The Scent of Freedom: il nuovo singolo di Tao

The Scent of Freedom: il nuovo singolo di Tao

The Scent of Freedom: il nuovo singolo di Tao

Tao, il cantautore rock insegue il profumo della libertà. Fuori il singolo “The Scent of freedom” e il nuovo album freedhome

L’instancabile cantauto-rocker e polistrumentista TAO, a distanza di quattro anni dal precedente episodio discografico, pubblica il singolo ‘The Scent of Freedom’ e il nuovo album ‘Freedhome’, entrambi in uscita  Venerdì 9 Dicembre su tutte le piattaforme digitali, in formato CD e Vinile.

Momentaneamente spenti i motori del suo Love Bus, dopo un interminabile tour fatto di 1.100 shows tra festival e piazze, toccando oltre 800 località italiane ed europee, percorrendo la bellezza di 160.000 km (guarda qui), TAO si è dedicato alla produzione del nuovo album suonando ogni strumento presente nelle incisioni: voci, chitarre elettriche ed acustiche, basso, banjo, bouzouki, mandolino, batteria, percussioni, piano e arrangiamenti archi, accompagnato da ANA, sua musa ispiratrice nonché voce in tutte le canzoni e banjo player in alcune tracce del disco.

THE SCENT OF FREEDOM, IL NUOVO SINGOLO DI TAO

È con il singolo ‘The Scent of Freedom’, accompagnato dal videoclip, che TAO canta l’infanzia di ANA, vissuta in un villaggio sperduto nelle campagne “ad Est dell’Eden”. Una vita semplice ma troppo dura per essere sopportata. Ne seguirà la sua partenza da casa per inseguire il profumo della libertà – The Scent of Freedom appunto – con davanti agli occhi lo sguardo struggente di sua madre che la lascia andare, consapevole che non si sarebbero viste mai più.

Impara che la libertà non vale nulla senza l’Amore. Disperata per non poter più riabbracciare sua madre, sa che il profumo d’aprile di quei campi lontani ad Est dell’Eden rimarrà per sempre l’unico vero ‘profumo della sua libertà’.

TAO dichiara: «“Tra i 15 brani dell’album “Freedhome” ho scelto “The Scent of Freedom” per amore, perché è una storia vera, la storia della mia compagna di vita da venti anni, Ana. Ho voluto dare voce ai sentimenti di chi, come lei, ha dovuto lasciare la casa e gli affetti per uscire da una vita piena di difficoltà e di privazioni. Sono quest’ultime, come le affronti e le superi, a determinare la persona che sei.

Del resto Ana in soli due anni – durante la pandemia – ha imparato a cantare, suonare il banjo e a registrarlo su disco. E’ proprio una tosta!”

GUARDA IL VIDEOCLIP DI ‘SCENT OF FREEDOM’


Freedhome‘ è l’ottavo album di TAO, è interamente cantato in lingua inglese e contiene ben 15 canzoni. Con sonorità che si muovono agilmente tra pop, folk, country, rock e americana, è in larga parte ispirato a “Little House on the Prairie“, una serie di libri scritti nei primi del Novecento da Laura Ingalls Wilder, dai quali è stata poi tratta la serie tv omonima ‘La Casa nella Prateria’.

Un viaggio dove realtà e immaginazione si incontrano dando vita a musiche profonde e a testi personali e potenti. ‘Freedhome’, già dal titolo esprime il concetto: ‘Freedom’ e ‘Home’ sono solo due facce della stessa medaglia.

CHI È TAO

TAO è un “cantauto-rocker”, polistrumentista e produttore. Da 15 anni è noto per essere l’ideatore della TAO Love Bus Experience, ovvero il primo rock‘n’roll tour itinerante a bordo del TAO Love Bus – il fantastico pulmino Volkswagen del 1974 decorato graficamente ‘hippie style’ e attrezzato come un palco viaggiante.

Questo scrigno magico su quattro ruote ha permesso a TAO di suonare al suo interno con l’intera band nonché di diffondere in movimento la sua musica lungo le strade d’Italia e d’Europa.

Con 1.100 shows800 città toccate160.000 km percorsi, tantissimi festivals, rassegne, notti bianche ed eventi prestigiosi, collaborazioni con brand importanti come Volkswagen, Diesel, Benetton TAO e il suo originale tour sono stati immortalati su tutti i canali nazionali – X-Factor, Tg1Tg3Tg La7, BlobEasy DriverStriscia la NotiziaLa vita in DirettaItalia allo Specchio – e su tantissimi quotidiani nazionali. TAO ha all’attivo otto album: ‘Forlìverpool’ (2005), ‘L’Ultimo James Dean’ (2007), ‘Love Bus / Love Burns’ (2010), ‘Spirit of Rock’ (2012), ‘Between Hope and Desperation’ (2014), ‘Devil in Eden’ (2017), ‘Angel in Hell’ (2018) e con oggi ‘Freedhome’ (2022), oltre ad un film-documentario biografico ‘TAO – Spirit of Rock’.

“The Wall” il film: un album raccontato per immagini

“The Wall” il film: un album raccontato per immagini

“The Wall” il film: un album raccontato per immagini

Droghe e incomunicabilità, omologazione e surrealismo: è questo – e molto altro – il film tratto dal concept album “The Wall” ispirato all’omonimo album dei Pink Floyd che usciva il 30 novembre di 42 anni fa.

TRAMA

Il film racconta di Pink, una rockstar che vive un profondo disagio interiore dettato da un passato travagliato e un presente straniante fatto di droghe, solitudine e depressione che lo porteranno a diventare un dittatore.

Pink raccoglie in sé non solo il profondo disagio esistenziale della generazione degli anni ’70 ma anche le caratteristiche biografiche dei componenti della storica band: proprio come R. Waters, infatti, il protagonista perde il padre durante la Seconda Guerra Mondiale e trascorre l’infanzia vivendo un soffocante ambiente scolastico. Allo stesso modo la profonda depressione e la dipendenza da sostanze stupefacenti si rifà alla vita di Syd Barrett.

LA GENESI

Dopo aver vissuto sulla propria pelle il disagio derivante dal successo mondiale è proprio Roger Waters a voler andare oltre il proprio album e a progettare una componente visual che potesse accompagnare e completare un album già di per sé fantastico, con il desiderio di dare una forma al surrealismo atmosferico dell’album.

La pellicola, diretta da Alan Parker, coniuga la parte recitata a una parte animata che nasce dai disegni di Gerald Scarfe. Ma la creazione del prodotto non fu per nulla facile: la collaborazione tra le tre menti – Waters, Scarfe e Parker – fu talmente travagliata che il montaggio del film richiese una quantità di tempo molto superiore alle aspettative, circa otto mesi di tempo.

HA SENSO “VEDERE” THE WALL?

Questa pellicola è un prodotto di cui si è discusso molto fin dalla sua uscita nel 1982. Presentata al Festival di Cannes, non riscosse molto successo a causa della sua natura molto poco definita. Il film, infatti, appare alle volte come un miscuglio anche mal assortito di immagini deliranti. Lo stesso Waters ha ammesso più volte di essere rimasto confuso dal risultato finale; dello stesso parere poi fu anche il regista che più volte definì la pellicola come un “mix di idee folli di Roger Waters”.

La parte più interessante però è la componente visuale creata dalle mani di Gerald Scarfe: le illustrazioni dell’artista hanno fatto la storia e l’immaginario dell’album e creato un binomio inscindibile di musica e immagini. Lo spettatore assiste al viaggio introspettivo del protagonista che, isolatosi in una camera d’albergo, vede scorrere davanti a sé tutta la sua vita, fra ricordi reali e ricordi psichici.

I disegni di Scarfe sono crudi, violenti e disturbanti: eppure solo in questo modo sarebbe stato possibile rendere al meglio la visione che Pink ha del mondo, storpiata dall’alienazione, dal disagio e dalla paura.

Il risultato è un prodotto scostante, con un’atmosfera pesante – che benissimo rende l’atmosfera dell’album – ma difficile da digerire. La pellicola trova linfa vitale e splendida esecuzione nella dicotomia musica e animazione; altrettanto però non si può dire per il recitato, che invece risulta confuso, involuto e capzioso.

Giorgia Grendene

Sono Giorgia e amo le cose vecchie e polverose (come la mia laurea in lettere classiche), le storie un po’ noiose che richiedono tempo per essere raccontate e apprezzate, i personaggi semplici con storie disastrose. Mi piacciono il bianco e nero e il technicolor molto più del 4K, i libri di carta molto più degli e-book, il salato molto più del dolce, i cani molto più dei gatti.