Il campionato internazionale di Carpe Koi in scena a Cremona a maggio

Il campionato internazionale di Carpe Koi in scena a Cremona a maggio

Il campionato internzaionale di Carpe Koi in scena a Cremona a maggio

Dopo il successo della scorsa edizione torna a CremonaFiere l’unico campionato internazionale di carpe giapponesi in programma il 20 e 21 maggio 2023.

Dopo il successo della scorsa edizione torna a CremonaFiere l’unico campionato internazionale di carpe giapponesi in programma il 20 e 21 maggio 2023.

Italian Koi Expo si svolgerà in contemporanea con Japan Show, l’esclusivo salone che offrirà al pubblico la possibilità di immergersi a 360° nella cultura giapponese: dal food al design, dall’artigianato alla cosmesi, passando per letteratura, studio della lingua, sport e intrattenimento.

Un’esposizione dedicata al mondo delle carpe giapponesi che vedrà la partecipazione di giudici internazionali ZNA per la premiazione e che in soli 10 giorni ha esaurito i posti a disposizione con 33 vasche già sold out con oltre 150 esemplari provenienti da tutto il territorio nazionale.

Italian Koi Expo nasce dalla sinergia tra CremonaFiere e IKA (Italian Koi Association), dopo il successo della prima edizione che ha visto carpe provenienti da Italia ed Europa ad oggi è già stato raggiunto il numero massimo di iscrizioni che denota il forte interesse per questa speciale competizione oltre che per l’intera cultura giapponese.

Al concorso parteciperanno 16 varietĂ  di carpe: Kohaku, Sanke, Showa, Bekko, Utsuri, Asagi, Sushui, Koromo, Goshiki, Kawarigoi, Hikarimuji, Hikarimoyo, Hikari-Utsuri, Tancho, Ginrin, Doitsu. A valutarle saranno giudici ZNA di fama internazionale: Ronald Stam (Olanda), Ruud Besems (Olanda), Rudi Van Den Broeck (Belgio) e Niko Bellens (Belgio).

Le premiazioni si svolgeranno Domenica 21 Maggio 2023 e, a seguito del verdetto stabilito dai giudici internazionali ZNA, verrà assegnato il premio di categoria e misura per la prima e seconda classificata di ognuna delle sette classi di lunghezza e delle sedici categorie ammesse, premi speciali “Best in Variety” assegnati alla koi più bella di ogni varietà e premi Champion: Baby, Young, Adult, Mature, Supreme, Grand e Jumbo Champion. Infine, IKA assegnerà il proprio premio a sorpresa. Main sponsor del Koi Show 2023 si riconferma Mountain Tree, azienda leader a livello mondiale nella produzione e fornitura di materiale filtrante ed accessori da laghetto.

A Italian Koi Expo, inoltre, non mancheranno presentazioni e convegni a cura di professionisti del mondo koi quali veterinari ed esperti del settore, blogger internazionali di Koi Question, come Tiebo Jacobs, e youtuber di caratura mondiale come Yvo De Wal. 

“Dopo l’esperienza dello scorso anno, e visto il grande successo ed interesse del Japan Show, siamo felici di tornare con questo appuntamento dedicato alla cultura giapponese ed in particolare con l’evento internazionale unico in Italia dell’Italian Koi Expo. – dichiara Roberto Biloni, Presidente di CremonaFiere – Il mondo fieristico ha sempre bisogno di innovazione e grazie alle collaborazioni nascono proposte sempre più attrattive.”

“La nascita di Japan Show, che ha visto in concomitanza il primo svolgimento di Italian KOI EXPO, la più grande ed importante esposizione d’Italia di carpe koi giapponesi, è stata per noi di Italian Koi Association motivo d’orgoglio e di grande soddisfazione. – asserisce il presidente Sebastiano Adami – Il target del 2023 sarà quello di incrementare il livello qualitativo delle koi in gara e di arricchire l’aspetto estetico del campo gara, con elementi che possano maggiormente ricondurre lo spazio in questione al mondo e alla cultura giapponese.”   

Maggiori informazioni: www.japanshow.it

Sanremo: le 5 canzoni vincenti piĂą brutte di sempre

Sanremo: le 5 canzoni vincenti piĂą brutte di sempre

Sanremo: le 5 canzoni vincitrici piĂą brutte di sempre (fino ad ora…)

Vincenti, premiate e…dimenticabili Qual è la peggior canzone vincitrice di Sanremo? Scopriamolo.

Sanremo è alle porte. Forse per fortuna, forse purtroppo, forse ce ne importa il giusto, ma l’evento nazional popolare per eccellenza è ormai arrivato. E dobbiamo ammetterlo: mai come negli ultimi anni si è notato il tentativo della direzione artistica di svecchiare il dinosauro, con esiti di dubbia riuscita magari.

Da Francesco Gabbani (eletto a giovane tra i giovani tanto perché se hai meno di 40 anni sei automaticamente un ragazzino) a Mahmood, da Lo Stato Sociale alle edizioni degli ultimi due anni che, dopo anni di fuoriusciti dai talent, ci hanno regalato la classica edizione che rincorre la moda del momento, facendo sfoggio del meglio tra i gruppi ex indie italiani (perché sì amici, se la tua etichetta è la Warner sei indie quanto Giulia De Lellis è colta).

E quindi, dopo le lunghe introduzioni che non saranno mai lunghe come una puntata condotta da Amadeus, ecco le cinque canzoni vincitrici piĂą brutte della storia, messe in ordine piĂą o meno casuale.

5 – Il Volo, Grande Amore

Una canzone “vecchio stile”, dove per vecchio intendiamo di un paio di secoli fa. Per carità, il ritmo è anche orecchiabile, le voci dei tenori fanno sempre la loro figura, ma il testo è imbarazzante, la creatività non è pervenuta e… il video è quanto di più cringe possa esistere, tra riferimenti mal recitati a Ghost e una serie di espressioni facciali che… beh, giudicate voi.

4 – Peppino di Capri, Non lo faccio più

Siamo onesti, non è la più brutta, ma in ogni altra edizione avrebbe meritato un ventesimo posto. Perché ha vinto? Perché le altre erano peggio.

3 – Marco Carta, La forza mia

Direttamente dal successo di Amici, Marco Carta presenta a Sanremo una canzone orecchiabile, con quel sano ritmo a metà tra i primi 2000 e l’oratorio estivo. Nessun riferimento immotivato alla religione, un testo sciapo che sembra tratto dai “link” di Facebook (e non ci sentiamo di escludere che il testo sia stato partorito proprio tra un post e l’altro), una benedizione di Maria e si va a vincere Sanremo.

2 – Giò di Tonno e Lola Ponce, Colpo di fulmine

Sanremo 2008: l’edizione dimenticata (e dimenticabile). Non vi ricordate la canzone? Non riuscite nemmeno a farvi tornare in mente il ritornello? Non sapete se Giò di Tonno sia vero o solo un errore di battitura? Tranquilli, è normale. Nessuno ricorda Colpo di Fulmine, per cui ve la raccontiamo noi.


Era il 2008, non c’erano notti buie e tempestose, solo Pippo Baudo come direttore artistico, una lunga serie di partecipanti di dubbia bravura, i fuoriusciti dai talent sarebbero arrivati l’anno successivo e Colpo di fulmine arrivò a scontrarsi con mostri sacri della musica italiana: i Finley, Paolo Meneguzzi e altre canzoni di cui non ricordiamo (fortunatamente) l’esistenza. Che cosa ricordiamo invece di Sanremo 2008? Eppure mi hai cambiato la vita di Fabrizio Moro che – inspiegabilmente – non ha superato il terzo posto e il clamoroso flop dei dati auditel, con la kermesse sanremese surclassata anche dai Cesaroni e dalla storia d’amore tra Eva e Marco (vuoi leggere un giudizio particolarmente impopolare sul personaggio? Clicca qui).

Insomma. Un disastro. E ci dispiace per Giò di Tonno, perché lui negli anni ha dimostrato di valere il palco ed è un peccato che la sua edizione sarà per sempre associata a… a niente. Nessuno la ricorda in fondo.

1 – Povia, Vorrei avere il becco

La vittoria di Povia a Sanremo 2006 con Vorrei avere il becco è il più lampante caso di titolo assegnato ad honorem nel nostro Paese. Reduce dal successo de I bambini fanno “ooh”, che nel 2005 lo portò alla ribalta (la canzone doveva presentarsi all’edizione 2005 condotta da Bonolis, ma dato che non era inedita venne messa fuori dalla kermesse), Povia si è presentato a Sanremo 2006 con una canzone tendenzialmente paraculo piena di frasi e pensieri intrisi di quel “moralismo da applausi” degno di una prima serata su Rai Uno, in pratica la versione 2.0 di quella dell’anno prima, con l’esaltazione delle piccole cose ripetuta all’infinito: nel 2005 voleva essere un bambino, nel 2006 voleva essere un piccione.

Il testo era di una banalità da lacrime agli occhi, la melodia era la rivisitazione di quella dell’anno prima e i versi onomatopeici ci hanno torturato per mesi (comunque più sensati delle “critiche sociali” mosse da Povia negli anni). Insomma, quando rinfacciamo alle generazioni di oggi la pochezza della loro musica e gli ricordiamo quanto la “musica di una volta” sia meglio della loro ripensiamo a Vorrei avere il becco.
“Ah, signora mia, una volta qua era tutto cantautorato di qualità…”

Gli 11 cantanti piĂą volte tra i big di Sanremo dal 2000 a oggi

Gli 11 cantanti piĂą volte tra i big di Sanremo dal 2000 a oggi

Gli 11 cantanti piĂą volte tra i big di Sanremo dal 2000 a oggi

Non c’è niente da fare: piaccia o non piaccia, quando si avvicina la settimana di Sanremo non si può parlare d’altro.

Sanremo è sempre un trendtopic, come i contagi da coronavirus, i quasi boomer che prendono in giro i boomer non rendendosi conto di essere essi stessi i boomer o Mario Draghi. Argomenti che non passano mai di moda.

Dal 2000 si sono esibiti sul palco oltre 260 artisti (tra gruppi e cantanti solisti). Ma chi ha partecipato più volte? Se pensate a Michele Zarrillo (la risposta alla domanda “Chi partecipa a Sanremo quest’anno?”) ci siete andati vicini, ma non avete indovinato.

Dal 2000, infatti, l’artista con più partecipazioni al Festival di Sanremo è…
Scorrete per scoprirlo: che post a elenco sarebbe se vi svelassimo subito la soluzione?

11 – Matia Bazar, 5 partecipazioni.
All’undicesimo posto troviamo i Matia Bazar, che dal 2000 ha preso parte alla kermesse sanremese ben cinque volte, riuscendo ad aggiudicarsi la vittoria nel 2002 con Messaggio d’amore. “Gente che entra, gente che esce”, in pratica dei Matia Bazar originali è rimasto solamente il nome, ma noi gli vogliamo bene lo stesso.

I Matia Bazar a Sanremo nel 2002

10 – Gigi D’Alessio, 5 partecipazioni
Le apparizioni di Gigi D’Alessio al Festival, purtroppo per lui, non sono mai state indimenticabili. E nemmeno i risultati. Nonostante i tanti fan, il cantautore napoletano non è mai riuscito a superare il quarto posto(risultato ottenuto nel 2012 in coppia con Loredana Bertè) nelle sue cinque apparizioni a Sanremo.

Gigi D’Alessio a Sanremo nel 2021

9 – Patty Pravo, 5 partecipazioni
In totale sono dieci le apparizioni di Patty Pravo al Festival. Il miglior risultato è stato un quinto posto nel 1970 con Little Tony, per La spada nel cuore. Nonostante non abbia mai vinto, sono stati ben sei i premi assegnatile. L’ultimo nel 2016 per Cieli immensi, che ottenne il sesto posto nella generale. Dal 2000 sono ben cinque le volte in cui ha calcato il palco dell’Ariston, l’ultima con Briga.

Patty Pravo a Sanremo 2019

 

8 – Max Gazzè, 5 partecipazioni
Sottovalutato, mai apprezzato quanto avrebbe meritato, Max Gazzè è sempre stato una certezza per Sanremo. Sei apparizioni (cinque dal 2000 in poi), un quarto posto come miglior risultato, ma sei canzoni che tutti conoscono (quasi) a memoria.

Max Gazzè a Sanremo nel 2018

7 – Annalisa, 5 partecipazioni
Da Amici di Maria de Filippi ai premi e alle apparizioni sul palco dell’Ariston. Annalisa ha calcato in ben cinque occasioni il palco da concorrente. Sul podio nel 2018 con Il mondo prima di te, l’ultima apparizione nel 2021, quando si è classificata settima con il brano Dieci.

Annalisa a Sanremo nel 2021

6 – Arisa, 6 partecipazioni (+1 tra le nuove proposte)
Sei volte tra i big (con una vittoria nel 2014 con Controvento) una volta tra le nuove proposte (vinte con il tormentone SinceritĂ ), prima con gli occhiali adesso come sex symbol. Arisa e Sanremo sono un connubio ormai vincente: da quando ha esordito nel 2009 ha partecipato in oltre il 50 per cento delle edizioni. Mica male, no?

Arisa a Sanremo nel 2021

5 – Francesco Renga, 6 partecipazioni (+1 tra le nuove proposte)
La vittoria nel 2005 con Angelo è un ricordo vivido, ma lontano. In totale sono sei le apparizioni di Renga dal 2000 in poi. Un timbro inconfondibile e una storia che si rinnova ogni anno. O quasi. L’ultima apparizione nel 2021 con Quanto trovo te.

Francesco Renga a Sanremo nel 2021

 

 

4 – Michele Zarrillo, 6 partecipazioni
Dodici volte in totale tra i big, una tra le nuove proposte (vincente tra l’altro). Michele Zarrillo è uno dei cantanti storici del festival. Caparbio, tenace, sempre pronto a mettersi in competizione con gli altri. L’ultima apparizione è datata 2020, il miglior piazzamento (quarto posto) nel lontano 2001, con L’acrobata. Perché abbiamo scelto di dargli la terza piazza e non l’abbiamo data a Renga e Arisa che sono a sette considerando le nuove proposte?
Perché qualcuno un podio a Michele Zarrillo doveva darlo. IoVoceNarrante non sarà la giuria dell’Ariston, ma ci sembrava giusto.

Michele Zarrillo a Sanremo nel 2020

3 – Noemi, 7 partecipazioni
Con l’edizione 2022 Noemi ha toccato quota sette partecipazioni a Sanremo. Nonostante una voce fantastica e delle ottime canzoni non è ancora riuscita a vincere, trovando nel terzo posto del 2012 il miglior risultato con Sono solo parole. Una canzone che oggi, a distanza di quasi dieci anni, passa ancora in radio.

Noemi a Sanremo nel 2021

2 – Marco Masini, 7 partecipazioni
Sette volte a Sanremo dal 2000 in poi, un successo commovente nel 2004 con L’uomo volante, dopo anni di bullismo mediatico e dicerie. Marco Masini ha sempre portato in quel dell’Ariston una musica leggera, ma profonda, con tante idee e l’evoluzione del suo percorso da cantautore. Amadeus gli ha negato il palco, noi gli riconsegniamo il secondo posto. E gli consigliamo di cantargli uno dei suoi più grandi successi, così, tanto per fargli capire che non porta rancore. L’ultima apparizione nel 2020 con Il confronto.

Marco Masini a Sanremo nel 2004

1 – Anna Tatangelo, 7 (+1 tra le nuove proposte)
And the winner is… Anna Tatangelo. Sette volte da big, una da nuova proposta (vinta) per colei che è artisticamente nata sul palco dell’Ariston, quando da appena quindicenne non poteva neppure partecipare al dopo festival perché si svolgeva dopo mezzanotte.
L’abbiamo vista crescere, evolvere, diventare una cantante affermata, mentre intorno infuriava la bufera del gossip. Sempre con una certezza: il palco dell’Ariston.
Il record di 15 apparizioni è ancora lontano, ma a soli 35 anni Anna Tatangelo è una seria candidata a prendersi il record. Intanto si gode il primato nel nuovo millennio…

Anna Tatangelo a Sanremo nel 2019

 

 

Guarderai anche tu il Festival di Sanremo quest’anno? Leggi qui!

Francesco Inverso

Quando scrissi la prima volta un box autore avevo 24 anni, nessuno sapeva che cosa volesse dire congiunto, Jon Snow era ancora un bastardo, Daenerys un bel personaggio, Antonio Cassano un fuoriclasse e Valentino Rossi un idolo. Svariati errori dopo mi trovo a 3* anni, con qualche ruga in piĂą, qualche energia in meno, una passione per le birre artigianali in piĂą e una libreria colma di libri letti e work in progress.
Sbagliando si impara…a sbagliare meglio.

Grande successo per il Milano Design Film Festival

Grande successo per il Milano Design Film Festival

Grande successo per il Milano Design Film Festival

Grande successo per la 10ª edizione della kermesse che ha portato al cinema il mondo dell’architettura e del design

Cinque giorni di programmazione per cinque sezioni, più di quaranta titoli, sedi diffuse dal centro alla periferia cittadina e iniziative che hanno coinvolto addetti ai lavori, appassionati, architetti, designer e studenti: si è conclusa con un grande successo la 10ª edizione del Milano Design Film Festival, che dal 22 al 26 novembre 2022 ha portato in città il meglio della produzione di film dedicati all’architettura e al design nazionale e internazionale.

Nuova linfa a questa importante edizione del Festival è stata impressa dalla direzione artistica di Cristiana Perrella, critica e curatrice indipendente, affiancata da un team di Guest Curator protagonisti di una nuova sezione del programma, IMMAGINARE, con il compito di ampliare e ridefinire i confini tra il design e altre discipline: il filosofo Emauele nCoccia, l’architetta, ricercatrice e autrice Bianca Felicori e l’architetta e designer franco-iraniana India Mahdavi.

La kermesse che dal 2013 racconta, attraverso il video nelle sue varie forme, le concezioni piĂą contemporanee del design e dell’architettura, ha abitato diversi luoghi della cittaĚ€ – Triennale Milano, Anteo Palazzo del Cinema, Cinema Teatro Edi/Barrio’s, Fondazione dell’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Milano, Tilane, Biblioteca e centro culturale, Paderno Dugnano, ADI Design Museum – raggiungendo un pubblico piĂą ampio e raccontando il design da nuove prospettive.

Cinque le sezioni di questa edizione rinnovata: Selezione Ufficiale MDFF22 con film internazionali in première italiana; IMMAGINARE, affidata alle proposte dei Guest Curator; Premio AFA – Architecture Film Award; Premio MDFF Student Award e la nuova sezione RADICI, con l’omaggio a Gae Aulenti.

Con oltre quaranta titoli tra film, documentari, corti e lungometraggi, film d’animazione e storie di progettisti di ieri e di oggi, il programma della 10a edizione del Milano Design Film Festival ha raccontato il design non solo attraverso le proiezioni, ma anche con tavole rotonde e talk aperti al pubblico.

Inaugurato martedì 22 novembre con la première assoluta del documentario Sinceramente, Gae, prodotto da Sky Arte, il Festival ha preso il via con una serata-evento nel gremito Salone d’Onore di Triennale Milano alla presenza di Tommaso Sacchi, Assessore alla Cultura del Comune di Milano, Nina Bassoli, curatrice di Triennale per architettura, rigenerazione urbana e cittĂ , e Cristiana Perrella, Direttrice Artistica del Festival, che hanno presentato la nuova edizione per lasciare poi spazio alla proiezione della pellicola dedicata a Gae Aulenti: un omaggio al lavoro di uno dei piĂą grandi nomi del design e dell’architettura italiani e preludio ideale della sezione RADICI del Festival a lei dedicata.

Martedì 22 è iniziato anche presso gli spazi del Barrio’s l’Atelier Alternativo, il laboratorio per bambini del quartiere ideato dall’artista Driant Zeneli a partire dal suo film in programma The Firefly Keeps Flying and the Snake Keeps Growing, 2022. I bambini sono stati invitati a lavorare per due pomeriggi con l’artista e uno specialista di robotica per creare una nuova storia, una favola contemporanea su strani animali, architetture e… plastica usata.

Mercoledì 23 novembre è stata la prima giornata di proiezioni presso Anteo Palazzo del Cinemacon i primi tredici film – in concorso e non – presentati da incontri con gli autori. Tra i titoli: Robin Hood Gardens di Adrian Dorschner e Thomas Beyer, Grethe Meyer – The Queen of Danish Design di Isabelle Bernadette Brammer e Palazzo Luce di Alessandra Galletta, che ha registrato il sold-out.
La sera ha preso il via IMMAGINARE, sezione del Festival a cura dei tre guest curator: Emanuele Coccia ha presentato LA MODA FUORI STAGIONE, una serie di riflessioni – con dieci corti – intorno all’abito e alle forme meno visibili della sua esistenza, a metĂ  strada tra moda e arte contemporanea.

Giovedì 24 novembre il Festival si è diviso tra la sede della Fondazione dell’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Milanoe il Cinema Teatro Edi/Barrio’s. Nella prima sede sono stati presentati, tra gli altri, The Opening di Davide Rapp e M.G. GRASSO CANNIZZO – ANM 2018 Ordinary Re-construction di Andrea Giannone. Il Cinema Teatro Edi/Barrio’s, oltre a proiettare film come Best in the World di Hans Christian Post e The Firefly Keeps Falling and The Snake Keeps Growing di Driant Zeneli, ha fatto da palcoscenico alla rassegna curata da Bianca Felicori all’interno di IMMAGINARE: INFLATABLE, BABY, una raccolta di nuove forme di arte, architettura e design gonfiabili nate tra gli anni Sessanta e Settanta.

L’Anteo Palazzo del Cinema è tornato a essere protagonista venerdì 25 novembre con tante proiezioni tra cui Big Ears Listen With Feet di Bêka & Lemoine e James vs. Wines: The highrise of meanings di Gianluca Vassallo.
Incredibile successo per il film Infinito. L’universo di Luigi Ghirri di Matteo Parisini, che ha registrato un doppio sold-out al botteghino. Venerdì si è svolto anche l’ultimo appuntamento della sezione IMMAGINARE: IRANITÀ, a cura di India Mahdavi, con un focus composto da immagini e film che hanno raccontato l’Iran da una prospettiva intima ma non per questo lontana dall’attualità.

A sottolineare l’intenzione di fare del Festival un’occasione di approfondimento, ricerca e attualizzazione di personalità storicizzate del design e dell’architettura facendone dialogare il lavoro con le pratiche più attuali, sabato 26 novembre ha debuttato RADICI, la nuova sezione dedicata, quest’anno, a Gae Aulenti di cui nel 2022 si celebra il decimo anniversario della scomparsa. Un’intensa mattinata presso Tilane, Biblioteca e centro culturale di Paderno Dugnano – progetto dalla stessa Aulenti – per un incontro sugli aspetti più generativi dell’eredità lasciata dal grande architetto e designer, approfonditi da Nina Artioli, Nina Bassoli, Matilde Cassani, Emilia Giorgi e Sara Ricciardi, con proiezione di materiali inediti dall’Archivio Gae Aulenti.

Durante il pomeriggio del sabato, l’ADI Design Museum è stato il teatro per la cerimonia di premiazione. Per l’MDFF Student Award è Giorgia Bucci, con il suo corto Gravity, ad aggiudicarsi il Premio della Giuria composta da Damiano Gullì, Domitilla Dardi e VEGA che afferma: “la giuria ha deciso di assegnare il premio al corto per la sua originale reinterpretazione delle suggestioni di Unknown Unknowns. An Introduction to Mysteries, Esposizione Internazionale di Triennale Milano, e delle tematiche a essa legate. Bucci esplora infatti il tema della gravità, centrale nella mostra, e si ricollega idealmente al lavoro di Jessica Wienne e Jean-Michel Alberola sulle lavagne, offrendo una personale traduzione del rapporto tra scrittura, segno, formula, cancellazione, riformulazione definendo un paesaggio visivo che, nel suo continuo mutare, riflette l’affascinante mobilità del pensiero umano messo a confronto con lo sconosciuto”.

Con 327 voti su oltre 1.100 votanti Weightless di Mattia Dierickx ottiene invece il Premio del Pubblico.

Per il Premio AFA Architecture Film Award, la giuria composta da Elisa Cattaneo, Luca Molinari e Giulia Ricci, per la categoria Architecture’s Film ha premiato Robin Hood Gardens di Adrian Dorschner e Thomas Beyer “per la raffinata qualitĂ  filmica, la precisa ricerca sull’edificio e le sue vicende, sia storiche che contemporanee, e per lo sguardo lucido con cui è stato osservato un edificio per molti versi leggendario, simbolo della generazione che, per prima, si è posta l’obiettivo di superare i dogmi del Moderno”.

Per la categoria Studio’s Film, il premio è stato assegnato a The Opening di Davide Rapp, con la seguente motivazione: “Keymaster e Gatekeeper sono le due figure enigmatiche inventate per raccontare gli spazi di Deamicisarchitetti. I due tecnici conducono in un viaggio straniante e quasi onirico, che porta chi guarda a sentirsi attivamente incuriosito e coinvolto nel tentativo di capire le azioni che si susseguono sullo schermo. La giuria ha scelto di premiare The Opening per la qualità filmica e per l’originalità dell’espediente narrativo”.

Menzione Speciale per l’AFA Architecture Film Award va a Big Ears Listen With Feet di Beka & Lemoine: “per l’audacia tecnica della realizzazione e per la capacitĂ  di parlare a un pubblico allargato. Lontano dal tentativo di glorificare la figura di Boonserm Premthada, dal film emerge una curiositĂ  dello sguardo unica, trasformata in una narrazione sensibile dell’architetto, del suo modo di percepire e, di conseguenza, di produrre progetto“.

Festival letterario Leggere le Montagne: 11 dicembre a Teatro

Festival letterario Leggere le Montagne: 11 dicembre a Teatro

Festival letterario Leggere le Montagne: 11 dicembre al Teatro del Buratto

Il festival si terrĂ  Domenica 11 dicembre, alle ore 11.00, presso il Teatro Bruno Munari di Milano e sarĂ  a ingresso gratuito e aperto a tutti.

Il Festival letterario Leggere le Montagne è un’iniziativa che nasce per avvicinare tra loro gli amanti della lettura e la montagna, e un’occasione per permettere a bibliofili, autori ed editori di dialogare e confrontarsi non solo con alpinisti e appassionati, ma anche con il mondo dell’arte sul significato, sulla portata e sull’impatto della letteratura alpina.

L’idea alla base dell’iniziativa è di avviare una serie di eventi dedicati al tema della Montagna e della letteratura in varie località alpine e prealpine, in occasione della Giornata Internazionale della Montagna istituita dalle Nazioni Unite e che si celebra annualmente l’11 Dicembre. Il Festival promuove le differenze e le connessioni culturali esistenti nel territorio alpino e, allo stesso tempo, collega tra loro “montagna e cultura”.

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Il Teatro del Buratto, insieme alla cooperativa sociale EST – Educazione SostenibilitĂ  Territorio, Mountain Wilderness International, Mountain Wilderness Italia, il FAI – delegazione di Milano, Trekking Italia, il Corso di Laurea in Scienze Umane dell’Ambiente, del Territorio e del Paesaggio, il Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali e l’associazione Geografia in pillole, aderisce per il quarto anno all’iniziativa, proponendo l’evento “IL RESPIRO DELLA MONTAGNA: racconti, immagini e ricordi”, che si terrĂ  Domenica 11 Dicembre, alle ore 11.00, presso il Teatro Bruno Munari di Milano e sarĂ  a ingresso gratuito e aperto a tutti.

Per questa edizione, saranno nuovamente proposti un concorso fotografico e un concorso letterario, le cui premiazioni avranno luogo durante la mattinata. L’evento non si rivolgerà però solo agli adulti, ma anche ai più piccoli, ai quali verrà dedicato un piccolo appuntamento alle ore 15.00, sempre presso il Teatro Munari, a cui seguirà lo spettacolo teatrale inserito nella stagione. Durante questo incontro, è prevista la lettura di un testo dedicato alla montagna e un laboratorio di disegno attinente al tema.

Sarà un’occasione per riflettere con occhio sia naturalistico che antropologico su come il millenario rapporto reciproco tra le comunità umane e la montagna sia mutato nel tempo, agendo non solo sugli ecosistemi e sulla biodiversità, ma anche sulla costruzione delle culture e sull’evoluzione delle società.