Wimbledon prima settimana: aria di Djokovic-Nadal… strepitoso Jannik Sinner!

Wimbledon prima settimana: aria di Djokovic-Nadal… strepitoso Jannik Sinner!

Wimbledon prima settimana: aria di Djokovic-Nadal… strepitoso Jannik Sinner!

Con Berrettini positivo al covid e gli outsider più quotati già estromessi, salgono le probabilità di assistere ad una nuova sfida tra i pluridecorati campioni. Ma qualcuno non è d’accordo, e un azzurro è tra di loro… Nel femminile fuori la campionessa di Roland Garros.

Ogni tanto gli inglesi rinunciano alla tradizione, e subito fanno notizia: per la prima volta da sempre il middle sunday, la domenica di mezzo consacrata al riposo e al relax per gli abitanti del quartiere (non si pensi che tutti lì amino il tennis!), ha una programmazione. Domenica 3 luglio ricorre il centenario del Campo Centrale, ed ecco spiegato lo strappo; nel primo pomeriggio una parata di campioni e campionesse ha calcato tra gli applausi il terreno dello stadio più prestigioso del mondo. Alcuni nomi: Rod Laver, Stan Smith, Bjorn Borg, John McEnroe; Billie Jean King, Margaret Court. Assente Martina Navratilova, per questioni di covid. Al termine della cerimonia, spazio al tennis giocato.

Gli ottavi di finale, dunque, iniziano nella domenica del primo weekend. Ma cosa è successo in questi sette giorni? Di tutto.

Sappiamo bene della positività di Matteo Berrettini al coronavirus; il nostro portacolori ha scelto di effettuare il tampone a fronte di alcuni sintomi, da lui stesso definiti “non gravi”. I commenti alla sua decisione hanno spaziato dalle accuse di ingenuità alle lodi per l’alto senso civico. Chissà come si comportano altri suoi colleghi in circostanze simili; noi non lo sappiamo e propendiamo per rispettare in ogni caso una scelta sicuramente sofferta, che lo ha escluso da un torneo che avrebbe giocato da protagonista.

Le vicende sui campi invece stanno evidenziando l’ottimo stato di salute dei due favoriti. Djokovic ha superato senza tentennamenti i primi quattro turni, peraltro con avversari per lui non trascendentali; ha perso solo due set, nel match d’esordio e negli ottavi, con l’olandese Van Rijthoven. Anche Nadal ne ha persi due, ma in tre incontri. Nel terzo ha avuto la meglio sabato del nostro Lorenzo Sonego, bravo comunque nel provarci contro il motivatissimo spagnolo che sta sognando di vincere il Grande Slam: gli mancano solo Londra e New York.

Novak Djokovic

Intorno a loro gli sfidanti più accreditati si stanno facendo da parte: tutte le teste di serie dalla terza alla ottava hanno già detto arrivederci e grazie: detto di Berrettini, hanno perso Auger-Aliassime, Hurkacz e Tsitsipas.  Ruud è caduto al secondo turno, e Alcaraz negli ottavi giocati proprio il 3 luglio, e tra poco ne parleremo.

Chi dobbiamo nominare tra i possibili fastidi per i duellanti? Sicuramente il folle e geniale Nick Kyrgios. È il più richiesto, con lui ci si diverte e ci si indigna: butta via punti già conquistati, polemizza con il pubblico, con chi lo contesta, con i giudici di linea, con il suo angolo, con sé stesso. Serve dal basso, colpisce la pallina con la racchetta tra le gambe, irride e accetta l’irrisione da parte dell’avversario.  L’australiano sembra un McEnroe più scanzonato e divertente; a volte dà l’impressione di voler solo combattere l’ansia che lo prende nei momenti decisivi, ed infatti per ora il palmares è piuttosto misero per il suo talento. Ma dopo aver sconfitto in un match incredibile Stefanos Tsitsipas, ha dichiarato sabato di voler vincere la coppa. Alla grande, Nick.

Nick Kyrgios

Taylor Fritz è poco noto, ma quest’anno ha vinto a Indian Wells, e sta giocando bene. L’inglese Cameron Norrie è la nona testa di serie; viene da un periodo non felice ma zitto zitto è già nei quarti di finale, per la gioia del pubblico british orfano di Andy Murray, qui sconfitto al secondo turno.

Impossibile non citare tra questi outsider il nostro alfiere Jannik Sinner. Prima dell’inizio della kermesse non aveva vinto un solo incontro sull’erba; in questa settimana ne ha fatti suoi già quattro. Ha cominciato con Stan Wavrinka, e Michael Ymer; ha superato poi senza mai concedere palle-break il bombardiere americano alto più di due metri John Isner. Il capolavoro lo ha però compiuto nel giorno del centenario: ha battuto il giovane Carlos Alcaraz in quattro set. Ha dominato con i suoi colpi di rimbalzo le prime due frazioni, per poi subire il ritorno del diciannovenne iberico. Nel tie-break del terzo Jannik ha concesso tre set-point e li ha cancellati con classe. Si è procurato a sua volta due palle del match, ma Alcaraz ha reagito con temperamento da campione, e ha successivamente chiuso il game decisivo per 10 a 8.

Sinner è riuscito a dimenticare la delusione e nel quarto si è trovato a condurre per 3 a 1. È salito a quattro dopo un game durissimo, ed ha chiuso al nono gioco e al sesto matchball. Risultato finale: 61 64 67 63. È la sua prima vittoria nei confronti dello spagnolo in una rivalità che certamente ammireremo a lungo. Magnifico! Ora nei quarti trova Novak Djokovic; non parte favorito, ma Nole dovrà porre la giusta attenzione se intende proseguire verso la finale.

TORNEO FEMMINILE

Avevamo paventato problemi erbosi per la numero uno Iga Swiatek, e la polacca è caduta sabato sotto i colpi della tennista transalpina di lungo corso Alize Cornet. Ha commesso 33 errori non forzati, contro i solo sette dalla francese, ha iniziato male e finito peggio, forse stanca anche mentalmente: si ferma a 37 la sua strepitosa striscia di incontri vinti. Resta la migliore, ma sul verde è rimandata a… luglio prossimo.

Si apre un nuovo torneo, con dodici giocatrici, tra cui solo una, la rumena Simona Halep, ha già vinto un major. Quasi tutte hanno una piccola chance; oltre alla già menzionata Halep credo meritino attenzione la campionessa di Madrid e finalista di Roma Ons Jabeur e Paula Badosa. La prima sta avanzando spedita, molto ammirata per i suoi colpi eleganti e old school, così efficaci sul verde; la seconda è meno avvezza alla superficie, ma sta crescendo ed è pur sempre la testa di serie numero quattro. È alta la probabilità che ci sia una vincitrice al primo successo in uno Slam.

Paula Badosa

È un peccato che in un periodo storico così… anarchico del tennis femminile, una giocatrice di talento come Camila Giorgi non riesca a giungere in fondo in un torneo importante: qui è uscita all’esordio senza lottare in due set contro la polacca Magdalena Frech, che è già stata a sua volta eliminata.

Per ora è tutto: i campioni ci sono ancora, c’è anche un italiano anche se ce ne aspettavamo un altro. Ci saranno sorprese o prevarranno le star consolidate? Per certo sarà grande tennis, quello che ogni anno a inizio luglio fa tappa sui giardini di Londra. A presto!

di Danilo Gori

Roland Garros: Rafa Nadal, la leggenda dell’uomo straordinario

Roland Garros: Rafa Nadal, la leggenda dell’uomo straordinario

Roland Garros: Rafa Nadal, la leggenda dell’uomo straordinario

Nella Parigi della Rivoluzione Rafa XIV restaura le antiche gerarchie; Djokovic battuto nei quarti in quattro set, Zverev si infortuna seriamente in semifinale. Tra le donne Iga Swiatek stravince e allunga la serie positiva a 35 incontri. Martina Trevisan splendida semifinalista.

Alla fine è andata così, come altre tredici volte in precedenza. Ha vinto Rafael Nadal; è difficile trovare nuove parole per definire le sue imprese. Quante volte ha ribaltato partite che sembravano finite, quante volte ha sostenuto la squadra di Coppa Davis per sospingerla al traguardo; quante volte ha stretto i denti per far suo l’ultimo punto di un torneo, non ascoltando i segnali delle sue ginocchia scricchiolanti. E con quale professionalità si è presentato in questi anni su ogni campo da tennis, giocasse un’esibizione o la finale di Wimbledon, dimostrando profondo rispetto per pubblico e avversari.

Forse non piace a tutti, ma a chi riesce? Forse qualcuno storce il naso davanti al suo gioco, ma chi lo definisce pallettaro è completamente fuori strada: straordinario esempio di tennis di pressione, è anche in possesso di un tocco assai delicato, e le volte in cui lo ha dimostrato ormai non si contano. Furore agonistico sì, ma anche la capacità di riconoscere con squisita sportività le qualità e, quando accade, la superiorità del suo avversario. Le rivalità con Djokovic e Federer sono già ora nella storia dello sport. Ha vinto anche su un tabellone pazzo, che lo ha costretto nei quarti ad incontrare Novak ed in semifinale Zverev. È stato fantastico, una volta di più.

Alexander Zverev © TENNIS PHOTO NETWORK

Tra le donne Iga Swiatek si impone dominando alla maniera di Steffi Graf un torneo che ha fotografato il momento del circuito femminile. Ha perso 29 game e un solo set, al tie-break, per poi vincere 60 62 la partita. Con la finale è arrivata a 35 vittorie consecutive. Non c’è al momento alcuna avversaria che possa tenerle testa; come dicevo nell’articolo sul torneo di Madrid alcune settimane orsono, il livellamento generale non permette ad alcuna giocatrice di staccarsi dal gruppo per continuità. Chi vince o si distingue per qualche settimana sembra dover pagare pegno per lo sforzo fisico e mentale, e subisce un calo dei risultati che la ricolloca nel plotone delle inseguitrici.

Quarti, semifinali e finale hanno avuto perlopiù punteggi schiaccianti, a detrimento quindi anche dell’equilibrio delle forze in campo. Insomma, gioco monotono e poche emozioni: si sapeva già chi avrebbe vinto in troppe partite. La direttrice del torneo Amelie Mauresmo, ex numero uno del mondo con due titoli Slam in bacheca, ha dichiarato alla stampa le proprie difficoltà nel selezionare incontri femminili interessanti da programmare per le sessioni serali sul Campo Centrale.

È un momento così, che però è iniziato qualche anno fa; trovare un antagonista alla polacca permetterebbe almeno di proporre una grande rivalità. Vediamo come andranno le cose sull’erba, superficie sulla quale lga non ha mai vinto nulla.

TORNEO MASCHILE

Negli ottavi ci sono tutti i migliori otto, ma due di loro cadono: il campione di Montecarlo Stefanos Tsitsipas viene prosciugato (come egli stesso dirà) dal giovanissimo (19) danese Holger Rune, mentre il numero due Daniil Medvedev vince solo sette game con il croato Marin Cilic. Nadal vince un match memorabile con Auger-Aliassime, ottenendo il break decisivo nell’ottavo gioco del quinto set.

Nei quarti Ruud ferma la bella corsa di Rune e Cilic seppellisce sotto 33 ace la testa di serie numero sette Rublev in un match che si chiude al tie-break del quinto set. Nei due quarti di finale super Zverev boccia (per ora) Alcaraz all’esame del tre su cinque: vince per 64 i primi due set servendo come un ossesso, perde il terzo con lo stesso punteggio ma nel quarto sta servendo per vincere sul 5 a 4. E cede il servizio. In un tie-break al cardiopalmo il tedesco annulla un setpoint e chiude per 9 a 7.

Nella sfida più importante Nadal batte a sorpresa Djokovic. Non è stato il migliore tra i loro incontri; il serbo non è sembrato lucido come riesce ad essere di solito, e Nadal lo ha pressato dalla prima all’ultima palla. Il match è durato oltre quattro ore e lo spagnolo è stato criticato (insieme con il giudice di sedia) per il troppo tempo intercorso tra un servizio e l’altro. Djokovic al termine ha signorilmente glissato sulla faccenda, complimentandosi con Rafa: ora lo head to head è 30 a 29 per Novak.

Novak Djokovic

In semifinale Ruud si sbarazza di Cilic, mentre Nadal e Zverev avviano una battaglia in altalena continua: il tedesco annulla tre setpoint nel decimo gioco, e nel tie-break se ne procura quattro consecutivi. Nadal li cancella, il terzo con un passante di dritto strettissimo in corsa, a mio giudizio il punto più bello dell’intera competizione. Lo spagnolo si procura altre tre palle per il set, e l’ultima è quella giusta. La qualità del gioco è incredibile, la terra rossa sembra importata dal pianeta Marte insieme con i due marziani che vi scivolano sopra.

Nel secondo salta la regola del servizio e i contendenti arrivano al tie-break con otto break su dodici giochi. Purtroppo, nell’ultimo scambio Zverev atterra malissimo sulla caviglia destra e cade urlando di dolore. Non può continuare e Nadal entra in finale risparmiando parecchie energie. Peccato per il tedesco ovviamente, ma anche per quella che sembrava essere la partita più bella del torneo.

In finale Ruud non riesce mai a fare male con il servizio, e Rafa vince 63 63 60; Parigi esulta, ha sostenuto il maiorchino dalla prima all’ultima palla. È il loro eroe, e se lo merita.

TORNEO FEMMINILE

Negli ottavi la Swiatek, unica presente tra le prime dieci favorite, perde l’unico set del suo torneo, contro la cinese Zheng, che nel corso del match chiederà anche l’assistenza del medico per la schiena. Nei quarti la statunitense Coco Gauff vince il derby coloured con la connazionale Sloane Stephens, campionessa a New York nel 2017; Iga supera Jessica Pegula, e cade così anche l’undicesima del seeding. Le semifinali sono rapide: la numero uno supera Daria Kasatkina, che aveva eliminato Camila Giorgi, e Gauff batte Martina Trevisan. Le due giocatrici sconfitte raccolgono insieme la miseria di sette game.

Iga Swiatek

In finale Gauff ne vince quattro, riuscendo a strappare comunque applausi per il suo gioco e per alcune brillanti soluzioni che lasciano trasparire un talento indiscutibile. Ma non sufficiente. Ha solo diciotto anni e a sedici ha raggiunto gli ottavi a Wimbledon; auguriamole di continuare a crescere come tecnica e continuità. Nel discorso della premiazione applausi per lei che si commuove e per la vincitrice che rivolge il pensiero finale al popolo ucraino: “stay strong”. Battimani e commozione generale.

GLI ITALIANI

Gli ottavi cominciano con il colpo di Martina Trevisan: la fiorentina supera la bielorussa Sasnovich 76 75, vincendo il game decisivo della prima frazione al quinto setpoint, dopo averne cancellato uno della sua avversaria. Il giorno dopo (lunedì) Camila Giorgi, fresca di impresa contro la Sabalenka, viene travolta dalla russa Daria Kasatkina per 62 62. Inizia male e, come non di rado le accade, non riesce (non vuole?) cercare variazioni tattiche per riaprire il match. Subito dopo la sconfitta sono tornate le critiche che la accompagnano da sempre sulla necessità di ingaggiare un coach più preparato del padre, che la segue da quando era junior. Di sicuro Camila ha i mezzi tecnici e fisici per primeggiare, ma di una campionessa non ha l’atteggiamento mentale, né la reale intenzione di migliorare: il suo gioco arrischiato, ogni volta alla ricerca del ritmo e della profondità, rimane uguale a sé stesso in ogni situazione di punteggio. In conferenza stampa dopo la scoppola subita, lo ha confermato dicendo “non ho nulla da imparare dalla mia avversaria”. Mah.

Jannik Sinner vince il primo set contro Rublev, poi perde il secondo e si ritira per un problema ad un ginocchio; dopo Roma, un altro forfait per il Nostro.

Nei quarti la Trevisan compie il proprio capolavoro: aggredisce da subito la giovane canadese Leylah Fernandez e vince 62 la prima frazione al quarto set point. Sul 5 a 4 si procura un matchpoint, che la nordamericana annulla con un dritto coraggioso. Al tie-break la spunta proprio Fernandez, ma nel terzo l’italiana cancella il ricordo dell’occasione mancata, vince i primi quattro giochi è chiude 63. Giovedì in semifinale non ne ha più, e deve arrendersi alla diciottenne (e diciotto del ranking) Coco Gauff.

Tre settimane splendide per lei, con la vittoria a Rabat e le semifinali a Parigi: grinta, ritmo, coraggio e sorriso: un mix di questi ingredienti è riuscito a portare in alto questa tennista, che in passato ha dovuto risolvere importanti problemi personali che, tra le altre cose, ne hanno rallentato la maturazione tennistica. Da lunedì entrerà nelle prime trenta del mondo, e sarà la numero uno italiana. “Sprecare il proprio talento, ecco la cosa più brutta” diceva Ben Affleck in Will Hunting: un rimprovero che Martina non dovrà mai muoversi.

Martina Trevisan e Coco Gauff

Lunedì comincia la stagione sull’erba, con Matteo Berrettini campione uscente a Stoccarda. Wimbledon ha bannato atleti russi e bielorussi, e l’ATP ha tolto al torneo i punti classifica per i giocatori. Qualcuno si riserva di decidere se andare o boicottare il torneo che, senza punti, diventa solo una (ricchissima) esibizione. Vedremo come andrà a fine giugno, nel frattempo buon tennis a tutti!

di Danilo Gori

Foro italico: la sesta sinfonia di Nole Djokovic!

Foro italico: la sesta sinfonia di Nole Djokovic!

Foro italico: la sesta sinfonia di Nole Djokovic!

Con Parigi alle porte, l’asso di Belgrado Djokovic torna implacabile e vince il torneo senza perdere nemmeno un set; ancora più netto nel femminile il percorso trionfale di Iga Swiatek.

A tabelloni già compilati gli organizzatori hanno dovuto incassare il no gracias di Carlos Alcaraz, il quale, smaltita l’adrenalina della clamorosa vittoria a Madrid di cui vi abbiamo parlato lunedì scorso, si deve esser reso conto di quante energie si debbano spendere per battere i migliori al mondo. Ha così deciso di concedersi una settimana di riposo per prepararsi all’attacco della cima più impervia del circuito sul mattone rosso: il Roland Garros che scatta lunedì 23. Peccato per il nostro torneo, ma credo si possa capire la sua scelta.

Tirando le somme ci siamo divertiti lo stesso, e la finale è stata anche più interessante di quella madrilena.

Novak Djokovic pone il suo sesto sigillo romano, corredato da dodici finali complessive (la prima nel 2008, vinta con lo svizzero Stan Wawrinka); si può senza dubbio dire che il serbo è tornato ai suoi livelli migliori o quasi, e il Roland Garros, con le sue partite al meglio dei cinque set, a mio parere lo vedrà ancora come il favorito numero uno, Rafa permettendo (e magari anche Alcaraz). Gli altri possono centrare l’exploit di una giornata, ma appaiono un gradino sotto.

Tra le donne abbiamo avuto un maggior numero di protagoniste di alto livello che non a Madrid, prima di tutte la numero uno del seeding, la polacca Iga Swiatek, e la piacevolissima conferma di Ons Jabeur, che ha saputo esprimere il proprio meglio anche a Roma, denotando un coraggio non comune e una grinta ferina. La polacca succede a sé stessa nell’albo d’oro del torneo e firma il suo quinto successo complessivo nel 2022.  È la regina di Roma: nel 2021 superò in finale Katerina Pliskova per 60 60! La favorita di Parigi è ovviamente lei; con le sue rotazioni estreme riesce a imporre un forcing intollerabile per chiunque. Diventata la numero uno del mondo per il ritiro improvviso di Ashleigh Barty, sta dimostrando di meritarsi ampiamente il ranking. Un’ultima curiosità su di lei: è la prima numero uno del mondo nata in questo millennio (nel 2001).

TORNEO MASCHILE

Al traguardo dei quarti di finale spicca l’assenza di Rafa Nadal: il maiorchino aveva sconfitto al primo turno l’americano John Isner con tale facilità che si era concesso un allenamento extra nel dopo partita. Non si era stancato abbastanza, beato lui. Negli ottavi è incappato in un tennista assai scomodo, il canadese Denis Shapovalov. Il biondino classe 1999 lo ha sempre messo in difficoltà; lo aveva già battuto in una occasione, e a gennaio a Melbourne si era arreso solo al quinto set. Qui “Shapo” dopo aver perso il primo set per 6 a 1, ha trovato la giusta pazienza (qualità che spesso gli difetta) e ha risposto colpo su colpo al campione iberico, che ha finito calando: 16 75 62 il risultato finale per il talento nordamericano. Nadal ha confermato davanti alla press alcuni problemi ormai cronici alle ginocchia; vedremo come e se ne influenzeranno il cammino di avvicinamento verso Parigi.

Nei quarti di finale Djokovic supera non senza difficoltà Felix Auger-Aliassime in una contesa balisticamente assai apprezzabile, mentre Zverev tiene a bada il cileno Cristian Garin; Tsitsipas si libera in due set di Jannik Sinner (ne parlo poi) e Casper Ruud ferma la corsa di Shapovalov, che può recriminare su uno sfortunatissimo “nastro” favorevole al suo avversario in un punto capitale della prima frazione.

Le semifinali vedono “Djoko” battere Ruud in due set ed entrare nel club dei tennisti che hanno vinto almeno mille partite ufficiali: prima di lui ci sono riusciti solo Jimmy Connors, Ivan Lendl, Roger Federer e Rafa Nadal. Nella seconda il greco Tsitsipas si prende la rivincita su Zverev, che una settimana prima lo aveva superato a Madrid.

La finale si spacca in due parti: nel primo set un Djokovic perfetto in tutti gli aspetti e con percentuali clamorose al servizio nasconde la pallina al numero quattro del mondo, battendolo per 6 a 0. Tsitsipas esordisce al servizio nel secondo e vince il suo primo game. Finalmente al quarto gioco strappa il servizio al serbo, e si porta sul quattro a uno; nel quinto gioco ha persino una palla per il 5 a 1, che Novak annulla con un cross di rovescio strettissimo.

Come sovente accade, il campione che è stato sull’orlo di cadere, quando si rialza imprime al suo tennis una carica rinnovata che gli permette di uscire dalla buca. Subisce il 5 a 2 ma si riporta in pochi minuti sul 5 pari. Si va al tie-break, e il greco deve quasi sempre inseguire, fino all’epilogo favorevole al serbo per 7 punti a 5.

TORNEO FEMMINILE

Fino alle semifinali Iga Swiatek ha perso diciassette game in otto set; ha dominato tutte le avversarie imponendo un ritmo insostenibile. Ha giocato il tie-break solo una volta, con Bianca Andreescu, vincendo il secondo set per 6 a 0. In semifinale ha lasciato solo tre giochi ad una Sabalenka, numero tre del seeding, via via sempre più frustrata.

Viceversa, la finalista tunisina ha vissuto assai pericolosamente: nei quarti di finale si è lasciata travolgere dalla greca Maria Sakkari fino al 61 52. Da lì in poi Jabeur ha perso solo un gioco; ha irretito l’avversaria con accelerazioni e palle corte, nel secondo set ha colto il punto del 5 a 4 con una volèe smorzata difficilissima e ha chiuso il set con un’altra volèe di dritto, dopo aver portato a rete la greca con l’ennesimo drop shot (appunto, la palla corta che pratica come nessun’altra collega). Il set decisivo non ha avuto storia. In semifinale contro la russa Daria Kasatkina la nordafricana ha dovuto fronteggiare un matchball e lo ha cancellato con un dritto inside out (colpito dal centro con direzione a “uscire” ossia verso destra, per chi gioca con la mano destra) che ha spazzolato la riga.

La finale ha confermato lo stato di grazia della numero uno; la Swiatek ha servito meno bene che nei turni precedenti, ma ha risposto con una continuità che ha travolto la finalista. Il risultato finale di 62 62 è ingeneroso con la Jabeur. Sul 4 a 2 le finaliste hanno dato vita ad un gioco straordinario: la tunisina è salita 0-40, ha subito la rimonta della polacca ma ha saputo conquistare una quarta palla break, che la Swiatek ha cancellato dopo uno scambio ricco di soluzioni in tocco da entrambe le parti. Un lungo applauso ha salutato la fine del game. Vinto il matchpoint, Iga si è abbandonata ad un pianto liberatorio; forse vincere non è stato così facile come dicono i numeri della partita.

GLI ITALIANI. Jannik Sinner era testa di serie numero dieci; si è issato fino ai quarti di finale, tra l’altro eliminando Fabio Fognini al secondo turno. Lì è incappato nel finalista Tsitsipas, che ha costretto al tie-break nel primo set; perso il gioco decisivo, l’altoatesino ha ceduto per 62 il secondo. In conferenza stampa ha parlato di un problema all’anca che lo ha condizionato nel finale, in ogni caso una buonissima edizione del Foro Italico per lui. Per il resto poco o niente: Fognini ha battuto Thiem, ex campione lontanissimo dalla forma migliore, per poi cadere davanti a Sinner. Poi tutte sconfitte dei giovanissimi Nardi, Cobolli, Arnaldi e Passaro, chiusi dal pronostico, e di Sonego, sorteggiato subito con Shapovalov.

Tra le donne bilancio disastroso: Camila Giorgi si è ritirata mentre era nettamente sotto nel punteggio al primo turno con Alja Tomljanovic, poi Cocciaretto, Paolini, Trevisan e Bronzetti hanno perso velocemente i loro match d’esordio. Dieci set giocati, altrettanti persi: all’orizzonte per il nostro tennis rosa si prevedono tempi di vacche magre magre.

Ora riflettori sui campionati francesi, il cui debut è previsto tra sette giorni: Djokovic, Nadal e Alcaraz i miei favoriti nell’ordine, mentre al momento nel femminile è difficile trovare un nome da accostare a Iga Swiatek. Ma si sa, i pronostici sono fatti per essere smentiti…