“Rave, eclissi” di Tananai: più che un album è un trend topic

“Rave, eclissi” di Tananai: più che un album è un trend topic

“Rave, eclissi” di Tananai: più che un album è un trend topic

Arriva l’album inediti dal titolo che ricorda un provvedimento del Governo Meloni

Siamo onesti: se un anno fa ci avessero detto “Tananai” avremmo pensato a un insulto oppure a una frase decisamente sgrammatica pronunciata a notte fonda. Davanti a qualche birra di troppo. E invece oggi, nemmeno un anno dopo Sanremo, il 27enne cantautore milanese è in cima alle classifiche di gradimento. Da Sanremo 2022 Tananai ha cavalcato una wave inaspettata, collaborando persino con Fedez, portando al successo diversi sui brani, da Baby Goddamn a Sesso Occasionale.

E oggi, a distanza di pochi mesi, è tutto pronto per l’album di inediti dell’artista: “Rave, eclissi“, che uscirà il 25 novembre e si preannuncia già tra i più attesi dell’inverno del Belpaese. Il disco racchiuderà in 15 tracce tutte le anime di Tananai: artista, produttore, cantautore ma anche uomo figlio del suo tempo e della società in cui è cresciuto.

 

Rave, eclissi” – afferma Tananai – è il sunto delle due anime che fin dall’inizio del mio progetto ho deciso di inserire nelle canzoni. C’è la parte più cazzona, leggera, quella che forse nell’ultimo anno ha permesso alla maggior parte di voi di conoscermi: il Rave. Ma dopo la festa c’è sempre il down, l’Eclissi, il mio lato più introspettivo. L’unica cosa che accomuna questi due aspetti di me è il mettermi sempre a nudo e mi sono ripromesso che lo avrei fatto con ogni aspetto della mia vita”.

Up and down insomma, nella musica come nel successo. Un successo che Tananai sta vivendo con “prudenza”. “Sono contento del successo che sto avendo, ma adesso ho molte più ansie“, ha dichiarato il cantante alla Stampa, in un’intervista di qualche settimana fa. “Sto meno bene di quando non avevo nulla da perdere. È difficile riuscire a trovare se stessi all’interno di un contenitore che ti sbatte da una parte all’altra. Sono circondato da yes-man, che mi danno sempre ragione. Ma in realtà non è che da un giorno all’altro ho ricevuto l’illuminazione. Mi domando: la mia vita sta cambiando in un modo che non riuscirò a metabolizzare in musica?”.

Un titolo chiaro: due anime, due fasi delle vita, due momenti che si alternano tra la dicotomia gioia e dolore e che, in questo momento, sembrano un trend topic. Coincidenze? Sicuramente. Divertenti? Altrettanto. Ma la vera domanda è: Tananai potrà pubblicarlo l’album? O sarà considerato un pericolo per l’ordine pubblico? Vedremo il 25 novembre.

Fedez x Versace: il nuovo disco “Disumano”

Fedez x Versace: il nuovo disco “Disumano”

Fedez x Versace: il nuovo disco “Disumano”

“Scendo in campo perché la politica italiana è una cosa seria: Vota Disumano”: così Fedez aveva lanciato il suo fittizio manifesto politico e aveva pubblicizzato il suo nuovo album Disumano, uscito ufficialmente il 26 novembre in collaborazione con la firma di Versace.

Finalmente è uscito il nuovo disco di Fedez a due anni dal precedente, dopo molti spoiler e una diretta Instagram per ufficializzarne l’uscita. In questo progetto discografico con venti tracce per la Columbia Records/Sony Music ogni brano pare rappresentare momenti specifici della sua vita e della sua carriera.

Fedez x Versace

Tra Fedez e Donatella Versace esiste una collaborazione e un’amicizia che dura già da tempo. La firma infatti ha già vestito il musicista in molte occasioni, tra cui il Festival di Sanremo 2021, dove ha partecipato con Francesca Michielin, e il video di Mille, con Achille Lauro e Orietta Berti. Con la maison Versace al suo fianco anche questa volta Fedez ha pubblicizzato il suo lavoro, ma anche introdotto azioni di tipo benefico: con i pre-order Amazon, avvenuti prima del 26 novembre, i fortunati hanno ricevuto un frisbee in edizione limitata “Versace x Fedez” con impressa la celebre effige del marchio, ovvero la testa di Medusa che per l’occasione particolare cambia sembianze e assume, in color oro Versace, i tratti facciali del cantante. “Donatella mi ha dato l’opportunità di creare un gadget da collezione – ha spiegato il cantante ai follower sui social– mi ha permesso di modificare lo storico logo Versace mettendo la mia faccia.” La copertina del disco invece rappresenta l’opera “Il Narcisista Pessimista” di Francesco Vezzoli e il logo realizzato da Rae Primo, che verranno esposti alla Triennale di Milano e successivamente venduti all’asta da Sotheby’s. Il ricavato delle vendite dell’album e parte dell’asta verranno devoluti alla Fondazione “Together To Go Onlus”, specializzata nella riabilitazione dei bambini affetti da patologie neurologiche complesse.

Il disco

Questo nuovo album, oltre ai pezzi di maggior successo, comprende una ricca presenza di collaborazioni con artisti molto apprezzati nella scena musicale attuale: tra i tanti abbiamo Achille Lauro, Orietta Berti, Francesca Michielin e Miss Keta. La produzione musicale del disco è stata per la maggior parte curata da d.whale, con cui Fedez ha già collaborato in passato.

La tracklist di “DISUMANO”:

  1. MORIRE MORIRE
  2. STUPIDO STUPIDO
  3. BELLA STORIA
  4. SAPORE con Tedua
  5. BIMBI PER STRADA (CHILDREN)
  6. VITTORIA
  7. GUARDA COSA MI FAI FARE
  8. MEGLIO DEL CINEMA
  9. VECCHIO con Dargen D’Amico
  10. MILLE con Achille Lauro, Orietta Berti
  11. FUORI DAI GUAI con Cara
  12. NOTTE BRAVA
  13. LE MADRI DEGLI ALTRI con Tananai
  14. PROBLEMI CON TUTTI (GIUDA)
  15. UN GIORNO IN PRETURA
  16. LA CASSA SPINGE 2021 con Crookers, Myss Keta, Dargen D’Amico
  17. FEDE E SPERANZA con Speranza
  18. CHIAMAMI PER NOME con Francesca Michielin
  19. LEGGERI LEGGERI
  20. MI STO SUL CAZZO

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Breve fonomenologia del comico che non fa ridere: Massimo Boldi

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Breve fenomenologia del comico che non fa ridere: Massimo Boldi

Una sola cosa è certa riguardo la figura di Massimo Boldi e cioè che – per citare l’incipit del più famoso commento su facebook di un anno fa di Roberto Burioni, guarda caso rivolto proprio al cipollino milanese – “No, non fa ridere”

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Allora la domanda sorge spontanea: è davvero possibile che un comico non faccia ridere? Sì, e Massimo Boldi ne è la prova ontologica. Ma facciamo un passo indietro a qualche giorno fa, quando Massimo Boldi, ospite al podcast Muschio Selvaggio di Fedez e Luis, ha dato prova ancora una volta di non sapere nemmeno che cosa significhi fare quel lavoro che ha fatto per tutta la sua vita: il comico. Boldi durante l’intervista rivendica la comicità situazionale perché, a suo dire, il comico non deve per forza comunicare un messaggio più grande e quindi, in definitiva, è meglio che non tratti argomenti seri.

E allora se possiamo essere d’accordo sul fatto che la comicità non debba insegnare, dobbiamo però tenere in conto che si può prendere in giro qualcuno o qualcosa solo se quel qualcuno o qualcosa lo si conosce davvero bene e lo si ha studiato.

Che quindi Boldi abbia affermato ai tempi dell’uscita di Tolo Tolo di Checco Zalone che il film non facesse ridere, forse anche per la questione sociale affrontata nella pellicola, riconferma quanto detto e denota, se non altro, una certa coerenza nei ragionamenti dell’attore milanese.

Eppure il bello arriva poco dopo nell’intervista, quando l’attore mette le basi per entrare in un bel discorso complottista degno dei più attivi no-vax che popolano facebook: come già aveva affermato nel sopracitato post, Boldi riconferma di credere nel complotto planetario dei potenti dietro il Covid-19. E oltretutto lo scacco intellettuale che Boldi si autoinfligge sta in maniera paradossale nel fatto che fanno più ridere questi suoi deliri lucidi che tutte le battute della sua carriera messe insieme.

Si scaglia inoltre contro il politically correct che rende la società troppo “perfetta”: peccato che forse, se si fosse sforzato di comprendere di cosa si tratta, avrebbe evitato di fare quella pessima figura sotto il post di Conticini nel novembre 2020, nel quale non solo aveva dimostrato tutto il sessismo praticato nei peggiori bar di quartiere a Milano e corroborato in anni di cinepanettoni, ma anche di non saper leggere il contesto e di non avere cognizione di cosa sia il tempo comico e riconfermando ancora una volta di non saper suscitare il riso.

Boldi è dunque l’apoteosi del boomer, tutto quello che non va nella società, ma che purtroppo bisogna accettare.

Massimo Boldi è uno di quei pochi casi che confermano l’eccezione alla regola per il quale non è proprio possibile separare l’artista dalla persona: la pochezza e la viscidità che contraddistinguono la sua comicità affondano le radici nell’infecondo humus della sua ignoranza e della sua ambiguità caratteriale e intellettuale. Il tutto condito da un’assenza totale di umiltà e aderenza alla realtà nel momento in cui afferma di non apprezzare la denominazione di “cinepanettone” perché dispregiativa e denotativa di un prodotto non impegnato. Forse che i critici della settima arte non debbano rivalutare l’opera omnia dell’attore per scoprire qualche filosofico messaggio non ancora decriptato? Non si sa, ma nel frattempo, per fugare ogni dubbio, troviamo un valido social media manager e un esperto di comunicazione per Boldi. 

di Giorgia Grendene

Giorgia Grendene

Sono Giorgia e amo le cose vecchie e polverose (come la mia laurea in lettere classiche), le storie un po’ noiose che richiedono tempo per essere raccontate e apprezzate, i personaggi semplici con storie disastrose. Mi piacciono il bianco e nero e il technicolor molto più del 4K, i libri di carta molto più degli e-book, il salato molto più del dolce, i cani molto più dei gatti.