Pdl Nanni: la battaglia non è ancora finita

Il Pdl Nanni, in sostegno del quale sono state depositate diecimila firme, sarà il passo decisivo verso la difesa dei diritti della comunità Lgtbqia+?

Il 10 Maggio sono state depositiate e consegnate, attraverso diverse scatole recanti la bandiera arcobaleno, al presidente del consiglio regionale Alessandro Fermi le diecimila firme in sostegno del Pdl 109.

Il Pdl è anche detto Pdl Nanni in onore a Iolanda Nanni, ex deputata pavese, scomparsa nel 2018, molto attenta alle tematiche riguardanti l’inclusione. Il Pdl109 si occupa di coprire i vuoti normativi che rendono difficoltosa la vita di tutti i giorni alle persone omotransessuali, oltre che offrire loro protezione da violenze e discriminazioni. Questo iter non va però confuso con il DdlZan, nonostante i punti in comune siano molti. Se entrambi mirano a far ottenere maggiori diritti e tutele alla comunità Lgbt+, il Pdl 109 non legifera in materia penale perché non è competenza delle regioni.

 

I suoi promotori sono Simone Verni (M5S), Michele Usuelli (+Europa/Radicali), Paola Bocci (PD), Antonia Monopoli(responsabile Sportello Trans Ala Milano onlus), Davide Podavini (presidente di Coming-Aut Lgbt+) e molte altre associazioni quali Agedo, associazione che offre supporto ai genitori di persone della comunità Lgbt+, che hanno contribuito a raccogliere le firme.

I suoi promotori, mentre mostrano alle spalle la bandiera simbolo della comunità Lgbt rivista con la Rosa Camuna, hanno la consapevolezza che “la Lombardia non sia Porta Venezia”, ma anzi sia ancora un luogo dove l’omotransessulità è un tabù – e lo mostrano i molti casi di cronaca. Per questa ragione, propongono di premiare le aziende più inclusive, di vigliare invece sui casi di esclusione e marginalizzazione giustificati dall’orientamento sessuale e di fare informazione seria e attiva su genere e orientamento.

Affinché le persone della comunità Lgbt+ non subiscano sfratti, vessazioni sul lavoro o nello studio nel progetto di legge si propone anche di educare riguardo queste tematiche il personale della pubblica amministrazione. Viene poi posta attenzione a tutte le casistiche in cui le persone transgender non possono accedere a servizi medici, assistenziali o burocratici a causa dei loro documenti.

Il giorno successivo è iniziata la sua discussione nel consiglio regionale della Regione Lombardia. L’iter del Pdl Nanni può essere ascoltato in diretta o streaming sotto forma di audio tramite le pagine social dei suoi promotori. Se il Pdl arrivasse a compiere il suo iter, la Lombardia sarebbe la decima regione italiana ad aver legiferato in questa materia così importante. Sul totale delle regioni italiane solo Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Marche, Umbria, Campania e Sicilia hanno adottato disposizioni in merito e risultano depositati progetti simili in Lazio, Puglia e Calabria.

I suoi promotori durante la sala stampa specificano come nel migliore dei casi questo progetto di legge non sostituirebbe comunque decreti come il DdlZan dato che stato e regioni hanno competenze diverse ma si augurano che possa essere un messaggio forte per tutte le regioni che ancora non hanno compiuto questo passo o che lo hanno bocciato come Valle D’Aosta e Sardegna.

di Riccardo Valle