Il campionato internazionale di Carpe Koi in scena a Cremona a maggio

Il campionato internazionale di Carpe Koi in scena a Cremona a maggio

Il campionato internzaionale di Carpe Koi in scena a Cremona a maggio

Dopo il successo della scorsa edizione torna a CremonaFiere l’unico campionato internazionale di carpe giapponesi in programma il 20 e 21 maggio 2023.

Dopo il successo della scorsa edizione torna a CremonaFiere l’unico campionato internazionale di carpe giapponesi in programma il 20 e 21 maggio 2023.

Italian Koi Expo si svolgerà in contemporanea con Japan Show, l’esclusivo salone che offrirà al pubblico la possibilità di immergersi a 360° nella cultura giapponese: dal food al design, dall’artigianato alla cosmesi, passando per letteratura, studio della lingua, sport e intrattenimento.

Un’esposizione dedicata al mondo delle carpe giapponesi che vedrà la partecipazione di giudici internazionali ZNA per la premiazione e che in soli 10 giorni ha esaurito i posti a disposizione con 33 vasche già sold out con oltre 150 esemplari provenienti da tutto il territorio nazionale.

Italian Koi Expo nasce dalla sinergia tra CremonaFiere e IKA (Italian Koi Association), dopo il successo della prima edizione che ha visto carpe provenienti da Italia ed Europa ad oggi è già stato raggiunto il numero massimo di iscrizioni che denota il forte interesse per questa speciale competizione oltre che per l’intera cultura giapponese.

Al concorso parteciperanno 16 varietà di carpe: Kohaku, Sanke, Showa, Bekko, Utsuri, Asagi, Sushui, Koromo, Goshiki, Kawarigoi, Hikarimuji, Hikarimoyo, Hikari-Utsuri, Tancho, Ginrin, Doitsu. A valutarle saranno giudici ZNA di fama internazionale: Ronald Stam (Olanda), Ruud Besems (Olanda), Rudi Van Den Broeck (Belgio) e Niko Bellens (Belgio).

Le premiazioni si svolgeranno Domenica 21 Maggio 2023 e, a seguito del verdetto stabilito dai giudici internazionali ZNA, verrà assegnato il premio di categoria e misura per la prima e seconda classificata di ognuna delle sette classi di lunghezza e delle sedici categorie ammesse, premi speciali “Best in Variety” assegnati alla koi più bella di ogni varietà e premi Champion: Baby, Young, Adult, Mature, Supreme, Grand e Jumbo Champion. Infine, IKA assegnerà il proprio premio a sorpresa. Main sponsor del Koi Show 2023 si riconferma Mountain Tree, azienda leader a livello mondiale nella produzione e fornitura di materiale filtrante ed accessori da laghetto.

A Italian Koi Expo, inoltre, non mancheranno presentazioni e convegni a cura di professionisti del mondo koi quali veterinari ed esperti del settore, blogger internazionali di Koi Question, come Tiebo Jacobs, e youtuber di caratura mondiale come Yvo De Wal. 

“Dopo l’esperienza dello scorso anno, e visto il grande successo ed interesse del Japan Show, siamo felici di tornare con questo appuntamento dedicato alla cultura giapponese ed in particolare con l’evento internazionale unico in Italia dell’Italian Koi Expo. – dichiara Roberto Biloni, Presidente di CremonaFiere – Il mondo fieristico ha sempre bisogno di innovazione e grazie alle collaborazioni nascono proposte sempre più attrattive.”

La nascita di Japan Show, che ha visto in concomitanza il primo svolgimento di Italian KOI EXPO, la più grande ed importante esposizione d’Italia di carpe koi giapponesi, è stata per noi di Italian Koi Association motivo d’orgoglio e di grande soddisfazione. – asserisce il presidente Sebastiano Adami Il target del 2023 sarà quello di incrementare il livello qualitativo delle koi in gara e di arricchire l’aspetto estetico del campo gara, con elementi che possano maggiormente ricondurre lo spazio in questione al mondo e alla cultura giapponese.”   

Maggiori informazioni: www.japanshow.it

L’Asian Film Festival di Roma definisce il programma: gli 8 paesi protagonisti

L’Asian Film Festival di Roma definisce il programma: gli 8 paesi protagonisti

L’Asian Film Festival di Roma definisce il programma: gli 8 paesi protagonisti

Si terrà al Farnese Arthouse, dal 7 aprile al 13 aprile 2022, la diciannovesima edizione di Asian Film Festival, la vetrina sul miglior cinema d’autore dei paesi dell’Asia orientale organizzata da Cineforum Robert Bresson con la direzione artistica di Antonio Termenini.

Quest’anno il cartellone prevede 30 lungometraggi provenienti da 8 paesi dell’Estremo Oriente (Cina, Corea del Sud, Filippine, Giappone, Hong Kong, Singapore, Taiwan, Thailandia), divisi tra film in concorso, fuori concorso e sezione Newcomers dedicata ad esordi e giovani registi. Tutti i film sono in lingua originale con sottotitoli in italiano. 

A sostegno dell’Asian Film Festival si annoverano prestigiose partnership quali quelle con la Regione Lazio, la Direzione Generale Cinema, il Comune di Roma e la Roma Lazio Film Commission. Alla sua realizzazione hanno poi contribuito anche il Ministero degli Affari Esteri e l’Associazione Italia Asean, nata con l’obiettivo di rafforzare il dialogo, la conoscenza e gli scambi tra il nostro Paese e quelli dell’Asean. Ulteriori partnership di particolare rilievo sono quelle con il Film Development Council of the Philippines, UniPhilippines e con il Japan National Tourism Organization. 
Anche quest’anno, inoltre, il Festival ospiterà all’interno della sua programmazione delle giornate speciali interamente dedicate ad alcune delle cinematografie asiatiche. In particolare, venerdì 8 aprile si terrà, in collaborazione con l’Ambasciata della Thailandia e il Tourism Board della Thailandia il Thailand Day. Nel corso di questo evento verranno presentati i film The Edge of Daybreak di Taiki Sakpisit, Come Here di Anocha Suwichakornpong, The Medium di Banjong Pisanthanakun e Anatomy of Time di Jachavral Nilthamrong. 
Grazie alla collaborazione con l’Istituto di Cultura Coreano di Roma, sabato 9 aprile si terrà invece il Korean Day, una giornata interamente dedicata al cinema sudcoreano in cui verranno presentati i film The Day Is Over di Qi Rui, Mom’s Son di Dong-min Shin, A Leave di Lee Ran-hee, Rolling di Min Seung-kwak e Three Sisters di Seung-Won Lee. Fanno parte del programma anche i cortometraggi Last Meal e Mother In The Mist. 
Domenica 10 aprile
, con il patrocinio dell’Istituto di Cultura Giapponese di Roma, si svolgerà invece il Japan Day. Nel corso di questo verranno presentati i film Somebody’s Flowers di Yusuke Okuda, Tsuyukusa di Hideyuki Mirayama, Moonlight Shadow di Edmund Yeo, Hokusai di Hajime Hashimoto e In The Wake di Takaisa Zeze.

Il programma

Giovedì 07 aprile 2022
15:00 Reunion Dinner (Ong Kuo Sin, Singapore, 2022, 90’) – Ah Ma è un’anziana che vive da sola nonostante soffra di demenza, il suo unico desiderio è quello rivedere la sua famiglia unita, che sembra invece averla dimenticata. L’esordio alla regia di Danielle Wei Koh ci porta in uno dei più grandi timori umani: l’abbandono. Un film elegante e scarno, dalle tinte drammatiche. Anteprima Italiana
16:45 Ms. Pearl (Yunbo Li, Cina, 2020, 98’) – Quando Ms. Pearl scopre che sua madre è malata di cancro decide di organizzare incontri al buio per trovare finalmente un uomo adatto a lei ed esaudire così l’ultimo desiderio della madre, ovvero quello di vedere la propria figlia felicemente sistemata. Anteprima italiana
18:30 Big Night (Jun Robles Lana, Filippine, 2021, 96’) – Dharna è sulla lista dei sospettati tossicodipendenti, in un solo giorno dovrà trovare il modo di dimostrare la sua innocenza. Un film che unisce toni da commedia con il ritratto della corruzione del governo filippino. Dal regista Jun Robles Lana, già premiato nell’edizione 2020 con Kalel, 15. Precede la proiezione il cortometraggio The Season Cuckoo Sings (Cina, 2021, 21’) Anteprima italiana
21:15 The Mole Song: Final (Takashi Miike, Giappone, 2021, 129′) – Ultimo capitolo della pazza saga diretta dal sublime Takeshi Miike. Il poliziotto Reiji questa volta dovrà infiltrarsi nella più grande organizzazione yakuza del Giapponese e intercettare un giro d’affari da milioni di yen. Anteprima italiana

 

Venerdì 08 aprile 2022 | | | THAYLAND DAY | | |
15:00 The Edge of Daybreak (Taiki Sakpisit, Thailandia, 2021, 115’) – Il percorso dolente e pieno di sofferenze dell’animo di due donne attraverso trent’anni di storia thailandese in un film tagliente in bianco e nero.
17:15 Come Here (Anocha Suwichakornpong, Thailandia, 2021, 69’) – Una gita tra quattro amici sembra non avere niente di speciale, ma a volte basta uno specchio d’acqua per cambiare prospettiva. Anteprima italiana
18:30 The Medium (Banjong Pisanthanakun, Thailandia, 2021, 130’) – Direttamente dalla Thailandia, un horror incentrato sull’angoscia e la paura di un gruppo di giornalisti costretto a fare i conti con sciamani e società primordiali. Anteprima europea
21:00 Anatomy of Time (Jakraval Nilthamrong, Thailandia, 2021, 117’) – Ambientato nella Thailandia degli anni ’60, il film attraversa la storia d’amore di Maem, una giovane ragazza con il cuore diviso tra due uomini. Una riflessione profonda sul significato del tempo affacciata su un background politico thailandese difficile e tortuoso.

 

 

Sabato 09 aprile 2022 | | | KOREAN DAY | | |            
14:30 The Day Is Over (QI Rui, Cina, 2020, 108’) – Offesa da una lettera ingiuriosa, una ragazza decide, insieme alle sue amiche del cuore, di andare a cercare suo padre in città. Il viaggio, però, sarà reso complicato da una serie di imprevisti, dai quali le giovani non si lasceranno scoraggiare. 
16:30 Mom’s Son (Shin Dong-min, Corea del Sud, 2020, 73’) – Il film descrive la vita di una donna forte che, all’interno della società coreana contemporanea, deve destreggiarsi e saper affrontare le difficoltà che le si presentano. Un viaggio attraverso la spiritualità e il silenzio. Anteprima italiana
17:45 A Leave (Lee Ran-Hee, Corea del Sud, 2020, 81’) – In una società in cui la produttività ha più valore della vita umana, Jae-bok lotta per i diritti dei lavoratori, mettendoli al primo posto anche rispetto al diritto delle proprie figlie di avere il padre con sé. Precede la proiezione il cortometraggio Last Meal (Taiwan, 2021, 25’) Anteprima italiana.
19:45 Rolling (Kwak Min-Seung, Corea del Sud, 2021, 75’) – Una madre amorevole, un locale di kimbap ed un cerotto; sono per Ji-roo gli ingredienti giusti per una vita dal gusto inaspettatamente nuovo. Precede la proiezione il cortometraggio Mother In The Mist (Cina, 2021, 21’) Anteprima europea
21:30 Three Sisters (Lee Seung-won, Corea del Sud, 2020, 115’) – Tre sorelle vivono le loro caotiche vite intrattenendo sporadici rapporti telefonici e incontri spesso imbarazzanti. Il compleanno del padre sarà un’occasione per rincontrarsi, ma un inaspettato evento farà degenerare velocemente la situazione.

Domenica 10 aprile 2022 | | | JAPAN DAY | | |
14:00 Somebody’s Flowers (Yusuke Okuda, Giappone, 2021, 115’) – A causa di un evento drammatico, il giovane Takaaki, a cui è stato strappato il fratello in un incidente, sarà costretto ad affrontare nuovamente i dolori del lutto. Anteprima europea
16:00 Tsuyukusa (Hideyuki Mirayama, Giappone, 2022, 95’) – Una donna e un bambino, due vite diverse ma legate dallo stesso dolore. Un viaggio difficile che descrive la speranza dei due protagonisti. La felicità è dietro l’angolo, bisogna solo saperla trovare. Anteprima mondiale
17:40 Moonlight Shadow (Edmund Yeo, Giappone, 2021, 92’) – Un film delicato e surreale che esplora il dolore della perdita e della vita dopo la morte attraverso un misterioso fenomeno che si verifica durante la luna piena. Tratto dall’omonimo romanzo di Banana Yoshimoto. Anteprima europea
19:15 HOKUSAI (Hajime Hashimoto, Giappone, 2021, 129’) – Sebbene il governo decida di censurare ogni forma d’arte, il giovane pittore Hokusai è deciso a continuare la creazione delle proprie opere, in rappresentanza della sua più profonda essenza interiore. La vita dell’artista leggendario che ha ispirato Van Gogh e Monet. Anteprima italiana
21:30 In The Wake (Takahisa Zeze, Giappone, 2021, 134’) – A distanza di nove anni dal grande disastro del Tohoku, il detective Tomashino si trova alle prese con un caso di omicidio seriale che lo riporta a quei giorni nefasti. Una critica al sistema amministrativo nipponico racchiuso in un thriller mozzafiato, diretto dal regista di culto Takahisa Zeze. Anteprima europea

Lunedì 11 aprile 2022
15:00 The Way Back In The Mirror (Yu Zhou, Cina, 2021, 96’) – Nella Guangzhou del XXI secolo, Xu deve affrontare le difficoltà della vita che gli serviranno da insegnamento per il futuro. La forza di un uomo che, nonostante le avversità della vita, riesce a guardare oltre e a superare ogni ostacolo. Anteprima europea
17:00 The Wheat (Tang Yu-qiang, Cina, 2021, 96’) – Nella Cina rurale, una donna, lasciata sola dal marito, trasferitosi nella megalopoli per lavoro, si rifugia tra le braccia di un uomo sposato. La dispotica moglie di lui farà di tutto per separarli, non pensando però alle conseguenze. Anteprima europea
18:45 Love After Love (Ann Hui, Hong Kong, 2020, 144’) – La giovane ed umile Ge Weilong decide di andare a trovare la zia benestante ad Hong Kong sperando di ottenere un aiuto economico per continuare i suoi studi; l’incontro tra questi due mondi non sarà così facile.
21:15 Anita (Lok Man Leung, Hong Kong, 2021, 137’) – Tra grandi successi, attivismo, incontri e difficoltà, la storia della celebre attrice e cantante pop Anita Mui raccontata in un’opera biografica intensa e toccante.  Anteprima europea

Martedì 12 aprile 2022        
15:00 The Falls (Chung Mong-hong, Taiwan, 2021, 129’) – Durante la pandemia, la relazione tra una madre e la figlia adolescente diventa quantomai tesa quando si trovano a dover passare insieme la quarantena nel loro appartamento. Costrette tra quattro mura, avranno modo di riflettere sul loro rapporto passato e presente. The Falls è stato scelto per rappresentare Taiwan agli Oscar 2022. Anteprima italiana
17:15 The Brokers (Daniel Palacio, Filippine, 2021, 107’) – Daniel Palacio ci trasporta in una Manila al centro di intrighi, affari e potere, che sarà lo sfondo per la vicenda di un giovane agente immobiliare, disposto a tutto per salvare la propria carriera. Anteprima europea
19:15 Resbak (Brillante Mendoza, Filippine, 2021, 105’) – La vita del giovane Isaac si intreccia in una lotta per la sopravvivenza a suon di rap battle. Sullo sfondo delle elezioni del Sangguniang Kabataan, Brillante Mendoza lancia una forte critica alla malavita e alla corruzione politica presente nelle Filippine. Anteprima europea
21:15 Gensan Punch (Brillante Mendoza, Filippine, 2021, 110’) – Diretto dal pluripremiato Brillante Mendoza, il film è liberamente ispirato alla storia vera di  Nao, un pugile giapponese mutilato, fin dalla nascita di una gamba. Combattivo sia sul ring che nella vita, egli farà di tutto pur di poter praticare la disciplina dei suoi sogni. Anteprima europea

 Mercoledì 13 aprile 2022
15:00 Tion Bahru Social Club (Tan Bee Thiam, Singapore, 2020, 88’) – Il trentenne Ah Bee vive una vita monotona con la madre. Dopo essere stato licenziato, si iscrive al Tiong Barhu Social Club per riorganizzare la sua esistenza. Ben presto egli scoprirà che sotto la patina del progresso, qualcosa non sta andando per il verso giusto.  Anteprima italiana
16:45 On the Job, the Missing 8 (Erik Matti, Filippine, 2021, 204’) – Dopo 8 anni Erik Matti realizza il sequel di “On the job” (2013). Un thriller poliziesco che attraverso gli occhi di personaggi ben definiti, mostra verità che la stampa spesso omette. Un film tratto da eventi realmente accaduti che porterà gli spettatori in un viaggio tra politici gangster, giornalisti corrotti e detenuti sicari.
20:45 Cerimonia di premiazione, a seguire The Great Yokai War Guardians (Takashi Miike, Giappone, 2021, 118′) – Folclore giapponese e Takashi Miike, una garanzia per il successo. Battaglie, nuove amicizie, coraggio ma soprattutto la famiglia saranno la cornice e lo stimolo di una grande forza interiore. Anteprima europea
23:00 Late Night Ride (Koh Chong Wu, Singapore, 2021, 80’) – Cosa potrebbe andare storto quando si fa un giro a tarda notte? Tre storie, a bordo di tre mezzi di trasporto differenti, si intrecciano tra di loro, in un horror ambizioso che tiene lo spettatore con il fiato sospeso. Anteprima europea

 

Perché i bocconi di sushi sono così piccoli secondo Ruth Benedict

Perché i bocconi di sushi sono così piccoli secondo Ruth Benedict

Perché i bocconi di sushi sono così piccoli secondo Ruth Benedict 

La risposta al perché i pezzi di sushi sono così piccoli ci arriva direttamente dall’antropologia applicata, nell’immediato secondo dopoguerra. E a parlarne è una donna, Ruth Benedict.

Cibo, sesso e piaceri fisici: no, non sono alcuni dei sette vizi capitali, ma tre ambiti in cui la cultura giapponese ha avuto una diretta influenza, connotando fortemente il modo in cui gli appartenenti a questa società fruiscono di questi elementi. La “società della vergogna” è analizzata e raccontata dall’antropologa e poetessa statunitense Ruth Benedict che, nel 1946, pubblica l’opera Il crisantemo e la spada. Modelli di cultura giapponese.

La spada: il “casus libri”

Il crisantemo e la spada è il miglior esempio di antropologia applicata – branca degli studi sull’uomo che si occupa di applicare i principi della disciplina all’economia, alla politica, alla società, ecc. – della prima metà del Novecento perché non si tratta di una ricerca organizzata autonomamente dalla Benedict, ma di un testo commissionato dagli Stati Uniti d’America in pieno clima bellico. Il governo americano si è reso conto di avere un nemico diametralmente opposto a sé e non riesce a prevederne i movimenti in guerra perché non ha gli strumenti per farlo. Viene così interpellata Ruth Benedict, fra le principali esponenti della scuola antropologica americana dell’epoca, affinché possa studiare la società giapponese e crearne un vantaggio per l’esercito americano.

Il conflitto in corso e la forte opposizione fra Stati Uniti e Giappone impedisce all’antropologa di recarsi in Giappone, dunque Benedict decide di intervistare i giapponesi che si sono formati e hanno studiato in patria e solo successivamente si sono trasferiti in America. Un proposito che sembra essere ben organizzato e conseguibile, ma che presenta per la studiosa non poche difficoltà.

Ruth Benedict è americana e il momento storico non le rende semplice osservare il suo oggetto di studio. Non può attraversare il globo, non può vivere la cultura nipponica sulla sua pelle: è quasi impossibile scrivere un’etnografia sul proprio nemico durante la guerra, mentre si combatte contro di lui. La convinzione degli americani, in questo momento storico, è quella di essere superiori a tutto e tutti sia a livello di armamenti, che di ideologie. Una posizione scomoda da cui intraprendere lo studio di una civiltà, per cui è difficile per Benedict, da americana, non inciampare nell’errore di sentirsi superiore rispetto al nemico.

Il dilemma della virtù e la società della vergogna

Il tema chiave del testo è il concetto di guerra per il Giappone, come i suoi abitanti interpretano e vivono il conflitto in corso. A metà del testo, però, si indaga un elemento cardine della cultura nipponica, il dilemma della virtù. Secondo la popolazione giapponese, gli uomini e le donne tendono per loro natura al bene e per questo agiscono nel bene. Ciò significa agire secondo un giudizio settoriale del comportamento, l’on: on è un obbligo che le persone portano addosso in quanto tali, per il solo fatto di esistere e di calpestare il suolo. È un desiderio di riconoscenza, un obbligo di mostrarsi capaci di comprendere che la propria esistenza non è data per scontata, ma abbia vere e proprie necessità di essere riconosciuta. On è un concetto ampio composto da diverse sfaccettature: chu è l’on verso l’imperatore, ko è la riconoscenza verso i propri genitori, jin significa letteralmente “essere riconoscenti e misericordiosi” verso il prossimo… ma è giri l’aspetto dell’on più rilevante per i giapponesi. Giri è riconoscenza nei confronti del proprio nome o del proprio mondo. Per i giapponesi, quando qualcuno non si comporta bene è perché tutte queste sfere collidono fra loro e l’individuo si trova a dover scegliere a quale sfera essere più fedele.

Rappresentazione grafica dell’on

E se non si riesce a “eliminare la ruggine” dalla propria esistenza? A comportarsi bene?
L’insuccesso rappresenta una vergogna per i giapponesi, e la vergogna è qualcosa di connaturato a questa cultura. Non a caso, Benedict definisce la società giapponese la “società della vergogna”. Quando i giapponesi combattono si sentono gli occhi del mondo addosso e per questo non possono permettersi di fare una brutta figura. Ogni individuo vive stando attento al giudizio degli altri. I giapponesi sanno di essere inferiori agli americani per quantità e qualità dei loro armamentari, ma affrontano il secondo conflitto mondiale convinti di vincere non perché sono migliori a combattere: vinceranno perché la loro anima è più pura.

In quest’ottica, persino il suicidio e la morte vengono rivalutati. La morte non è interpretata come una fine, il cessare dell’esistenza, ma come un momento di passaggio, un’espiazione delle colpe. Il suicidio, infatti, è solo un modo per pulirsi dall’onta di non essere stati all’altezza del proprio giri: la vergogna, per i giapponesi, è insostenibile, e l’unico modo per liberarsene è morire con lei.

Altro elemento fondamentale della cultura giapponese è la gerarchia. In Giappone c’è una strettissima gerarchia sia a livello statuale che relazionale e una forte fiducia in questa organizzazione. L’esistenza di una gerarchia permette di gestire al meglio sia i contesti più ristretti, come la famiglia o le relazioni interpersonali, che quelli più ampi, come un intero Stato. Nella famiglia giapponese, ad esempio, la donna è sottomessa all’uomo, ma lo è consapevole del fatto che questo ruolo è funzionale alla gestione della famiglia e al giusto scorrimento dei ruoli familiari. Allo stesso modo, un fratello maggiore non è e non può comportarsi come un fratello minore. Occorre, nella trattazione di un tema così delicato come quello delle questioni di genere, ricordare il periodo storico in cui sono state fatte queste analisi e questo testo è stato concepito, ovvero il 1946. Millenovecentoquarantasei. Un momento storico e politico lontano anni luce da noi, ormai.

Il piacere

Tutta questa moralità dovrebbe, a questo punto, essere applicata coerentemente al piacere, un atto fine a se stesso. L’approccio giapponese nei confronti del piacere è lo stesso che sono tenuti ad avere nei confronti dell’arte, si può apprendere un modo di provare piacere. Ma, non per questo, il piacere è culturalmente accettato. I giapponesi riescono a godersi a fondo un piacere, ma sono poi costretti a espiarlo. Per esempio, quando qualcuno si immerge nelle tipiche fonti termali giapponesi e si gode un lungo bagno caldo, come se ci fosse una legge del contrappasso la mattina dopo dovrà farsi una doccia ghiacciata.

Lo stesso vale per i due piaceri per eccellenza, il sesso e il cibo, che devono essere vissuti come esperienze sì fini a se stesse, ma alla luce del sole. Il piacere sessuale è qualcosa che va coltivato, che sia coniugale o extraconiugale. Per questo, le mogli e i mariti sono sempre consapevoli quando il coniuge sta avendo una relazione al di fuori del matrimonio: è, anche questa, una questione di onore.

E il cibo?
Vi siete mai chiesti perché i bocconi di sushi siano così piccoli? Perché tutte le pietanze giapponesi siano preparate di modo da essere formate da pezzettini che possano essere portati alla bocca senza bisogno di essere prima tagliati? Perché sulle tavole giapponesi non troviamo coltelli o nulla per tagliare, ma solo le bacchette?
Perché ogni singolo boccone che portiamo alla bocca deve essere fine a se stesso, rotondo, pieno. Un’esperienza autoconclusa: più piccola è la porzione di cibo, più ci si può dedicare completamente al momento in cui questo viene masticato, assaporato e ingoiato. Perché questo momento possa essere dilatato e chi decide di mangiare un pezzo di sushi (o di qualsiasi altro alimento) possa concentrarsi solo su quello mentre lo sta facendo. Un modo diverso, ma forse più sano e rispettoso, di concepire il cibo. I giapponesi non vedono il nutrirsi come un modo per riempire lo stomaco, ma come un vero e proprio atto esperienziale. E su questo abbiamo molto da imparare.

Gaia Rossetti

Sono una gastrocuriosa e sarò un'antropologa.
Mia nonna dice che sono anche bella e intelligente, il problema è che ho un ego gigantesco. Parlo di cibo il 60% del tempo, il restante 40% lo passo a coccolare cagnetti e a far lievitare cose.
Su questi schermi mi occupo di cultura del cibo e letteratura ed esprimo solo giudizi non richiesti.