di rimanere nella propria terra e formarsi in modo adeguato per un mercato del lavoro sempre più competitivo – afferma il Presidente e Fondatore di Icotea Tommaso Barone, originario proprio di Modica e per questo spinto dall’obiettivo di migliorare le condizioni della propria terra – Ci poniamo anche un obiettivo ancora più ambizioso, ossia l’internazionalizzazione della Sicilia. Siamo pronti ad accogliere studenti internazionali, dalla Cina agli Stati Uniti, per far conoscere le eccellenze della nostra città e proporre un modo alternativo e meno frenetico di studio”.

Il progetto di Icotea parte da lontano, nel 1998: nasce come Istituto di consulenza tecnica alle aziende offrendo corsi di sicurezza sul lavoro poi, progressivamente, inizia ad espandersi estendendo l’offerta didattica e portando la formazione online, rendendola fruibile a tutti: non solo opportunità per studenti con corsi certificati di laurea in mediazione linguistica e master che spaziano dalle materie umanistiche al marketing alla giurisprudenza, ma anche diplomi di specializzazione e corsi di aggiornamento per albi professionali e docenti scolastici. Un totale di 346 corsi e 59 aree tematiche che contano 61 accreditamenti ministeriali, il numero più elevato per un istituto di formazione: oltre al MIUR, certificano la qualità della didattica il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il Ministero della Giustizia, il CONI e i più importanti Ordini Professionali. Il sito web e la sezione e-learning sono inoltre fruibili per i non vedenti. “Nel corso del tempo siamo riusciti a costruire un’offerta formativa multidisciplinare e certificata, ponendo da sempre attenzione alle opportunità didattiche che offrono i nuovi strumenti digitali. Infatti, già dal 2013 utilizziamo il metodo del blended learning, che affianca il sistema tradizionale di insegnamento in aula con attività di e-learning”, conclude Tommaso Barone.

Boom per il turismo “culturale”, fatturati alle stelle

Boom per il turismo “culturale”, fatturati alle stelle

Boom per il turismo “culturale”, fatturati alle stelle

All’interno di uno scenario globale estremamente positivo (+58% sul 2021), il Vecchio Continente si prende la scena, generando la metà delle entrate totali grazie alla presenza sul territorio di musei, borghi e attrazioni dal fascino intramontabile. I Paesi di punta? Germania e Italia…

Superare la tempesta, mantenendo lo sguardo fisso sull’orizzonte per scorgere nuovi e fruttuosi scenari: ecco ciò che ha fatto il settore del turismo nel corso degli ultimi anni e, stando a una serie di ricerche effettuate sulle principali testate del settore da Espresso Communication per la Fondazione Città Identitarie, uno dei principali traini su cui ha fatto e fa tutt’ora affidamento l’industria turistica globale è la cultura. Le prime conferme in merito giungono dal portale GlobeNewswire, secondo cui l’asset del cultural tourism raggiungerà quota 12 miliardi di dollari di fatturato entro il 2028 dopo aver sfiorato i 5 miliardi nel 2021. Ulteriori informazioni in merito giungono da un approfondimento stilato da Future Market Insights: stando a quanto indicato dal portale, il Nord America, l’Asia orientale e l’Africa sono alcuni dei paesi che favoriscono l’ascesa del mercato sopradescritto, ma l’Europa è la vera e propria capitale del turismo culturale. Technavio si dimostra sulla stessa lunghezza d’onda e afferma che il Vecchio Continente detiene la quota di maggioranza dell’asset perché contribuirà all’ottenimento del 50% delle entrate totali entro i prossimi 5 anni. Questo “traguardo” è dettato dal fatto che il territorio europeo può vantare la presenza di innumerevoli città, musei, borghi e attrazioni dal fascino intramontabile. Tra i principali paesi del territorio europeo, la crescita maggiore si verificherà in Germania e in Italia. A proposito di Bel Paese, le città d’arte sono diventate popolari trend virali sui social: basti pensare che su Instagram la top 3 delle città culturali più gettonate è costituita da Milano (1° con l’hashtag #milano che conta circa 39 milioni di contenuti), seguita da Roma (2° con 36 milioni di contenuti) e Napoli (3° con 21 milioni di post pubblicati), fuori dal podio Firenze con 12 milioni di contenuti e Venezia con quasi 11 milioni. Tik Tok, invece, ribalta la situazione: Napoli 1° con 17 miliardi views, seguita da Roma (2° con 11 miliardi) e Milano (3° con 7,5 miliardi). Non cambia, invece, la situazione di Firenze, che conta 1 miliardo di views, e Venezia, la quale ne vanta circa 980 milioni.

Al di là delle singole metropoli culturali, lo Stato italiano punta alla valorizzazione del propio patrimonio di riferimento attraverso iniziative mirate ed efficaci come i premi, i dibattiti e le attività didattiche organizzate dalla Fondazione Città Identitarie, realtà istituita dal movimento CulturaIdentità per promuovere l’unicità e la storia di tutto ciò che simboleggia il made in Italy. “Non è un caso che il nostro Paese sia una delle eccellenze in termini di turismo culturale – afferma Edoardo Sylos Labini, presidente della Fondazione Città Identitarie e ideatore del movimento CulturaIdentità – L’Italia è un vero e proprio polo di ricchezza sia in termini naturali sia artistici che, però, vanno promossi al meglio: per farlo è fondamentale ripartire dai borghi. In quanto fondazione e realtà fortemente radicata sul territorio, grazie all’adesione di quasi 8mila comuni dello Stivale, promuoviamo la storia, l’arte e la cultura del made in Italy. Con l’utilizzo di un linguaggio contemporaneo, applicato ad un circuito di eventi e festival, raccontiamo l’Italia più piccola, quella più bella, che ad oggi rappresenta circa il 70% dell’intero Stato italiano”.

E la Germania? L’altro Paese del Vecchio Continente che emerge per cultural attraction viene ripreso anche dal sito dell’UNESCO. A questo proposito, i musei della cittadina di Bamberga, per esempio, organizzano corsi di cucina ed eventi gastronomici all’interno delle storiche strutture per avvicinare ulteriormente locali e turisti alla propria storia e bellezza culturale. Per concludere, Outlook Traveller ha realizzato un approfondimento contenente alcune delle migliori attrazioni del territorio tedesco, tra cui la città di Brema, la quale è arricchita dalla presenza di innumerevoli edifici dai tratti rinascimentali, Amburgo, influenzata dalla corrente Art Nuoveau, le opere del Tebel Art Park di Berlino e, infine, il Music Festival di Dresda che prevede una serie di appuntamenti orchestrali con balletti e anche qualche esibizione jazz.

Pesolillo: quando i vini raccontano la terra

Pesolillo: quando i vini raccontano la terra

Pesolillo: quando i vini raccontano la terra

Durante l’ultima edizione di Trevino abbiamo avuto l’occasione di assaggiare i vini prodotti dalle tenute agricole Pesolillo. Vini corposi, figli di una terra ricca che si riflette in ogni calice…

In un panorama a metà tra colli e pianure, in quelle terre abruzzesi patria del Montepulciano e figlio di una “corposità”, di un modo vero, vivo di intendere il vino e il rapporto umano nascono i vini dell’azienda agricola Pesolillo. Una realtà famigliare che porta avanti da anni un nome, un marchio e una qualità che viene tramandata nei prodotti, in un Montepulciano declinato in diversi “modi”, dal giovane alla riserva. Una realtà che in ogni bicchiere versa passione, oltre che vini di alto profilo che derivano da oltre 60 anni di attività, prima nella ristorazione, poi con una produzione che ha varcato i confini dell’agriturismo di famiglia per lasciarsi degustare dal resto del mondo. 

Durante Trevino, la fiera del vino organizzata da Vale20 e svoltasi qualche settimana fa in quel di Treviglio Fiere, abbiamo avuto modo di conoscere e intervistare Lorenzo Pesolillo, una nuova generazione entrata in azienda. La storia dei vini Pesolillo la lasciamo direttamente alle sue parole. Noi abbiamo parlato fin troppo.
Siamo una piccola azienda famigliare che vive e lavora in provincia di Chieti. Siamo in attività dal 1961, quando mio nonno acquistò i terreni dove è nato il nostro agriturismo. La storia dei nostri vini segue una vera tradizione abruzzese. Inizialmente non imbottigliavamo, ma come tanti altri producevamo e poi portavamo in cooperativa. Poi, circa vent’anni fa, abbiamo iniziato a imbottigliare per permettere ai clienti dell’agriturismo di assaggiare i nostri vini e, circa quattro anni fa invece, abbiamo deciso di aprirci “al mercato”, portare fuori i nostri prodotti, far conoscere a tutti la qualità dei nostri vini biologici”, ci ha raccontato.

I VINI
I nostri vini raccontano la nostra storia, la nostra tradizione. I nostri vigneti poggiano su terreni sabbiosi a circa 250 metri di altezza. Abbiamo tanta escursione termica, una brezza marina e dei vigneti di pergola abruzzese, quindi dei filoni che permettono l’ingresso di tanta aria all’interno delle vigne. Questo fa sì che abbiamo un grappolo abbastanza asciutto e previene la possibile presenza muffa. Un vantaggio considerando che abbiamo vini biologici”. 

LA LINEA
In questo momento abbiamo cinque vini. Un pecorino superiore ricco di freschezza e salinità, figlio dei nostri terreni. Abbiamo un rosato che deriva principalmente dal montepulciano vinificato in bianco e tre tipi di montepulciano.
Da un rosso giovane (2021) che ha fatto “solo” quattro mesi di acciaio e poi bottiglia, una versione intermedia che fa acciaio e poi legno, e una versione riserva che, come da disciplinare e da tradizione, fa un anno di acciaio ,14 mesi di legno e sei mesi di bottiglia”.  

IL FIORE ALL’OCCHIELLO: MONTEPULCIANO RISERVA 2019
Il Montepulciano Riserva di Pesolillo è corposo, forte, il suo rosso intenso lo vedi e lo senti in bocca, dove rilascia forte i sentori dei 14 mesi passati in botte. La frutta rossa matura, le spezie e le mandorle escono al naso e lasciano la bocca ricca.

Come nasce?
Le uve vengono raccolte a mano intorno alla prima settimana di ottobre quando hanno raggiunto la perfetta maturazione aromatica e polifenolica.
Dopo diraspatura e pigiatura, le uve vengono fermentate a temperatura controllata di 27-29°C con ripetuti rimontaggi e delestage per 15-18 giorni. Segue malolattica spontanea, e successivamente matura in contenitori di legno (barriques e tonneaux) per 12-14 mesi.
La lunga maturazione in legno fonde i ricchi profumi del Montepulciano con le delicate note del nobile legno francese in un’armonia che esalta l’unicità del territorio abruzzese. 

NOVITÀ
Una linea precisa che racconta la terra quindi, ma in futuro?
Per i prossimi anni stiamo valutare di lavorare nel mondo dei bianchi. Abbiamo dei vitigni di vitigni “maiolica” come bacca rossa e “cococciola” come bacca bianca e stiamo capendo che taglio dare. Vedremo”. 

Com’è andata a Trevino?
“È stato molto bello poter tornare in fiera, far assaggiare i nostri vini. Onestamente non sapevamo bene che cosa aspettarci alla vigilia. L’ultimo evento a cui abbiamo partecipato ha avuto un’affluenza sotto le aspettative e questo ci aveva messo in allarme. Fortunatamente c’è stata un’affluenza davvero ogni oltre previsione. Ci hanno svuotato le cantine…(sorride, ndr)” 

Di parole ne abbiamo usate fin troppe. Adesso non vi resta che assaggiarli. 

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Francesco Inverso

Quando scrissi la prima volta un box autore avevo 24 anni, nessuno sapeva che cosa volesse dire congiunto, Jon Snow era ancora un bastardo, Daenerys un bel personaggio, Antonio Cassano un fuoriclasse e Valentino Rossi un idolo. Svariati errori dopo mi trovo a 3* anni, con qualche ruga in più, qualche energia in meno, una passione per le birre artigianali in più e una libreria colma di libri letti e work in progress.
Sbagliando si impara…a sbagliare meglio.

Nasce Minicoders, la prima startup educativa che insegna ai bambini a programmare

Nasce Minicoders, la prima startup educativa che insegna ai bambini a programmare

Nasce Minicoders, la prima startup educativa che insegna ai bambini a programmare

Co-fondata dal venture builder Nuclio, Minicoders offre ai bambini video educativi, assistenti virtuali ed esperienze di gioco nel metaverso per imparare le basi della programmazione informatica…

Minicoders, una startup edtech co-fondata dal venture builder Nuclio, nasce come la prima piattaforma educativa che insegna ai bambini le basi della programmazione informatica attraverso esperienze di gioco ambientate nel metaverso, utilizzando un modello play-to-learn (giocare per imparare). Dopo aver lanciato il suo prodotto sui mercati anglosassoni e latinoamericani, Minicoders offre ora i suoi giochi e contenuti educativi in Italia, dove la programmazione informatica è una delle professioni più richieste.
La società ha raccolto 350 mila euro nel suo primo round di finanziamento, un pre-seed round in cui hanno partecipato diversi business angel e fondi di investimento.
Minicoders mira a promuovere l’apprendimento della programmazione informatica nei bambini dai 6 ai 12 anni, trasformando il loro tempo schermo in ore, allo stesso tempo, produttive e divertenti. Stando ai dati dell’azienda, i bambini in età scolastica utilizzano, nel loro tempo libero, un dispositivo con schermo e una connessione a Internet tra le 2 e le 3 ore al giorno. Inoltre, il 68% dei genitori è preoccupato per il numero di ore non produttive che i propri figli trascorrono su questi dispositiv
Di fronte a questo scenario, Minicoders offre: 1) Minicoders Kids, un’app con contenuti didattici, come video e assistenti virtuali, per guidare i bambini nel loro apprendimento e 2) esperienze di gioco dove i bambini possono mettere in pratica i concetti appresi oltre che divertirsi.
 
L’uso di metaversi regolamentati come Roblox, combinato con tecnologie quali assistenti virtuali e app di video streaming, ci consente di offrire ai bambini un’esperienza di apprendimento più completa ed efficace che mai“, spiega Rubén Aparicio, co-fondatore di Minicoders“.
All’inizio di luglio, Minicoders ha lanciato sui mercati anglosassoni e latinoamericani Magic School, la sua prima esperienza di gioco sviluppata nel metaverso Roblox, la quale ha registrato oltre 50.000 utenti unici nei primi tre mesi di attività.
In Magic School, i giocatori vestono i panni di un’apprendista mago per esplorare un metaverso pieno di esperienze. Per accedere a tutti i poteri magici e godersi il gioco, gli utenti devono risolvere sfide sotto forma di blocchi di programmazione informatica, attraverso i quali apprendono i principi fondamentali di questa materia. I genitori possono seguire l’andamento dei propri figli grazie al controllo parentale e alla sicurezza offerti dalla piattaforma.
Minicoders si impegna anche per l’istruzione inclusiva. “Le nostre esperienze di gioco basate sul metaverso sono genderless, poiché sono progettate per attrarre tutti i sessi allo stesso modo. Inoltre, riteniamo che il metaverso apporti un’importante componente collaborativa all’apprendimento“, afferma Aparicio.

Premio Curcio 2023: l’intervista alla Presidente Cristina Siciliano

Premio Curcio 2023: l’intervista alla Presidente Cristina Siciliano

Premio Curcio 2023: l’intervista alla Presidente Cristina Siciliano

In occasione dell’edizione 2023 del «Premio Curcio per le Attività Creative», promosso dall’Associazione Armando Curcio come attività di promozione sociale, abbiamo fatto quattro chiacchiere con la Presidente Cristina Siciliano riguardo la cultura giovanile in Italia.

L’Associazione Armando Curcio presenta, per l’anno scolastico 2022/2023, la diciassettesima edizione del «Premio Curcio per le Attività Creative», un’iniziativa rivolta ai più giovani per incentivarli alla lettura, alla scrittura e al confronto. L’Associazione Armando Curcio da anni si pone come spazio inclusivo che, tramite lo svolgimento di diverse attività, mostra il suo impegno e dona il suo apporto in merito allo sviluppo sociale, alla diffusione della cultura e alla tutela delle pari opportunità.

L’Associazione con il «Premio Curcio per le Attività Creative» si propone come l’evento che sintetizza e racchiude le varie componenti di questa realtà associativa: il «Premio» nasce come attività di promozione sociale, di lotta all’analfabetismo, di riduzione della povertà educativa. Il suo scopo è quello di promuovere, nelle nuove generazioni, l’apertura al dialogo, lo sviluppo di un proprio senso critico e una visione soggettiva del mondo, la disposizione alla cooperazione e la libera espressione delle proprie doti creative, chiamando i più giovani a riflettere su tematiche di volta in volta differenti ma pur sempre attualissime, attraverso la realizzazione di elaborati originali, specchio del loro mondo interiore.

Quest’anno il Premio, che trova un grandissimo supporto dalle Istituzioni, dal mondo scolastico e da moltissimi Enti legati all’universo dell’educazione e della promozione culturale, da vita a iniziative ed eventi legati alla sensibilizzazione alla lettura tra i più giovani.

Seguendo le recenti direttive del Ministero dell’Università e della Ricerca, ha scelto di dedicare un’attenzione particolare al tema della legalità in Italia. La lettura viene proposta come viaggio introspettivo e alla scoperta di sé stessi e del prossimo come strumento per la lotta alla diffusione della criminalità, sia giovanile che adulta.

Il premio Curcio nato come costola del più importante Premio Curcio per il Teatro e la Cultura voluto fortemente da Armando Curcio (fondatore della casa editrice) e di cui sono stati insigniti personalità del calibro di: Vittorio Gassman, Mariangela Melato, Maurizio Costanzo, Giancarlo Governi, Arrigo Petacco ecc.

Dal 2007 con la pubblicazione di un testo dedicato al teatro di animazione dal titolo “metodo pedagogico” redatto dalla Prof.ssa Pini, dall’Università di Roma Tre e portato avanti con successo in un liceo di Roma come progetto pilota) la Armando Curcio ha deciso di creare una sezione speciale nell’ambito del Premio Curcio che potesse coniugare la vocazione al teatro da sempre manifestata dalla casa editrice- all’originale metodo pedagogico (del teatro di animazione) e alla prevenzione di un fenomeno giovanile preoccupante: il bullismo.

È proprio riguardo questo tema che la Armando Curcio, nell’intento di prevenire un fenomeno così diffuso, ha inserito all’interno del premio Curcio per le Attività Creative una sezione speciale di concorso dedicata al bullismo e al cyberbullismo, alla prevenzione del problema attraverso l’attività teatrale. I ragazzi si potranno inserire in programmi di socializzazione e coesione come i laboratori teatrali che hanno lo scopo di far interagire i giovani in modo culturalmente formativo sotto la guida dei docenti interessati al metodo del Teatro di animazione proposto da una specifica pubblicazione dell’Armando Curcio Editore.

A partecipare a “COLTIVARE I GERMOGLI DELLA LEGALITÀ”, che è completamente gratuito, sono invitati tutti gli studenti, privatamente o attraverso gli Istituti scolastici o attraverso le Associazioni Culturali o qualunque altra struttura (anche privata) attiva nel mondo della cultura e dell’educazione.

Ogni partecipante dovrà inviare la propria iscrizione entro i termini stabiliti dal Regolamento e realizzare un elaborato originale (secondo i termini indicati nella sezione apposita del regolamento) sul tema proposto “Coltivare i germogli della legalità” oppure sul tema della sezione speciale “Bullismo e cyberbullismo”.

Il compito dei partecipanti al Premio sarà quello di realizzare elaborati originali che favoriscano la sensibilizzazione sul tema della criminalità e del valore della legalità in Italia, che si pongano come massima espressione di esercizio delle proprie competenze creative.

Gli elaborati potranno essere realizzati individualmente, in coppia o in gruppi di massimo cinque componenti.

Proprio in occasione dell’apertura delle iscrizioni al Premio abbiamo potuto porre alcune domande alla Presidente del Premio Curcio Cristina Siciliano riguardo il tema della cultura giovanile in Italia.

Dopo due anni di pandemia i dati rilevati sulla preparazione dei ragazzi e ragazze italiane è preoccupante. Il 51% di loro non sa comprendere un testo scritto. La pandemia ha messo in luce molte difficoltà strutturali come la differenza nell’accesso alla cultura. Come pensa che si possa risolvere una situazione de genere?
“La situazione è molto chiara da più di 20 anni: tutti gli studi a ns disposizione tra i quali cito quelli redatti dal Prof. De Mauro e dal Prof. Piero Angela (ai quali il ns Premio Curcio per le attività creative si è ispirato) portavano a queste conclusioni; il rimedio è intanto quello di stimolare sinergie tra tutti coloro che interagiscono con gli studenti nelle fasi più delicate della loro formazione. Con il Premio Curcio per le attività creative abbiamo cercato di sensibilizzare tutti gli attori quindi le scuole, gli insegnanti ed anche le famiglie che più di tutti hanno compreso quanto sia importante condurre i ragazzi verso quelle attività che possano essere seriamente contributive alla costruzione di un futuro migliore, un  futuro che consenta di comprendere appieno tutto ciò che può interagire con la propria sfera individuale ma anche rendere i cittadini maggiormente partecipativi alla vita democratica della ns collettività e del ns paese. Solo le attività “sane” della lettura, della scrittura, della rappresentazione artistica che conducono alla crescita culturale ed al corretto sviluppo cognitivo”.          

Cosa pensa che abbiano di diverso (in meglio, in peggio, come stile di vita o come bisogni) i ragazzi di oggi? E come pensa che la cultura possa aiutarli in un processo di crescita in un periodo in cui mancano i cosiddetti “grandi ideali” del passato?
“Le generazioni Z e Alpha (dal 2000 ala 2013) sono ragazzi e ragazze fortemente iper-stimolati dai media, il digital, i social che li raggiungono dappertutto e rispetto ai quali purtroppo assumono un comportamento passivo; anche gli stessi social che, in teoria nascono sul concetto di condivisione e della interazione, attraverso gli algoritmi orientano gusti, pulsioni limitando notevolmente la consapevolezza nella scelta. Va recuperata quindi questa capacità , va riacquisito un senso critico individuale, attraverso il riavvicinamento ad attività che si basano su una maggiore interazione e  che da spazio e tempo al ragionamento e alla riflessione: acquisire la dimensione della lettura ed alimentarla fa parte di queste sane attività. Responsabilità di alcuni “attori” come le case editrici e tutti coloro che si occupano di pubblicare contenuti è quella di tenere alto il livello trovando soluzioni innovative e più adeguate alle aspettative di questi giovani che riacquisendo il loro spazio di riflessione riusciranno ad diventare propositivi e a salvare il loro futuro oltre che il nostro”.  

Quando ha dovuto dirigere nel dietro le quinte tutto il lavoro che ha portato a questa edizione del premio Curcio su quali aspetti/tematiche si è concentrata maggiormente?
“Il Premio Curcio per le attività creative, oltre che essere una importante iniziativa di sensibilizzazione alla lettura, come strumento principale del corretto sviluppo intellettivo, tocca anche altre corde. L’obiettivo è infatti fare in modo che ci sia anche una crescita di consapevolezza sociale: con l’aiuto dei genitori, degli insegnati, delle istituzioni ogni anno viene individuata e suggerita ai ragazzi una tematica; gli studenti, attraverso i loro lavori, offrono a noi adulti sempre delle chiavi di lettura non consuete ed interessanti. Quest’anno abbiamo scelto, ispirandoci alle figure di Falcone e Borsellino, il concetto di legalità. Una sezione speciale del premio è riservata al bullismo e al cyberbullismo. A fine anno scolastico i migliori lavori riceveranno premi e borse di studio”.

A cura di Riccardo Valle

La locandina della diciassettesima edizione del Premio Curcio

a cura di Riccardo Giuseppe Valle

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