Market Routes: l’idea di due appassionate di vintage e mercati

Market Routes: l’idea di due appassionate di vintage e mercati

Market Routes: l’idea di due appassionate di vintage e mercati

Il 27 novembre a Milano è previsto il prossimo Market Routes, il tour dei mercati meneghini proposto e organizzato da due appassionate di vintage

Market Routes, il progetto di Maura Lauria e Katia Meneghini, è un percorso guidato che invita a riscoprire i mercati rionali di Milano. Le due appassionate di moda vintage, seconda mano ed esploratrici di mercati urbani hanno un unico, nobile intento: condividere una passione per far riscoprire l’autenticità di questi luoghi e sensibilizzare le persone verso acquisti più consapevoli e mirati. Per questo, oltre ad accompagnare piccoli gruppi di interessati a fare shopping, grazie al progetto Market Routes sarà possibile ricevere una consulenza specializzata su come districarsi nel ondo degli espositori, come riconoscere i pezzi di abbigliamento e gli oggetti giusti e le caratteristiche dei materiali, oltre a consigli su come acquistare i capi senza doverli necessariamente provare.

Il tour si svolge nell’arco di una giornata: dopo una presentazione davanti a un caffè per conoscersi e capire le esigenze dei partecipanti, vengono dati alcuni consigli su come muoversi nel mercato, come cercare i capi e come riconoscere tessuti e forme.

Market Routes prevede la visita a tre mercati rionali nell’arco di un sabato, ma è possibile anche realizzare esperienze più brevi secondo le esigenze dei partecipanti. Gli spostamenti avvengono rigorosamnte a piedi e con i mezzi pubblici, in nome di quella sostenibilità insita nell’acquisto di un capo vintage. Uno stile di vita più sostenibile comincia da semplici gesti e azioni. Ai partecipanti viene consegnata una borsa in tessuto riciclato che permette di riporre gli acquisti evitando di utilizzare le borse in plastica ed è prevista una pausa pranzo dove ci si confronta nuovamente per procedere poi con la seconda parte della giornata, in un nuovo mercato, e concludere con commenti sugli acquisti effettuati.

Cercare pezzi unici nei mercati può sembrare complesso e servono occhio, perseveranza e pazienza, ma Maura e Katia godono di un’esperienza pluriennale nel mondo della moda, dell’organizzazione di eventi, del design e della consulenza e daranno ai partecipati le giuste dritte per riconoscere e scovare indumenti interessanti che spesso si fa fatica a identificare nel caos dei market.

Vogliamo trasmettere alle persone una modalità diversa di visitare i market, invitarli a scoprire l’essenza e l’unicità che ogni posto racchiude e contribuire a sfatare falsi miti grazie ai nostri consigli mirati e a qualche dritta utile

PiĂą info e prenotazioni al link o inviando una mail a themarketroutes@gmail.com

Le nuove generazioni impazziscono per il vintage

Le nuove generazioni impazziscono per il vintage

Le nuove generazioni impazziscono per il vintage

La parola vintage deriva dal francese vendege (vendemmia), utilizzata ambito enologico, negli ultimi anni questo termine viene
impiegato anche per descrivere capi di abbigliamento.

Qualche cenno storico
La storia del vintage ha inizio in America negli anni 60 e durante questo periodo è possibile osservare l’affermazione di nuove culture giovanili, tra questi gli hippie. Sono proprio attribuite a loro le prime manifestazione del vintage: a corto di soldi, i ragazzi di quel periodo partecipano ai mercati dell’usato comprando capi di altre epoche. La volontà è quella di distinguersi dalla massa, di costruire la propria identità e ribellarsi agli adulti.
Dopo la seconda guerra mondiale è possibile assistere alla nascita di vari mercati vintage, il più famoso è quello di New York inaugurato nel 1965 da Harriet Love, dove all’interno era possibile comprare abiti antichi vintage.

Ma perché il vintage è diventato così importante in questi anni?
Sicuramente la sopraggiunta del fast fashion ha svolto un ruolo preponderante nella scelta: le nuove generazioni decidono di rivolgere la loro attenzione verso capi vintage, sia perché ritengono vi sia una qualità di materiali maggiore a prezzi spesso concorrenziali, ma soprattutto perché ritrovano degli stili, abbinamenti e colori ormai persi.
Un abito vintage deve essere d’epoca, deve essere demodé, ma soprattutto deve evocare il passato, deve far sentire chi lo indossa appartenente ad un altro tempo, poiché le stampe e i motivi di un determinato periodo raccontano la propria storia e saranno perciò irripetibili. Fondamentale è anche l’impatto sostenibile di questa scelta: comprare vintage vuol dire fare una scelta più green.

I mercatini vintage

  • Nelle grandi cittĂ  è facile ormai trovare mercatini rionali o veri e propri eventi dedicati al vintage. Uno di questi è sicuramente Vinokilo, evento che permette di comprare abiti vintage al chilo. Evento nato in Germania, ma che ormai ha spopolato in tutta Europa, Vinokilo permette di comprare, ma anche portare e vendere abiti vintage. La societĂ  si occupa di recuperare capi di vestiario per poi donargli una seconda vita dopo averli riparati.
    La loro filosofia è “Reduce, reuse, recycle”, e il loro obiettivo è quello di creare un ciclo di vita potenzialmente infinito per gli indumenti di seconda mano, rendendoliaccessibili al grande pubblico. Come Vinokilo tanti altri eventi, dal Remira Market al Mercato di Via Papininiano permettono di comprare abiti di seconda mano. Un altro grande mercato è sicuramente quello di Via Fauchè a Milano dove è possibile trovare capi, anche di marca, in ottime condizioni e a prezzi eccellenti.

La bellezza del comprare vintage non risiede solamente nei capi particolari o nei prezzi sicuramente piĂą vantaggiosi, ma ha radici ben piĂą profonde: comprare vintage significa avere un occhio di riguardo per la salvaguardia del pianeta, vuol dire portare avanti una scelta piĂą green e guardare al passato per un futuro piĂą sostenibile.

Per altri articoli simili, clicca qui

Di Rachele Bordini

Rachele Bordini

Ciao mi chiamo Rachele Bordini e sono una giovane sognatrice. Sono una grande viaggiatrice, amo il buon cibo e la moda. Scrivo per IoVoceNarrante perché per me la scrittura è libertà.
Studio lettere ma non bevo mai caffè.
Il mio motto è Aliis volat propriis