Un altro anno di successi per DiVINO, il mercato dei vini a Bergamo

Un altro anno di successi per DiVINO, il mercato dei vini a Bergamo

Un altro anno di successi per DiVINO, il mercato dei vini a Bergamo

Supera se stesso il mercato dei vini a Bergamo DiVINO, che anche per l’edizione 2024 si conferma una kermesse paradigmatica per gli appassionati e gli esperti del settore.

Conclusione di grande successo per la seconda edizione di “DiVINO – il mercato dei vini a Bergamo” 2024: un evento per celebrare l’eccellenza del mondo vitivinicolo, con un trionfo di esperienze sensoriali, innovazione e scambi proficui.

Durante i giorni di fiera , esperti, produttori, enologi e appassionati si sono riuniti per celebrare l’arte, la cultura e la passione che circondano questo fantastico mondo. Anche quest’anno, “DiVINO – il mercato dei vini a Bergamo” ha offerto una panoramica completa della diversità vitivinicola, presentando un’ampia selezione di vigneti provenienti da tutta Italia e non solo, dalle rinomate regioni vinicole alle gemme emergenti.

I visitatori hanno avuto l’opportunità di scoprire e degustare una vasta gamma di vini, da quelli tradizionali a quelli innovativi, guidati dai produttori che hanno condiviso le loro conoscenze e la loro passione, consentendo di approfondire la comprensione e l’apprezzamento per il mondo del vino.

Il confermato successo di “DiVINO – il mercato dei vini a Bergamo” 2024 sancisce l’importanza e il fascino senza tempo del settore vitivinicolo e ringraziamo per l’entusiasmo e l’interesse dimostrato da tutti coloro che hanno reso possibile questo evento straordinario.

L’organizzazione guarda al futuro con fiducia, impegnandosi a continuare a promuovere l’eccellenza nel mondo del vino e a creare eventi unici per l’interazione e la crescita del settore.

I popoli si incontrano a Ca’ Lustra: i Colli Euganei come non li avete mai degustati

I popoli si incontrano a Ca’ Lustra: i Colli Euganei come non li avete mai degustati

I popoli si incontrano a Ca’ Lustra: i Colli Euganei come non li avete mai degustati

I Colli Euganei, da sempre terreno di passaggio e di incontro fra i popoli, sono una delle regioni vinicole più varie in Italia. Ne abbiamo parlato con Marco Zanovello, uno dei proprietari di Ca’ Lustra, azienda vitivinicola e fattoria didattica che su questi colli ha i suoi vigneti e la sua produzione da oltre quarantacinque anni.

Ca’ Lustra Zanovello è un’azienda vitivinicola sita a Faedo di Cinto Euganeo, nel cuore dei Colli Euganei, che si dedica alla produzione di vini biologici e naturali. Una storia che inizia negli anni Sessanta, quando Angelo Zanovello acquistò il podere di Faedo per farne un rifugio per i fine settimana in famiglia. L’azienda vitivinicola Ca’ Lustra nasce nel 1977 con Franco Zanovello, figlio di Angelo, grazie alla sua passione per la viticoltura.

Da allora ne ha fatta di strada: oggi Ca’ Lustra è un’impresa familiare che si estende su 42 ettari di terreno, di cui 25 a vigneto e i restanti a uliveto, bosco e pascolo ed è gestita dai figli di Franco, Marco e Linda, i quali hanno deciso di seguire nella produzione gli stessi principi ed etica del padre.

Vinificazioni tradizionali con fermentazioni spontaneesenza alcuna chiarifica e con un uso di solfiti ridotto al minimo, rispettando le diversità caratteristiche dei Colli Euganei, come l’alternanza di generosi suoli vulcanici a ben più aridi sedimenti marini, con il duplice scopo di salvaguardare l’ambiente naturale e la biodiversità e di valorizzare i particolari “cru”.

Grazie all’appartenenza di Ca’ Lustra a VinNatur, associazione di vignaioli naturali che punta a promuovere la produzione di vini naturali e sani e si dedica a importanti sperimentazioni e studi in vigna, e alla loro partecipazione alla prima edizione di Vi.Na.Ri. abbiamo avuto l’occasione di intervistare Marco Zanovello, uno degli attuali proprietari di Ca’ Lustra.

Da quanto siete in attività e come siete arrivati al vino naturale, dato che in Italia è un terreno ancora poco esplorato?
L’attività è nata negli anni Sessanta come appendice della casa di famiglia, una fattoria con campi, bestiame, ma ancora non specializzata in vigneti. È negli anni Settanta-Ottanta che si è creata l’attività economica focalizzata sul vino che poi è cresciuta nei quarant’anni seguenti. Un’attività familiare che con costanza e dedizione è diventata quello che è oggi”.

Quando si va ad approcciarsi al vino naturale in Italia c’è sempre un po’ di pregiudizio. Cosa significa per voi dedicarvi al vino naturale?
Per noi è stato un percorso di sperimentazione, una scelta di lavoro sul vino a tutto tondo. Coltiviamo in biologico dal 2008 come risultato di uno sviluppo naturale e coerente dei nostri valori: una decisione che ha anche un riscontro tangibile sulla bontà dei nostri vini. Il nostro obiettivo infatti è quello di produrre vini biologici, naturali e autentici, preservando un territorio parte dell’area protetta del Parco Naturale, oggi anche Biodistretto di cui siamo soci.
Nei primi anni Duemila abbiamo avviato attività di degustazione, eventi e confronti anche tra vignaioli e colleghi e questo ci ha portato moltissimi stimoli. fin dal principio la sperimentazione ha fatto parte della nostra filosofia, ma negli anni seguenti, anche grazie ad alcuni di questi stimoli, abbiamo portato avanti molte prove, anche in campagna, producendo in parallelo uno stesso vino con tecniche diverse. A un certo punto ci siamo accorti che i risultati della produzione biologica ci piacevano di più rispetto alle tecniche precedenti e abbiamo modificato la nostra produzione. gradualmente siamo arrivati a una produzione naturale per tutti i nostri vini, continuando a sperimentare con l’obiettivo di un costante miglioramento”.

Il logo di Ca’ Lustra Zanovello

Qual è l’ultimo vino che avete aggiunto alla vostra gamma?
È difficile dirlo, da due o tre anni affianchiamo ogni anno alla nostra produzione alcune etichette sperimentali, piccole partite, dalle 100 alle 1000 bottiglie per tipologia. Durante i primi mesi del 2020, a causa della reclusione forzata dovuta alla diffusione del Covid, ci siamo ritrovati ad avere parecchio tempo libero in cantina e abbiamo pensato che potevamo fare prove più su larga scala: invece di imbottigliare 20 bottiglie per uso interno e basta, avremmo potuto fare tirature più grandi e inventarci etichette estemporanee e proporle al pubblico. Il fatto di lavorare molto con la vendita diretta ci è stata d’aiuto: abbiamo clienti affezionati e curiosi che ci chiedono costantemente novità. Questo ben si sposa con la nostra voglia di sperimentare, così è nato il progetto delle “Prove d’Autore”. Vecchie varietà, vigneti particolari, prove di vinificazione, differenze tra vigne giovani o vecchie, sorprese dovute all’annata e qualche errore: così nascono queste bottiglie particolari”.

 
 

Quante bottiglie producete ogni anno?
Circa 130mila, siamo una decina di persone a lavorarci. Una produzione importante che è possibile portare avanti grazie alle particolari condizioni geologiche e climatiche in cui lavoriamo, che sono diverse da versante a versante. I nostri 25 ettari sono organizzati su terreni dalle caratteristiche molto diverse fra loro, per cui la stessa varietà coltivata in aree diverse cambia anche di un mese e mezzo i tempi di maturazione e questo si riflette sui nostri vini. Ecco perché viene facile mantenere 20 etichette stabili e fare svariate Prove d’Autore, abbiamo condizioni podologiche e climatiche che ce lo permettono e un’ampia varietà genetica che ci semplifica le cose”. 

Alcune delle etichette di Ca’ Lustra Zanovello in degustazione a Vi.Na.Ri

Quali vitigni coltivate?
I vini di Ca’ Lustra sono legati all’anima del territorio in cui ci troviamo, i Colli Euganei sono stati sempre un luogo di passaggio e tante varietà sono arrivate nel corso del tempo, non abbiamo un’identità varietale chiara come altre zone in Italia” ci racconta. “Per quanto riguarda le varietà rosse, nel Novecento i bordolesi hanno soppiantato quasi tutte le coltivazioni che c’erano prima: stiamo facendo progetti di recupero di altre varietà più anziane della nostra zona, però al momento quasi tutto è piantato a uve Bordolesi. Tradizionalmente, le uve rosse erano coltivate a pieve di collina e i bianchi nella parte in pendenza. In eredità abbiamo di tutto: gli ultimi arrivi dai francesi sono Pinot Bianco e Chardonnay, poi andando a ritroso nel tempo ci sono il Moscato Giallo arrivato con i veneziani, le Malvasie, il Tai bianco (Tocai) e anche varietà più antiche come la Pinella, che è stata impiantata anch’essa dai veneziani sui nostri terreni calcarei, il Moscato Bianco, che è forse il più antico fra le uve che coltiviamo, la Garganega, la Glera… per questo è difficile identificare il vitigno più tipico della zona. Certo è che abbiamo grandi successi con Moscati e Bordolesi, che cerchiamo di coltivare nelle aree più adatte, e abbiamo un occhio di riguardo per le varietà autoctone più resistenti al clima caldo e asciutto della parte sud dei Colli Euganei”.

Abbiamo chiesto a Marco di farci assaggiare (e di raccontarci) il vino che più identificasse l’etica di Ca’ Lustra. Ha scelto per noi un IGT Veneto Moscato secco, ‘A Cengia.
Si chiama così perché prende il nome dalla valle in cui lo coltiviamo, la Cengolina, nei pressi della cantina. Si tratta di una valle con i versanti piuttosto ripidi anticamente completamente coltivati a terrazzamenti. Negli ultimi cinquant’anni sono stati quasi tutti abbandonati, noi stiamo cercando di gestire quelli che ci rimangono di proprietà e di recuperarne altri nel tempo. Un moscato bianco, una delle varietà di tradizione più antica che abbiamo e che coltiviamo”.

‘A Cengia, Moscato Secco IGT Veneto


Ca’ Lustra Zanovello online
Sito web: calustra.it
Facebook: Ca’ Lustra – Zanovello – Il Vino degli Euganei

Gaia Rossetti

Sono una gastrocuriosa e sarò un'antropologa.
Mia nonna dice che sono anche bella e intelligente, il problema è che ho un ego gigantesco. Parlo di cibo il 60% del tempo, il restante 40% lo passo a coccolare cagnetti e a far lievitare cose.
Su questi schermi mi occupo di cultura del cibo e letteratura ed esprimo solo giudizi non richiesti.

Vi.Na.Ri: le voci del vino naturale si riuniscono a Milano

Vi.Na.Ri: le voci del vino naturale si riuniscono a Milano

Vi.Na.Ri: le voci del vino naturale si riuniscono a Milano

Vi.Te. e VinNatur unite per la prima grande manifestazione dei Vignaioli Naturali Riuniti.
A Milano più di 150 espositori italiani ed esteri, banchi d’assaggio e masterclass

Arriva a Milano un evento storico che vede per la prima volta due associazioni unite nell’organizzazione di una manifestazione dedicata al vino naturale. Vi.Na.Ri è la due
giorni ideata e organizzata da Vi.Te. e VinNatur, aperta a chiunque ami il mondo del vino naturale, in cui tutte le aziende aderenti rispettano gli stessi requisiti qualitativi e di produzione.

La prima edizione della rassegna, in programma domenica 12 e lunedì 13 febbraio 2023, avrà protagonisti più di 150 produttori in unica grande location a pochi passi dall’aeroporto di Linate. Sarà proprio Studio Novanta lo spazio collettore in cui vignaioli italiani ed esteri potranno presentare i loro prodotti e la loro filosofia enologica e agronomica.

Vi.Na.Ri nasce a inizio agosto 2020 quando avviene l’incontro tra Angiolino Maule e Gabriele Da Prato, rispettivamente presidenti di VinNatur e Vi.Te., per gettare le basi di un percorso condiviso. “È stato evidente il bisogno di fare chiarezza nel movimento del vino naturale – dichiarano i due presidenti – e questo è stato possibile unendo le forze e collaborando per dare maggiore autorevolezza al vignaiolo e al suo messaggio. Da qui un evento congiunto, fuori dagli schemi abituali, che possa trasmettere la voglia dei vignaioli di raccontare e spiegare i territori, le vigne e i vini”.

 

Le 5 etichette sotto i 30€ che ci sono piaciute di più nel 2022

Le 5 etichette sotto i 30€ che ci sono piaciute di più nel 2022

Le 5 etichette sotto i 30€ che ci sono piaciute di più nel 2022

Chi ha detto che per bere una buona etichetta bisogna spendere tanto? Ecco cinque bottiglie di vino sotto i 30€ per un cenone di Capodanno con il botto.

Se anche tu davanti alle mille etichette nella corsia dei vini del supermercato non sai mai cosa scegliere e alla fine opti per la bottiglia con la combo estetica-alcol-prezzo che ti sembra più conveniente, questo articolo fa al caso tuo. Non è necessario essere sommelier o avere una disponibilità economica importante per godersi un calice di vino di tutto rispetto: a volte basta qualche trucco, altre il consiglio di un amico.

Non sempre le etichette più care sono quelle più buone. Dunque, se sei uno studente fuorisede, un neofita del vino, una donna in carriera che non ha tempo da perdere in indecisioni oppure semplicemente non ti interessano queste paranoie perché a te basta bere, ecco cinque bottiglie sotto i 30€ che ti faranno fare una cazzutissima figura al cenone di Capodanno, ma anche il resto dell’anno. Provare per credere.

Mater – Cilento Fiano DOC 2021, Cantine Barone (20€ sul loro sito)
Un fiano del Cilento DOC prodotto con uve surmature dal sapore caldo, secco, avvolgente, dalla spiccata sapidità e mineralità. La breve maturazione sulle bucce dona a questo vino bianco un bel colore giallo dorato carico e un profumo di frutta gialla matura con un evidente sentore di fichi secchi, leggermente tostato. Un grado alcolico del 14,5% che scende piacevolmente in accompagnamento a piatti di pesce, ma anche per un dopocena elegante. Noi l’abbiamo imbastardito abbinandolo a una bella pizza margherita, ma quando un vino è buono, lo è sempre.

Mater – Cantine Barone

Sauvignon Livio Felluga – Colli Orientali del Friuli DOC 2021, Livio Felluga (19.90€ su CallMeWine.com)
Di buone etichette ce ne sono tante, ma Livio Felluga sa quello che fa – e si sente. Il suo Sauvignon è un vino bianco del Friuli fresco e dalla buona complessità aromatica. Dal colore paglierino brillante, è un vino bianco intenso che conquista con la poliedricità dei suoi sentori, che vanno dalle romantiche note di fiori dolci a quelle decise degli agrumi, dall’avvolgenza della crema pasticcera alla spontaneità della foglia di pomodoro. Dà il meglio di sé se abbinato a zuppe di pesce, risotti e piatti di verdure in umido.

Sauvignon – Livio Felluga

Onìric Brisat Xarel-Lo – Catalogna 2019, Entre Vinyes (17.25€ su quaycoop.com)
Tutti conosciamo qualcuno a cui non piacciono gli orange wines. Se non conosci nessuno, allora quel qualcuno sei tu. Lo xarello di Entre Vinyes, produttori spagnoli della Catalogna, è il macerato perfetto per farti cambiare idea: nonostante la sapidità spiccata, questa etichetta mantiene un’acidità leggera e un’eleganza inimmaginata che lo rendono perfetto per un calice davanti a un film. un vino naturale non troppo spinto, spaziale se sorseggiato in accompagnamento a delle buone caldarroste.

Onìric Xarel-lo – Entre Vinyes

Alto Adige Lagrein Rosé DOC 2021 – Cantina Tramin (10.90€ su Tannico.it)
Questo Lagrein, vitigno tipico dell’Alto Adige, in versione rosato segue una fermentazione a temperatura controllata in acciaio. Proviene da vigneti di Ora, Egna e Termeno, posti su terreni calcarei e argillosi, con presenza di ghiaia. Un rosato piacevole, da bere anche in estate, caratterizzato dal suo colore rosso chiaretto profondo e dagli aromi intensi di frutta rossa matura e fiori. Un vino fresco e minerale che si accosta benissimo a molti piatti, in particolare antipasti mediamente strutturati, verdure saltate e pesce alla piastra. Ottimo anche con le carni bianche, grazie al suo buon equilibrio e alla piacevolissima beva che lo contraddistinguono.

Etichetta de Alto Adige Lagrein Rosé – Cantina Tramin

Barbera d’Asti DOCG Superiore 2016 – Dogliotti 1870 (19.89€ su 9wines.it)
Questa Barbera è un meraviglioso accompagnamento per ogni cibo, ma è anche un vino molto più serio, che si può degustare anche da solo. Come è tipico della Barbera, il colore è profondamente scuro, quasi opaco, con riflessi violacei. Al naso si sentono meravigliosi aromi di frutti rossi, di fragola, ciliegia e amarena, oltre ad aromi di vaniglia e tostati, abbinati a note erbacee. Al palato è denso, con aromi di ciliegia e amarena. La sua acidità fa venire l’acquolina in bocca immediatamente. Un vino super succoso, di facile beva, ma comunque complesso che ti saluta con un lungo finale. Da abbinare a carni stufate, primi elaborati e perché no, anche a un bel piatto di legumi.

Etichetta de Barbera d’Asti Superiore – Dogliotti 1870

Non ti piace il vino e preferiresti un bel boccale di birra? Leggi qui!

Gaia Rossetti

Sono una gastrocuriosa e sarò un'antropologa.
Mia nonna dice che sono anche bella e intelligente, il problema è che ho un ego gigantesco. Parlo di cibo il 60% del tempo, il restante 40% lo passo a coccolare cagnetti e a far lievitare cose.
Su questi schermi mi occupo di cultura del cibo e letteratura ed esprimo solo giudizi non richiesti.

Pesolillo: quando i vini raccontano la terra

Pesolillo: quando i vini raccontano la terra

Pesolillo: quando i vini raccontano la terra

Durante l’ultima edizione di Trevino abbiamo avuto l’occasione di assaggiare i vini prodotti dalle tenute agricole Pesolillo. Vini corposi, figli di una terra ricca che si riflette in ogni calice…

In un panorama a metà tra colli e pianure, in quelle terre abruzzesi patria del Montepulciano e figlio di una “corposità”, di un modo vero, vivo di intendere il vino e il rapporto umano nascono i vini dell’azienda agricola Pesolillo. Una realtà famigliare che porta avanti da anni un nome, un marchio e una qualità che viene tramandata nei prodotti, in un Montepulciano declinato in diversi “modi”, dal giovane alla riserva. Una realtà che in ogni bicchiere versa passione, oltre che vini di alto profilo che derivano da oltre 60 anni di attività, prima nella ristorazione, poi con una produzione che ha varcato i confini dell’agriturismo di famiglia per lasciarsi degustare dal resto del mondo. 

Durante Trevino, la fiera del vino organizzata da Vale20 e svoltasi qualche settimana fa in quel di Treviglio Fiere, abbiamo avuto modo di conoscere e intervistare Lorenzo Pesolillo, una nuova generazione entrata in azienda. La storia dei vini Pesolillo la lasciamo direttamente alle sue parole. Noi abbiamo parlato fin troppo.
Siamo una piccola azienda famigliare che vive e lavora in provincia di Chieti. Siamo in attività dal 1961, quando mio nonno acquistò i terreni dove è nato il nostro agriturismo. La storia dei nostri vini segue una vera tradizione abruzzese. Inizialmente non imbottigliavamo, ma come tanti altri producevamo e poi portavamo in cooperativa. Poi, circa vent’anni fa, abbiamo iniziato a imbottigliare per permettere ai clienti dell’agriturismo di assaggiare i nostri vini e, circa quattro anni fa invece, abbiamo deciso di aprirci “al mercato”, portare fuori i nostri prodotti, far conoscere a tutti la qualità dei nostri vini biologici”, ci ha raccontato.

I VINI
I nostri vini raccontano la nostra storia, la nostra tradizione. I nostri vigneti poggiano su terreni sabbiosi a circa 250 metri di altezza. Abbiamo tanta escursione termica, una brezza marina e dei vigneti di pergola abruzzese, quindi dei filoni che permettono l’ingresso di tanta aria all’interno delle vigne. Questo fa sì che abbiamo un grappolo abbastanza asciutto e previene la possibile presenza muffa. Un vantaggio considerando che abbiamo vini biologici”. 

LA LINEA
In questo momento abbiamo cinque vini. Un pecorino superiore ricco di freschezza e salinità, figlio dei nostri terreni. Abbiamo un rosato che deriva principalmente dal montepulciano vinificato in bianco e tre tipi di montepulciano.
Da un rosso giovane (2021) che ha fatto “solo” quattro mesi di acciaio e poi bottiglia, una versione intermedia che fa acciaio e poi legno, e una versione riserva che, come da disciplinare e da tradizione, fa un anno di acciaio ,14 mesi di legno e sei mesi di bottiglia”.  

IL FIORE ALL’OCCHIELLO: MONTEPULCIANO RISERVA 2019
Il Montepulciano Riserva di Pesolillo è corposo, forte, il suo rosso intenso lo vedi e lo senti in bocca, dove rilascia forte i sentori dei 14 mesi passati in botte. La frutta rossa matura, le spezie e le mandorle escono al naso e lasciano la bocca ricca.

Come nasce?
Le uve vengono raccolte a mano intorno alla prima settimana di ottobre quando hanno raggiunto la perfetta maturazione aromatica e polifenolica.
Dopo diraspatura e pigiatura, le uve vengono fermentate a temperatura controllata di 27-29°C con ripetuti rimontaggi e delestage per 15-18 giorni. Segue malolattica spontanea, e successivamente matura in contenitori di legno (barriques e tonneaux) per 12-14 mesi.
La lunga maturazione in legno fonde i ricchi profumi del Montepulciano con le delicate note del nobile legno francese in un’armonia che esalta l’unicità del territorio abruzzese. 

NOVITÀ
Una linea precisa che racconta la terra quindi, ma in futuro?
Per i prossimi anni stiamo valutare di lavorare nel mondo dei bianchi. Abbiamo dei vitigni di vitigni “maiolica” come bacca rossa e “cococciola” come bacca bianca e stiamo capendo che taglio dare. Vedremo”. 

Com’è andata a Trevino?
“È stato molto bello poter tornare in fiera, far assaggiare i nostri vini. Onestamente non sapevamo bene che cosa aspettarci alla vigilia. L’ultimo evento a cui abbiamo partecipato ha avuto un’affluenza sotto le aspettative e questo ci aveva messo in allarme. Fortunatamente c’è stata un’affluenza davvero ogni oltre previsione. Ci hanno svuotato le cantine…(sorride, ndr)” 

Di parole ne abbiamo usate fin troppe. Adesso non vi resta che assaggiarli. 

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Francesco Inverso

Quando scrissi la prima volta un box autore avevo 24 anni, nessuno sapeva che cosa volesse dire congiunto, Jon Snow era ancora un bastardo, Daenerys un bel personaggio, Antonio Cassano un fuoriclasse e Valentino Rossi un idolo. Svariati errori dopo mi trovo a 3* anni, con qualche ruga in più, qualche energia in meno, una passione per le birre artigianali in più e una libreria colma di libri letti e work in progress.
Sbagliando si impara…a sbagliare meglio.