I 10 migliori birrifici artigianali del 2022 – IVN AWARDS

I 10 migliori birrifici artigianali del 2022 – IVN AWARDS

I 10 migliori birrifici artigianali del 2022 – IVN AWARDS

Nella vita bisogna fare delle scelte e mettere in mostra le proprie capacità. Noi di iovocenarrante sappiamo scrivere. Ed evidentemente sappiamo anche bere…

Tutto quello che leggerete potrà essere usato contro di noi in tribunale”. O sui social. Per smentirci. Per mandarci a quel paese. Per dirci che ci siamo dimenticati di Tizio, di Caio e del cugino Sempronio, sempre pronto a farsi vivo in questi casi, soprattutto sotto le feste (parenti serpenti vale anche per attuocuggino Sempronio).
Insomma, chiaramente la lista che potrete leggere in queste righe è figlia del gusto personale, delle scelte del singolo e ovviamente non può tenere conto di tutti gli oltre 2mila microbirrifici registrati in Italia.

UNA LISTA, NON UNA CLASSIFICA
Per questo, perché siamo consapevoli di quanto ogni giudizio possa essere più o meno soggettivo, vi invitiamo a leggere le prossime righe non come una vera classifica, ma come una lista. Dei suggerimenti (messi in ordine per facilità, ma non certamente per maggiore o minore capacità dei singoli) di consumazione. Dieco birrifici che dovete assolutamente provare.
Ce ne sono altri? Ma certamente. Ogni produttore ha la sua competenza, la sua peculiarità, il suo prodotto di punta. Si possono conoscere tutti? Purtroppo no, ma voi segnalateci “chi manca”, le birre da assaggiare, i locali da “recensire”. Lo faremo MOLTO volentieri. 

E fatta questa premessa che vuole essere un invito a confrontarci e ci vuole mettere al riparo dalla rabbia di tanti, ecco i dieci birrifici che ci hanno conquistati in questo 2022. Un anno tosto che ha segnato la ripartenza alcolica dopo la sosta (sempre alcolica) e ricca di Spritz ricchi di sostanza e poca creanza del 2020. L’ordine? Naturalmente casuale.

ALDER, Seregno 
In Brianza e con convinzione. Quello che ci ha impressionato di Alder è la lista delle birre: sconfinata. Assaggiarle tutte è impossibile (se si possiedono solo due fegati. Come? Ne abbiamo solo uno? “Oh rabbia” – leggere con intonazione alla Winnie The Pooh). Tra i fiori all’occhiello dei produttori brianzoli una lunga serie di Ipa…e non solo. 
Da non perdere? Pismo Beach. 
Andate a trovarli.


CANEDIGUERRA, Alessandria
Un chicca piemontese che ripercorre gli stili più classici, ma non segue le tendenze: le detta. Una passione per le IPA prima che spopolassero, la capacità di trovare innovazione anche nei prodotti “più normali”. Perché in questa posizione? Solo perché non è una classifica, ma una lista.
Da assaggiare prima di morire: Best Bitter.
Andate a trovarli.


CRAK, Campodarsego
Una serie sconfinata di birre, una specializzazione (per i nostri gusti) nelle luppolate (non perdetevi la Top 5 delle luppolate in uscita a breve) e un know-how con pochi eguali. Le birre di Crak sono una poesia.
Da non perdere: Plain of the Po.

Andate a trovarli.

 


 

KLANBARRIQUE, Rovereto
Una citazione obbligatoria in una top 10 per un birrificio che fa della qualità e della ricerca il proprio marchio di fabbrica. Birre ricercate, sapori di difficile comprensione per i più, una sperimentazione costante. Klanbarrique è una perla ai piedi delle dolomiti. Barricate, fermentate, spumantizzate, IGA, sour, decisamente delle birre da meditazione. 
Da non perdere: Marzarimen.
Andate a trovarli. 


RURALE, Desio
Una linea in costante aumento, sapienza e competenza nelle birre. Quello che contraddistingue Rurale è una nota comune nelle birre, come se al primo sorso potessi dire “Ok, Rurale”. In un distretto che sta diventando sempre più competitivo, delle chicche anno dopo anno e un sacco di fantasia.
Da assaggiare prima di morire? Seta Special.
Andate a trovarli.


LAMBRATE, Milano
Una realtà storica e ben nota agli amanti milanesi delle artigianali (e non solo milanesi). Lambrate continua a crescere mantenendo viva la tradizione, senza paura di sperimentare. Una gamma di prodotti completa, perfetta per tutti i gusti e palati e…una cucina niente male.
Da non perdere: Quarantot.
Andate a trovarli. 


 

50&50, Varese 
Un birrificio che sta continuando a crescere e che in questo 2022 ci ha stupiti ancora. Una grande varietà di birre in continuo aumento e sempre più innovative.  
Da assaggiare prima di morire? Flying Microtonal Beer. 
Andate a trovarli.

 


LA BUTTIGA, Piacenza
Non sono certo una sorpresa, ma una conferma. Li abbiamo scoperti grazie alla Tap Room in Paolo Sarpi a Milano e ce ne siamo innamorati. Varietà importante, sempre equilibrate e dritte al palato.
Da assaggiare prima di morire? Vite al limite.
Andate a trovarli.

 


MENARESTA, Carate Brianza
Ancora in brianza. Che la nostra sia una scelta di cuore? Chi può dirlo. La certezza è che Menaresta continua a dimostrare di meritare la top ten a suon di luppolate ben fatte e di una chicca piccante.
Da non perdere: Potenza Meridionale.
Andate a trovarli.

 


 

ORSO VERDE, Busto Arsizio
True, Fever e una serie di esperimenti, capacità di rinnovarsi. Che Orso Verde fosse buono non ne avevamo dubbi, che sapesse rinnovarsi a tal punto, invece, è stata una sorpresa più che piacevole.
Da non perdere: Vertigo.
Andate a trovarli


Menzioni onorevoli: Busa dei Briganti, Doppio Malto e Birrificio Italiano.


Busa dei Briganti. Non entrano in top ten per un solo fatto temporale: li abbiamo conosciuti a fine anno e non abbiamo ancora fatto in tempo ad assaggiarle tutte. Ma vi consigliamo di leggere la nostra Top 5 sulle luppolate (ATTENZIONE SPOILER, cavolo, in ritardo).
Birrificio Italiano. Un lavoro certosino e ricco di fantasia. La Asteroid è una delle Ipa classiche più buone d’Italia…
Doppio Malto. Una varietà importante di birre, la capacità di sperimentare e affinare i prodotti e il merito di aver investito sull’artigianale, con una produzione in costante crescita. Per quanto sarà artigianale? Solo il tempo ce lo dirà (letteralmente).  

Insomma, questa lunga classifica si interrompe qui. Siete d’accordo? Sicuramente no (a meno che non siate fan/dipendenti/proprietari dei birrifici sopra citati). Ma il mondo è bello per questo. Come abbiamo detto: siamo sempre pronti a cambiare idea.

Francesco Inverso

Quando scrissi la prima volta un box autore avevo 24 anni, nessuno sapeva che cosa volesse dire congiunto, Jon Snow era ancora un bastardo, Daenerys un bel personaggio, Antonio Cassano un fuoriclasse e Valentino Rossi un idolo. Svariati errori dopo mi trovo a 3* anni, con qualche ruga in più, qualche energia in meno, una passione per le birre artigianali in più e una libreria colma di libri letti e work in progress.
Sbagliando si impara…a sbagliare meglio.

Giornata nazionale della birra artigianale, boom del mercato globale a 38 miliardi di dollari

Giornata nazionale della birra artigianale, boom del mercato globale a 38 miliardi di dollari

Giornata nazionale della birra artigianale, boom del mercato globale a 38 miliardi di dollari

Il 23 giugno si è celebrata la Giornata Nazionale della Birra Artigianale. Dopo il calo di produzione e fatturato superiore al 70% del periodo pandemico, il mercato globale è tornato a fiorire nel 2021 ed entro il 2027 si stima che il tasso annuo di crescita composto raggiungerà il 14,1%. Il valore del comparto della birra artigianale in Italia raggiunge il 4% del mercato nazionale, fatturando oltre 250 milioni di euro e dando lavoro a 7.000 addetti secondo Unionbirrai. Cresce l’ambizione di ampliare sedi e referenze, come dimostra il caso made in Italy Doppio Malto: “Apriremo nuovi ristoranti in diverse città e proseguiamo l’innovazione di prodotto, lanciando proprio la nuova O Sole Mio” dichiara il CEO Giovanni Porcu

Dopo un biennio complesso come quello del 2020-2021 a causa della crisi pandemica, dei rallentamenti nella catena di approvvigionamento delle materie prime e della carenza di manodopera, dove il comparto delle birre artigianali ha sofferto una perdita della produzione e del fatturato superiore al 70% (stimato dall’ultimo report di Assobirra), il mercato della birra ha nuovamente raggiunto traguardi importanti che fanno guardare al futuro con positività. A partire dal riconoscimento nella Legge di Bilancio della filiera brassicola, per cui ad oggi le filiere di orzo da birra e del luppolo sono certificate quali vere e proprie filiere. Un riconoscimento necessario che certifica il valore del comparto della birra artigianale in Italia: il 4% del mercato nazionale, che produce in media 500.000 ettolitri l’anno e che fattura oltre 250 milioni di euro, dando lavoro a 7.000 addetti (fonte: Unionbirrai).

La birra artigianale convince sempre più famiglie e giovani, soprattutto nella segmentazione anagrafica Millennial: il 60% si dichiara, infatti, un conoscitore attento delle varie tipologie di birra, da quelle delle bottiglie da collezione, alle profumate e variopinte (Istat). E i dati importanti, stavolta a livello globale, non finiscono qui: attualmente ilsegmento della birra artigianale rappresenta un valore di oltre 38 miliardi di dollari nel mercato globale e crescerà del 14,1% l’anno fino al 2027, secondo quanto riportato recentemente da MarketWatch.

Sul mercato europeo, invece, stando ai dati legati alla produzione dello studio di Technavio, si prevede che laquota del comparto della birra artigianale aumenterà di 666,34 milioni di litri entro il 2025 (+6,20%). Buone notizie, quanto meno in termini di popolarità, in generale per la birra italiana, che secondo l’Annual Report 2020 di Assobirra, risulta tra quelle con migliore reputazione in Europa, terza in classifica, battendo tutti i paesi a grande tradizione birraria, inclusa la Germania, ad eccezione di Polonia e Romania. E se Germania e Regno Unito rimangono i mercati con la più rapida crescita di mercato, l’Italia è al quarto posto in Europa per numero di birrifici artigianali solo dietro Regno Unito, Germania e Francia (fonte: Unionbirrai).

Una popolarità che non può che lasciare soddisfatto chi la birra artigianale italiana la produce e la distribuisce attraverso una catena di food retail di successo, come Doppio Malto. “Continueremo quest’anno ad aprire nuovi ristoranti in diverse città italiane ed europee – dichiara il fondatore e CEO di Doppio Malto, Giovanni Porcu – È questo infatti ad oggi il principale canale distributivo della nostra birra artigianale, mentre stiamo lavorando per approdare alla grande distribuzione nel 2023”. Positive le previsioni di produzione del brand per i prossimi anni, prosegue Porcu: “Prevediamo di chiudere il 2022 con una produzione nel nuovo birrificio di Iglesias di 1,5 milioni di litri e passare a 3,5 milioni di litri entro il 2024. Previsioni supportate dalle innovazioni e dagli investimenti che puntano al miglioramento dell’offerta, come un nuovo parco maturatori, dedicati alla maturazione della birra ed un carbonicatore, necessario per garantire un corretto contenuto di anidride carbonica.

 Investire, soprattutto in momenti di crisi, è il segreto del successo: da qui il nostro piano di sviluppo”. Un piano di sviluppo e di crescita che riguarda tanto il retail quanto la produzione di birra. Precisa Giovanni Porcu: “Per una felice coincidenza lanciamo proprio oggi, nella Giornata Nazionale della Birra Artigianale, una nuova birra: O Sole Mio. È già disponibile in anteprima sul nostro EHI! Commerce per poi arrivare anche, sia in bottiglia che alla spina, in tutti i locali Doppio Malto”. “La O Sole Mio è una birra molto estiva, a bassa fermentazione, in stile American Wheat – spiega Simone Brusadelli, Mastro Birraio di Doppio Malto – Birra di frumento con impiego massiccio di bucce di limone, che respira sia Oceano che Mediterraneo. Bianca la schiuma e densa, pieno sole il colore, profumo balsamico di limone, ma anche mango, ananas e pompelmo, con un finale di pane croccante”.