MotoGP 2022: le pagelle di Misano

MotoGP 2022: le pagelle di Misano

MotoGP 2022: le pagelle di Misano

Pecco e Bestia volano, Quartararo e Aleix perdono punti. Marini e Fernandez in crescita. Il saluto a Dovizioso

 

In MotoGP a Misano Bagnaia è da 10 in pagella: vince la quarta gara di fila, come nessuno aveva fatto prima su Ducati, nemmeno Stoner. Come lui in MotoGP solo Rossi, Lorenzo e Marquez. Potrebbe essere un segno del destino, sicuramente è un’impresa importante. Pecco porta a 6 le vittorie stagionali e Quartararo a sognare un diablo sempre meno blu e sempre più rosso, che da domenica ha la faccia di Bagnaia. Con questa vittoria il pilota Ducati si è portato in seconda posizione su Fabio, scavalcando Aleix, oltre a diventare il pilota ad aver vinto più gare in una stagione negli ultimi tre anni. Per trovare qualcun’altro che ha vinto così tanto bisogna tornare indietro a Marquez nel 2019 (12 vittorie) o a Marquez e Dovizioso nel 2017 ( 6 vittorie a testa). Insomma, numeri che cominciano a pesare, soprattutto se ci mettiamoci che il ragazzo non sembra intenzionato a smettere. 10 a Bagnaia e 10 a Ducati per la moto.

Bestia che pelo!

A Bastianini ha fatto bene la conferma in Ducati ufficiale per il 2023. A Misano l’ha dimostrato con un secondo posto per soli 34 millesimi dal suo futuro compagno di squadra. Ho letto di molte polemiche sulla possibilità che si sia limitato per far vincere Bagnaia, ma quel distacco indica che Bastianini ha fatto tutto il possibile per guadagnarsi il gradino più alto del podio. Enea ha fatto un garone, con il solito exploit nel finale, situazione in cui riesce sempre a tirare fuori il meglio. Voto 9 a Bastianini.

​Una gara in difesa

Quartararo o parte davanti o arranca e anche a Misano è andata così. Se le condizioni per la sua Yamaha non sono ottimali, i limiti del progetto emergono tutti. Il Diablo con la moto di Iwata può essere veloce solo sfruttando tutta la pista e per farlo deve fare delle traiettorie tutte sue, che non gli permettono di attacare chi si trova davanti. Sicuramente essere travolti da uno sciame di moto prestazionalmente avvantaggiate (che per di più si favoriscono o perlomeno non si intralciano) non aiuta, neanche il morale. Una favola che ha dell’impossibile, alla Davide contro Golia. Se dovesse vincere il mondiale, per lui sarebbe un grandissimo colopo, per Ducati un enorme fallimento. Voto 8 a Quartararo bravissimo a parare i colpi. Voto 5 a Yamaha, nei test deve portare qualcosa di importante in pista, per sollevare il morale del suo pilota, anche in ottica 2022.

Le due aprilia

Si lo so, aprilia si dovrebbe scrivere con la ‘a’ maiuscola, ma con la a minuscola mi ricorda troppo il logo del marchio per scriverlo altrimenti. Che Maverick fosse in grado di essere veloce non lo ha mai messo in dubbio nessuno. I dubbi su di lui sorgono quando si parla di costanza e tenuta mentale e il fatto che durante la gara, nonostante a un certo punto fosse molto vicino a chi inseguiva, non abbia tentato nemmeno un sorpasso, è indicativo della sua remissività. Domenica ho pensato potesse vincere a un certo punto, mi sono dovuto ricredere. La mia paura? Che Aleix si lasci sopraffare dal rivale interno e molli il colpo, a lui sta costando un grande impegno sopportare una tensione extra, a cui non era mai stato sottoposto. Voto 7 ai piloti di Noale.

​L’ultima del Dovi

Finisce la sua ultima gara nel motomondiale in 12° posizione. All’attivo ha 24 vittorie, di cui 15 in MotoGP, 103 podi e 20 pole, nonché un mondiale vinto in 125 nel 2004. Pilota molto tecnico, dall’infinita modestia. Mi ha fatto specie una sua dichiarazione sabato dopo le qualifiche di Misano, quando un giornalista parlando dei festeggiamenti in previsione per l’indomani gli ha detto: “Ma tu non sei mica un pincopallino qualunque”. E lui con la sua risposta. gli ha fatto capire che a volte il dubbio gli è venuto. Beh Dovi, anche se un mondiale in MotoGP non l’hai vinto, per tanti anni sei stato al vertice e sei stato l’unico a dare del filo da torcere a un certo Marc Marquez e a tenere alta la bandiera italiana per anni. Grazie Dovi! Voto 8 alla carriera del Dovi.

Chi sale?

Questo 4° posto di Marini è importante. É vero è la gara di casa e conosce la pista come le sue tasche, è vero che la Ducati qui a una mole di dati esagerata, ma fatto sta che Luca è arrivato quarto come nella scorsa gara, in top five tre volte nelle ultime cinque e in top ten 6 volte nelle ultime 8. Insomma, Marini è in netta crescita e si meriterebbe il primo podio in questa stagione.

Buona gara anche per Raul Fernandez, pare che il solo pensiero di andarsene da KTM gli abbia giovato. Lo spagnolo è arrivato 13°, dietro al Dovi, centrando il suo secondo miglior risultato in MotoGP. Non è lo stesso, ovviamente, per Gardner, che, come Lecuona, è stato silurato troppo presto dalla dirigenza austriaca, complice un manager che avrebbe potuto agire meglio in sua vece.

Scivolandia

Tanti i caduti a Misano. Il primo botto l’ha causato Binder alla prima curva, che è rimasto in piedi, e si è trovato Zarco in posizione sospetta, tirando giù anche Pirro, pol Miller e Bezzecchi, qui trovate il video dell’accaduto. La cosa singolare è che con quattro Ducati fuori, erano comunque le moto più numerose in pista.

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Mattia Caimi

Appassionato di moto in tutte le salse, é cresciuto leggendo i "Pensieri sporchi" del Ciaccia. Ama scrivere del mondo del motociclismo, fingendo di capirne qualcosa.

MotoGP 2022: le pagelle d’Austria

MotoGP 2022: le pagelle d’Austria

MotoGP 2022: le pagelle d’Austria

Bagnaia fa il serial winner, Quartararo da 10! 3° Miller davanti a un ottimo Marini! Fuori Bastianini e Martin.

In Austria quando si parla di MotoGP bisogna stare attenti, possono capitarne di ogni. Tra incidenti assurdi, salti in corsa da moto senza freni e tentativi di manomissione della propria stessa moto, il gran premio di Zeltweg riserva sempre qualche sorpresa, più o meno bella. Sistemata la questione variante, la Dorna deve avere percepito nella candida aria stiriana troppa tranquillità, e così ha deciso di stravolgere il format della MotoGP a partire dall’anno prossimo.

Dal 2023 il sabato, dopo le qualifiche, si correrà la “sprint race”: una gara breve in cui verranno assegnati meno punti (circa la metà di giri per la stessa percentuale di punti). Se ne è parlato tantissimo e le interviste dei piloti (momento in cui molti di loro sono venuti a conoscenza della questione) sono state monopolizzate da questo argomento, motivo per cui taglierò corto, anche se la faccenda meriterebbe un articolo dedicato. Secondo me ci sono tre punti fondamentali in questa storia:

  • la mancanza di rispetto di Dorna per gli addetti ai lavori;
  • la giustificazione assurda, facendo calcoli matematici sulla quantità di partenze moltiplicate per il coefficiente di divertimento, il cui risultato dovrebbe essere il mero prodotto di questi valori;
  • la mancanza totale di inventiva e il riciclaggio di format già esistenti, dimostrando ancora una volta, che forse l’organizzazione andrebbe svecchiata.

La gara?

Una bella gara, non da strapparsi i capelli, ma piacevole. Bagnaia ha dominato squisitamente, Quartararo ha dimostrato ancora una volta perchè è lui in testa al campionato. Voto 10 a i primi due! Miller è sempre più in versione scudiero, mentre Zarco è sempre veloce, ma in gara o fa il braccino o si butta per terra. Chi invece ha fatto un ottimo weekend in crescendo è Marini, che si è portato a casa un ottimo quarto posto, lui ci ha sempre messo i suoi tempi ma poi arriva. 

Aprilia invece ha fatto la prima gara negativa, ma ci può stare: Aleix era sofferente per l’infortunio, mentre entrambi i piloti hanno sbagliato la scelta gomme. Binder (Brad), invece, tiene su la baracca Austriaca in casa, mentre la prima Honda è quella di Marquez (Alex obv) in 14° posizione. Voto 4 a Honda!

Ready to no place

KTM sta dimostrando di fare una politica piloti anche peggiore di quella Ducati. La casa austriaca ha deciso di non rinnovare Remy Gardner, in MotoGP da solo una stagione e tirato su dalla stessa casa. Un po’ come era successo a Lecuona, a mattighofen avevano fatto saltare le tappe allo spagnolo per poi non dargli il tempo di adattarsi al grande cambiamento fatto. Un percorso simile l’ha rischiato anche Fernandez, passato in MotoGP controvoglia dopo un solo anno in Moto2, per fortuna Raul probabilmente andrà in Aprilia, dove speriamo troverà un ambiente più consono. Voto 3 a KTM e la sua gestione dei piloti!

La Ducati ufficiale 2023

C’è qualcun’altro che è solito fare dei bei bordelli in quanto a piloti: Ducati. A Borgo Panigale manca da scegliere una sella ufficiale per il 2023. Non si sa bene in quale circostanza i vertici della casa italiana hanno presupposto che accendere la competizione interna avrebbe giovato ai piloti. Risultato? Una serie di cadute e prestazioni opache lunghissima, con Enea che ha vinto 3 gare ma è caduto altrettante volte, mentre Martin sembra soffrire ancora più il confronto con l’italiano, che per altro era già acceso dalla sta,pa a inizio stagione? Chi la scamperà? A livello di merito Enea si è mangiato lo spagnolo, ma probabilmente alla casa fa più comodo a livello monetario avere uno spagnolo nel team Factory e per me èerseguirà questa scelta. Voto 4 alla gestione piloti di Ducati!

 

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Mattia Caimi

Appassionato di moto in tutte le salse, é cresciuto leggendo i "Pensieri sporchi" del Ciaccia. Ama scrivere del mondo del motociclismo, fingendo di capirne qualcosa.

Le pagelle della MotoGP: il gran premio di Valencia

Le pagelle della MotoGP: il gran premio di Valencia

Le pagelle della MotoGP: il gran premio di Valencia​

Podio rosso con in testa Bagnaia davanti a Martin e l’altra Ducati ufficiale. Quarto Mir, quinto Quartararo. Decimo Valentino Rossi nella sua ultima gara.

La Ducati domina l’ultimo gran premio della stagione, anzi l’ultima metà di campionato. Dopo Aragon, Pecco e la Rossa hanno trovato un equilibrio incredibile, che è valso agli italiani titolo team e costruttori. Quartararo è avvisato, per il prossimo anno i conti vanno fatti anche con loro. Il francese dalla sua sembra aver tirato i remi in barca, dopo la conquista del titolo pare aver perso la spinta propulsiva che gli consentiva di dare il 110%, per guidarde oltre i limiti della sua Yamaha.

Mir, invece, da un paio di gare sembra essersi ringalluzzito, come se la fine dei giochi –quelli che contano- l’abbiano tolto dall’impaccio di dover difendere il titolo. Nel frattempo sul podio virtuale di fine anno c’è lui, terzo in campionato, sbagliando pochissimo ma entusiasmando, se possibile, ancora meno. L’anno prossimo le Ducati saranno otto e se la differenza con gli altri costruttori sarà questa, per loro vincere il mondiale sarà d’obbligo, perché è da anni che hanno la moto più competitiva. Il talismano che da due gare portano nei box sarà mica un segno che a Borgo Panigale sono diventati scaramantici.

Poi c’è Rossi che fa una gara a parte, l’ultima. Passa direttamente alla Q1 per la prima volta in questa stagione e sempre per la prima volta parte decimo. Finisce con un buon decimo posto la sua ultima gara in carriera portando aria di festa nel paddock, senza piangere una lacrima, sempre col sorriso. È per questo che la gente si è innamorata di lui. Finisce la storia più bella del motomondiale e già ne inizia un’altra. Via coi voti!

10 a Bagnaia: per la prima volta non vince stando davanti dal primo giro, dimostrandoci che non sono i sorpassi a intimidirlo. Al momento è il pilota con il pacchetto più completo, è evidente.

9 a Martin: nonostante i problemi di saluti avuti nella notte, fa metà gara in testa. Se pensiamo che era in dubbio la sua partecipazione al GP, possiamo dire che ha fatto qualcosa di straordinario. Si è meritato il titolo di Rookie of the year

8  a Miller: prima della metà di gara sembrava avesse mollato, come spesso gli accade, invece poi ha tenuto botta e ha regalato il podio completo a Ducati.

8 a Mir:  torna finalmente protagonista e forse per andare più forte di così con la sua moto ci si doveva stendere. Le ultime due gare della stagione, però, sono un po’ poco per il campine in carica.

6 a Quartararo: va bene, può essergli scesa la catena ma questo non è il Fabio che abbiamo visto per il resto della stagione. D’altro canto un abbassamento di tensione dopo essersi intascati il titolo è comprensibile, soprattutto quando hai per le mani una moto con cui in gara si fatica a sorpassare e i tuoi compagni di marca arrancano nelle retrovie.

6 a Zarco: dopo un inizio di stagione ottimo, si è un po’ perso e non è più stato in lotta per la vittoria. Le aspettative erano altre ma in tanti dei suoi avversari sono cresciuti durante la stagione.

7 a Bastianini: è un animale da gara, lo sta dimostrando gp dopo gp. Se l’anno prossimo riuscirà a tirare fuori il meglio dalle qualifiche sarà della partita anche lui.

10 alla carriera di Valentino Rossi: il suo weekend è stato da otto, la sua carriera inclassificabile. Venticinque anni in cui ha dato tutto a questo sport. Grazie Vale!

5 a Dovizioso: anche con tutte le scusanti del caso, non si può essere contenti per il Dovi. Speriamo che questa stagione sia stata propedeutica per l’anno prossimo.

7 a Lecuona: lo spagnolo è stato bruciato dalla fretta e la necessità di riempire un posto in MotoGP, probabilmente avrebbe avuto bisogno di restare ancora in Moto 2. Purtroppo si sta diffondendo la tendenza –a mio modo di vedere folle- di bruciare le tappe nei passaggi di classe. In questo modo non si consente ai piloti di fare il giusto percorso, rispettando i tempi necessari a una formazione adeguata. L’anno prossimo sarà in Honda in SBK ma chissà se un giorno lo rivedremo nel mondiale prototipi, la crescita quest’anno c’è stata e il destino, questa stagione ne è l’esempio lampante, può riservare delle sorprese inaspettate. Fossi stato in Razali, avrei fatto il possibile per prendere lui accanto a Dovi, lasciando a Darryn Binder il tempo di maturare e passare per la Moto 2 e a Iker quello di prendere le misure con una classe davvero tosta.

8 alla carriera per Petrucci: l’anno prossimo, in realtà tra un mese e mezzo, affronterà la Dakar, la gara motociclistica più dura al mondo. Danilo è abituato a trovarsi in situazioni difficili in moto. Il suo percorso è stato diverso da quello degli altri, passando dalle derivate di serie per poi approdare nella massima categoria, dove ha vinto due gare. Concludere una carriera con l’ultimo posto deve essere difficile, così come trovare la motivazione e le energie per fare di meglio. La partecipazione al rally è stato il saluto a Danilo dalla casa austriaca, che dopo una stagione ha deciso di puntare su piloti più giovani. Lui sì le lacrime le ha versate.

5 a Rins: è l’unico a impensierire le Ducati ma tira così tanto la corda che si spezza. Sei cadute in una stagione sono davvero tante, troppe se ci si vuole giocare qualcosa. L’ho già scritto, in termini di velocità è tra i migliori, deve capire quando è arrivato al limite. Anche se da pilota averne di più e non poter passare gli avversari deve essere frustrante, buttarsi a terra non può essere la soluzione.

Mattia Caimi

Appassionato di moto in tutte le salse, é cresciuto leggendo i "Pensieri sporchi" del Ciaccia. Ama scrivere del mondo del motociclismo, fingendo di capirne qualcosa.

Le pagelle della MotoGP: Il gran premio di Algarve

Le pagelle della MotoGP: Il gran premio di Algarve

Le pagelle della MotoGP: Il gran premio di Algarve

Trionfo di Bagnaia in Portogallo davanti a Mir e l’altra Ducati ufficiale. Buon quarto Alex Marquez, cade Quartararo.

Le pagelle della motoGP in Algarve. La seconda gara a Portimao è stata abbastanza noiosa e si può riassumere così: Bagnaia, partito dalla pole, è restato primo fino alla fine, Mir l’ha inseguito finche ha potuto e c’è stato qualche sorpasso per la terza e la quinta posizione. Un paio di colpi di scena hanno comunque tenuto alta l’attenzione durante il gran premio: la caduta di Quartararo e la red flag a causa dell’incidente tra Lecuona  e Oliverira. Da una parte c’è stato il primo zero causato dalla prima caduta in gara della stagione per Fabio, dall’altra parte Lecuona è caduto in curva 13 tirando giù l’incolpevole Miguel nel GP di casa.

Pecco in tutto ciò, dopo un testa  a testa con Fabio nelle prove libere, sabato ha preso il volo, segnando record della pista in qualifica. Domenica ha gestito la gara magistralmente, prendendosi la terza vittoria di stagione, che insieme alla quinta pole di fila, evidenziano chi sia il pilota più in forma in questo momento della stagione. Non è un caso che Quartararo abbia avuto un piccolo cedimento, anche se un errore a stagione è più che comprensibile, così come è capibile che con il titolo in tasca un calo dell’attenzione possa avvenire.

Finalmente abbiamo visto il campione del mondo in carica. Anche se in ritardo, in questa seconda gara a Portimao, Mir è riuscito a essere protagonista. Non è mai stato in lizza per la pole, né tantomeno per la vittoria ma perlomeno è sempre stato competitivo e nelle prime posizioni, speriamo che il suo sia un trend e non una prestazione sporadica. Bene anche Alex Marquez e Honda in generale, che sembra essere sulla strada giusta per il miglioramento.​

Ha un po’ deluso Aprilia, con tutte le scusanti del caso, che dopo il podio di Aleix a Silverstone sembra essersi seduta, così come lo stesso Espargaro che quest’anno ci aveva abituato ad altre prestazioni. Male anche Yamaha, che è vero, ha tutti i piloti in condizioni particolari, ma è relegata negli ultimi cinque posti all’arrivo, qualcosa, vuoi nella gestione piloti, vuoi nello sviluppo, non deve essere andato per il meglio.  Alla fine parlano i risultati.

Questo weekend è stato interessante anche per motivi “extra-circuitali”, contrassegnato da assenze e presenze ingombranti, che hanno fomentato le chiacchere nel paddock.

L’assenza di Marquez

Honda ha emesso un comunicato ufficiale in cui ha dichiarato che il suo pilota di punta ha rimediato una commozione cerebrale durante un allenamento facendo Enduro con uno specialista suo connazionale. La sensazione da più parti è che qualcosa non torni tra la “lieve” commozione, le analisi avvenute quattro giorni dopo e il dubbio ancora acceso sulla sua partecipazione a Valencia, che fa presagire qualcosa di più grave.

Già con il famoso infortunio a Jerez 2020 la comunicazione della HRC, e quindi di Puig che ne è il responsabile per quanto riguarda il team Repsol, era risultata fumosa e poco chiara. Il rischio in queste occasioni è che si lasci facilmente spazio ad illazioni, che a certi livelli non dovrebbero avere adito. La scorsa volta tutto andò peggio di quelle che erano le prospettive lasciate intravedere da ciò che era stato precedentemente dichiarato, speriamo che la storia non si ripeta.

La presenza di Stoner

Casey era presente a Portimao per impegni Televisivi, questioni di sponsor. Da una parte ha avuto parole buone un po’ per tutti: ha fatto i complimenti a Valentino dispiacendosi per la sua scarsa competitività, ha dichiarato di vedere bene Bezzecchi, pilota Moto 2, e, come solito in queste occasioni spinto dalla stampa, ha tirato fuori un po’ di ricordi. La cosa interessante, e se ne capisce il perché, è stato il calore con cui è stato accolto dai piloti Ducati, che hanno dato l’idea di essere un filo disorientati e in cerca di una figura a cui ispirarsi, sperando nella sua –improbabile- assunzione come coach per l’anno venturo.

Stoner ha anche parlato della sua condizione fisica. L’australiano, infatti, soffrirebbe di una sindrome da affaticamento cronico, che, a suo dire, non gli permetterebbe di essere mai al 100% della condizione fisica. Oltre che per questo motivo, ci sembra strano pensare di riuscire a vederlo lontano dalla sua famiglia e dalla sua Australia per un campionato, che l’anno prossimo si spalmerà su ventuno gran premi.

Via coi voti.

10 a Bagnaia: perfetto per tutto il fine settimana. 5 pole di fila e tre vittorie negli ultimi cinque gran premi dicono tutto sulla sua condizione attuale. Peccato per la caduta di Misano, altrimenti Pecco avrebbe tenuto sicuramente aperto il titolo fino alla fine, ma si sa che con i ma e con i se…

8 a Mir: finalmente un bel weekend per l’ex campione del mondo. Ha detto che durante la pausa dopo il GP di Austin ha trovato un po’ di serenità ed è riuscito a rimettere insieme i pezzi. Speriamo di vederlo competitivo con costanza.

8 a Miller: un punto in più per i salti all’uscita di curva 8 dove ha fatto divertire tutti facendo vedere quanto si diverte lui in moto. Gli do solo 7 per la prestazione pura, perché mi sembra che si sia accontentato di dì fare da scudiero di Pecco, anche se non credo che in Ducati si accontenteranno a loro volta di lasciare una sella ufficiale a uno scudiero.

8 ad Alex Marquez: una bella gara per il minore dei fratelli Cervera, complice l’andamento positivo della moto di Tokio. Ricordo che l’anno scorso Alex da rookie ha fatto un paio di secondi posti e la speranza per quest’anno era che le sue prestazioni fossero in miglioramento.

6 a Zarco: la quinta posizione non è male ma, dato l’inizio di stagione decisamente superiore, dal due volte iridato in Moto2 ci si aspettava qualcosa in più a questo punto della stagione.

7 a Pol Espargaro: altra buona prestazione per Policio, dopo il secondo posto a Misano nello scorso GP, segno che la Honda sembra aver preso la strada giusta. La preoccupazione in Giappone ora sta tutta nelle condizioni di Marc.

7 a Martin: ad aprile su questo tracciate se l’era vista brutta. Il grave incidente l’ha messo a dura prova e lo stesso Jorge ha ammesso di essere intimorito da questa pista. Un settimo posto, viste le premesse, direi che è buono.

6 a Bastianini: Domenica non gli è venuta una delle rimonte a cui ci ha abituato in questa seconda parte di stagione. Il pilota comunque è in crescita.

Leggi anche le pagelle di Misano 2!

Mattia Caimi

Appassionato di moto in tutte le salse, é cresciuto leggendo i "Pensieri sporchi" del Ciaccia. Ama scrivere del mondo del motociclismo, fingendo di capirne qualcosa.

Le Pagelle della MotoGP: il gran premio di Jerez

Le Pagelle della MotoGP: il gran premio di Jerez

Le Pagelle della MotoGP: il gran premio di Jerez

Colpo di scena a Jerez: doppietta ducati. Vince Miller, Bagnaia e Morbidelli completano il podio.

Le pagelle della MotoGP a Jerez. Miller porta a casa la sua seconda vittoria in carriera, davanti a Bagnaia e Morbidelli. Fatica Quartararo che scivola fino alla tredicesima posizione a causa di una reminiscenza di sindrome compartimentale.

Voto 9 a Jack Miller: L’australiano porta a  casa la sua seconda vittoria in classe regina dopo le scarse prestazioni delle ultime gare. Distanziato da Quartararo prima, ha saputo tener botta quando il francese ha rallentato evitando di calare a sua volta come spesso gli capita nella seconda parte di gara. Porta la Ducati sul gradino più alto del podio a Jerez, dove non vinceva dal 2006.  Un’ottima risposta a chi lo dava inferiore a Bagnaia, ottima Gara!

Voto 8 a Francesco Bagnaia: da un po’ di gare si fa sempre più concreto e anche questo risultato dimostra la sua crescita. Gli è mancata, per ora, la zampata finale per portare a casa la vittoria. Fa un’ottima gara finendo a un secondo dal compagna di squadra dopo essergli stato davanti per tutto il weekend. Sono fiducioso per il futuro ma con Quartararo fuori speravo dimostrasse qualcosa in più.

Voto 9 a Franco Morbidelli: Primo podio di stagione per il Morbido che porta La Yamaha Petronas sul terzo gradino del podio. Come spesso si è sentito dire in questi giorni, Franco guida una moto che si è persa un po’ di sviluppo. Purtroppo le scelte politiche che sono state fatte non hanno volto a suo favore, ma lui se ne frega ed è comunque a mezzo decimo dalla Pole il sabato e prima Yamaha al traguardo la domenica. Prestazione notevole!

Voto 9 a Fabio Quartararo: in testa per tutto il weekend, dominatore indiscusso fino a metà gara e tradito solo dal suo fisico. La sindrome compartimentale sembra il crucio di queste MotoGP, che stressano molto le braccia dei piloti, necessitando di una guida molto fisica. Quest’anno El Diablo sta dimostrando una concretezza, che gli era mancata le scorse stagioni al contrario della velocità, che ha sempre avuto. Vincitore morale!

Voto 8 a Takaaki Nakagami: buona gara per il Giapponese, prima Honda al traguardo. Takaaki è tornato a usare il telaio del 2020 dopo le prestazioni opache degli ultimi gran premi e se i risultati sono questi ben venga! Ancora una volta ci pensa lui a salvare la casa di Tokio, che senza Marc Marquez in forma sembra smarrita.

Voto 6 a Joan Mir: prestazione poco brillante per lo spagnolo, che continua a convincere poco. Ho sempre sostenuto che i mondiali non si vincono in questo modo ma lui ha già dimostrato il contrario. Eppure dal campione del mondo in carica ci si aspetta di più e lui dà la sensazione di fare il minimo indispensabile, sempre a punti, cade pochissimo ma raramente ci si ricorda di lui per le emozioni trasmesse. Un anno gli è andata bene ma sperare nei demeriti degli altri, non può pagare sempre.

Voto 8 ad Aleix Espargaro: ottima prestazione per il maggiore dei fratelli Espargaro rimasto a lungo ai piedi del podio durante la gara. Altra dimostrazione di qualità per Aprilia che conferma i passi fatti in avanti per una moto che finalmente fa quello per cui è stata creata e si piazza puntualmente nelle posizioni che contano. Ricordiamo che Aleix a oggi è l’unico “pilota da MotoGP” a guidare la moto. A quanto pare ha fatto un bel lavoro

Voto 5 a Maverick Viñales: altra gara sottotono per lo spagnolo, altro campionato che sembra non voler vincere. Viñales continua a dimostrare i soliti limiti, costellando di prestazioni esaltanti un cielo affollato da troppe gare in cui si perde nella mischia faticando a brillare. I compagni di marca intanto fanno un altro mestiere e lui continua a faticare ad affermarsi. Nel frattempo si cancella da Twitter, dopo aver discusso con dei fun che lo accusano di non meritare la moto che guida. Maverick non ha la mente libera, anche reazioni di questo tipo lo denotano.

Voto 6 a Johann Zarco: ci aspettavamo di più da Zarco che partiva sesto dopo aver fatto bene in Qatar e il problema al cambio di Portimao che l’aveva portato alla caduta. Sulla carta la pista era tutt’altro che favorevole alla sua moto ma i due davanti hanno dimostrato che si poteva andare forte.

Voto 8 a Marc Marquez: Onestamente ci aspettavamo qualcosina in più da Marc ma solo perché l’anno scorso fino alla caduta su questa pista, sembrava correre tra i birilli. E poi Marquez ci ha abituato ad aspettarci di tutto. In realtà si tratta di una prestazione più che adeguata alle sue condizioni fisiche e al tempo passato lontano dalla sella.

Voto 5 a Danilo Petrucci: gara sottotono per il ternese, non è il Danilo che vorremmo vedere. La sua stazza non lo aiuta e soffre la differenza di fisico con il collaudatore Dani Pedrosa. Nel frattempo in KTM parlano di importanti lavori per trovare la giusta ergonomia, speriamo lo possano aiutare.

Voto 6 a Luca Marini: per una 16° posizione c’è poco da essere contenti. Ha la giustificazione di essere alla quarta gara in classe regina, gli altri rookie però sembrano essere più consistenti. Dicono di lui, che come un diesel ha bisogno di tempo prima di andar forte. Mi ricorda Alez Marquez l’anno scorso (e qui i parallelismi si sprecano) ma lui, anche se in una stagione totalmente diversa, a fine stagione ha fatto due secondi posti. Troppo presto per parlare.

Voto 3 a Valentino Rossi: solo 17° al traguardo dopo quattro gare disastrose. Finisce dietro al fratello al debutto. che pure non ha fatto bene. Dice di non divertirsi e non possiamo dargli torto, la sensazione è che cominci ad avere la testa altrove e probabilmente le trattative per la realizzazione del team , che correrà a suo nome l’anno prossimo, gli danno altro a cui pensare. Sicuramente il Rossi che vogliamo vedere noi è un altro. Ultima stagione?

Voto 4 ad Alex Rins: ancora per terra. Due cadute di fila per lo spagnolo che finisce comunque la gara dopo una scivolata . La lotta per la supremazia all’interno del box non lo fa stare tranquillo e lo relega ancora una volta dietro al compagno di team.  Anche se in termini di velocità pura sembra essere superiore, in gara commette spesso degli errori rovinando il lavoro fatto durane il weekend. Sulle uova.

 

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Mattia Caimi

Appassionato di moto in tutte le salse, é cresciuto leggendo i "Pensieri sporchi" del Ciaccia. Ama scrivere del mondo del motociclismo, fingendo di capirne qualcosa.