Il Bar Sport di Stefano Benni

Il Bar Sport di Stefano Benni

Il Bar sport di Stefano Benni

Bar Sport è la prima raccolta di racconti di Stefano Benni, grande autore contemporaneo che ha saputo fornire uno spaccato umoristico e satirico dell’Italia del boom economico

[post-views]

Bar Sport viene pubblicato nel marzo del 1976 da Arnoldo Mondadori Editore. A quarant’anni dalla sua apparizione, la prima raccolta di racconti di Stefano Benni non cessa di suscitare riso e ilarità per le situazioni comiche, nonché iperboliche, descritte con un linguaggio piano ed efficace, orientato al quotidiano. 

E proprio il quotidiano (prettamente di provincia), quell’universo che spesso viene trasfigurato, necessariamente ornato e imbellettato, traspare con forza in Bar Sport dalla fitta tessitura di battute umoristiche ordita dall’abile Benni, all’epoca ventiseienne. 

Già a partire dall’incipit della raccolta, nell’Introduzione storica, Benni anticipa una costante di tutta l’opera nel creare situazioni paradossali e rovesciare, scuotere le aspettative del lettore:

L’uomo primitivo non conosceva il bar. Quando la mattina si alzava, nella sua caverna, egli avvertiva subito un forte desiderio di caffè. Ma il caffè non era ancora stato inventato e l’uomo primitivo aggrottava la fronte, assumendo la caratteristica espressione scimmiesca. 

E certo che l’uomo primitivo non conosceva il bar, ma non conosceva nemmeno il caffè; eppure Benni, in un solo periodo, sembra ridicolizzare un motivo topico della lirica occidentale: quello della mancanza e del desiderio quasi ossessivo che ne scaturisce.

L’universo descritto da Bar Sport è un insieme di ambienti conviviali che hanno rappresentato il fulcro della vita sociale degli italiani e delle italiane fra anni Cinquanta e Settanta: luoghi dove era possibile divertirsi, stare insieme e raccontarsi a tu per tu, nonché conoscere sempre nuovi individui. I racconti di Benni, a ben vedere, inquadrano un’epoca che lentamente cambia, e il bar di provincia, sotto i colpi della modernità galoppante, perde la propria identità. Ben inteso, i bar non stanno tutti sparendo, ma la convivialità descritta da Benni sopravvive in quelle realtà piccole e dimesse che raramente rientrano negli itinerari di chi si muove per lavoro o per turismo. 

Se prendiamo l’esempio della celebre “Luisona”, la decana delle paste, lo stesso Benni, in un cortometraggio diretto da Erminio Perocco, ironizza sulla sparizione delle paste di una certa consistenza a causa della fissazione per l’estetica, il fitness e le diete.

Gli stessi personaggi, o tipi umani, di Bar Sport sono proverbiali di un’epoca che lentamente passa. Basti pensare al “tecnico”:

Di cosa parla un tecnico? Di calcio, di sport in genere, di politica, di morale, di macchine, di agricoltura, di prezzi della frutta, di diabete, di sesso, di trattori, di cinema, di imbottigliamento, di spionaggio. In una parola, di tutto. Quale che sia l’argomento trattato, il tecnico lo conosce almeno dieci volte meglio dell’occasionale interlocutore, anzi, dirĂ , è una delle cose che lo ha interessato di piĂą fin da piccolo.

Il “tecnico” è colui che sosta nel bar vita natural durante e che attacca bottone con chiunque gli capiti a tiro. Si tratta della figura portante di tutta la convivialità del bar, conosciuto dal barista, dal titolare e dagli assidui frequentatori. E soprattutto, è colui che ha sempre l’ultima parola, saputo di ogni sorta di argomento, che sia di cultura generale o più specialistico. Quasi come uno di quei leoni da tastiera che affollano le piattaforme sociali e la nostra rete; con l’unica eccezione che, negli anni Sessanta, questo tipo restava relegato nell’universo del Bar Sport. 

Un’ultima considerazione sul ruolo del telefono: se nel mondo del Bar Sport (1976) il telefono è in fondo al locale, quasi nascosto, in Bar Sport 2000, il seguito ideale uscito nel 1997, il telefono, ormai diventato cellulare, è un elemento fisso degli ambienti conviviali alla soglia del nuovo millennio. Il cellulare, nuova estensione dell’individuo, ne condiziona le azioni e i pensieri, come un chiodo fisso, e segna un’evoluzione del bar sport che risente dei cambiamenti orientati verso l’individualismo contemporaneo.

 

di Giuseppe Sorace

Giuseppe Sorace

Sono Giuseppe, insegno italiano, e amo la poesia e la scrittura. Ma la scrittura, soprattutto, come indagine di sé e di ciò che mi circonda.