MIA Milan Image Art Fair: il day after

Dopo la chiusura dell’evento vediamo insieme che cosa è successo, tra premi e opere degne di nota…

Si è conclusa recentemente l’undicesima edizione di MIA Milan Image Art Fair (28 aprile-1 maggio), a Superstudio maxi a Milano, nuovamente in partnership con BNL BNP Paribas e Eberhard & co, ma da quest’anno con una novità: MIA Fair è entrata nel gruppo Fiere di Parma.

Facciamo un breve resoconto della rassegna appena conclusasi partendo dai premi: il primo ad essere citato – e sicuramente e tra i più attesi – è il premio BNL BNP Paribas, assegnato a Simona Ghizzoni con Isola e ad Antonio Biasucci con Corpo Ligneo 01, che con le loro opere entrano nella collezione del gruppo BNL BNP Paribas andando ad arricchire un corpus che vanta già oltre 5mila opere. Ci sono novità anche tra i premi, questa edizione di MIA Fair vede anche la prima edizione del Premio IRINOX SAVE THE FOOD curato da Claudio Composti, premio che si concentra sul rapporto arte-cibo. Va ad ex aequo a Delphine Diallo e Ryan Mendoza il premio Sky Arte promosso da Sky Arte, media partner di MIA Fair.

Tra le varie iniziative, mostre e premi all’interno di MIA Fair, è sicuramente da segnalare la terza edizione del premio new post photography e relativa mostra, a cura di Gigliola Foschi: una iniziativa che nasce con lo scopo di dar spazio alle tendenze più innovative del mondo della fotografia contemporanea, ovvero indagare come la fotografia si ponga rispetto alle tante questioni sociali, politiche, economiche, culturali e tecnologiche che si intrecciano nella contemporaneità. In questo scenario la curatrice ritrova – non a caso –  nelle parole di Lazlo Moholy Nagy, uno dei principali esponenti del Bauhaus, una lettura decisiva “I confini della fotografia non sono prevedibili”. Parole, quelle di Moholy Nagy, che vedono proprio in questi confini non prevedibili un punto di forza per continuare a guardare criticamente al contemporaneo ponendo interrogativi e tentando di andare nel profondo delle questioni. Dunque, in mostra si ritrovano artisti ed opere che riflettono e lavorano su ambiti e con materiali molto diversi: chi riflette sul tema della violenza, chi sulla natura da salvaguardare, chi lavora con fotografie d’epoca e chi con le tecnologie digitali più recenti e si potrebbe continuare ancora con gli esempi. Un’iniziativa certamente degna di nota sia per gli obiettivi che si prefigge, sia per il rigore con cui affronta la ricerca.

Passando alle gallerie, divise in main section scelte direttamente da Fabio Castelli, direttore di MIA Fair, Gigliola Foschi ed Enrica Viganò, advisor di MIA Fair e beyond photography – dialogue (otto gallerie scelte da Domenico de Chirico per favorire, tramite progetti ad hoc per la fiera, il rapporto tra fotografia e altri media come pittura, scultura e installazioni), sono svariate le proposte degne di nota. Su tutte, Podbielski Contemporary (main section) che porta in fiera lavori di Silvia Camporesi e Thomas Jorion; la galleria trevisana Alberto Damian (main section) con gli scatti di Letizia Battaglia e ArtNoble Gallery di Milano (Beyond Photography- dialogue) che espone Giovanni Chiamenti e Alberto Selvestrel.

Sempre a proposito delle gallerie sono da segnalare l’allestimento e le proposte, molto curate, della galleria Antonia Jannone disegni di Architettura (main section) presente in due stand (9 e 11 corridoio C) con Marco Palmieri (stand 9), elegante, calibrato e raffinato come le immagini esposte. Nello stand 11 invece è esposto Santi Caleca che per esporre i propri scatti ripropone l’allestimento che aveva caratterizzato la mostra Aldo Rossi – Santi Caleca Monumental Memento (svoltasi presso la sede della galleria di C.so Garibaldi 125 a Milano tra il 7 dicembre 2020 e il 7 maggio 2021). Questa soluzione espositiva, come ci ha ricordato lo stesso Caleca incontrato durante la fiera, gli fu suggerita come consiglio pratico per meglio esporre le fotografie da Italo Lupi, architetto e designer che non ha bisogno di troppe presentazioni, proprio in occasione della mostra del 2020. In quell’occasione l’allestimento era un unico elemento lungo svariati metri disposto linearmente, mentre questa volta consiste in diversi elementi che corrono lungo le pareti dello stand fungendo da supporto sul quale vengono posizionate in maniera equidistante le immagini, in bianco e nero, che ritraggono le architetture di Aldo Rossi. L’allestimento nella sua semplicità, evitando l’effetto “foto appesa”, riesce al contempo a far dialogare elementi dello stand e immagini che posizionate in maniera cadenzata sembrano dialogare con le architetture ritratte. Aprono e chiudono il percorso della mensola due citazioni, una di Aldo Rossi, l’altra di Ettore Sottsass (proprio sulle architetture rossiane), contenute entrambe nel numero 3 anno 1989 di Terrazzo presente nello stand.

Completano il quadro di MIA Fair i progetti speciali. Tra questi ricordiamo il BDC – Bonanni Del Rio Catalog, che con la Nuova Scelta Italiana seleziona tre artisti come eredi dei grandi maestri della fotografia italiana; il progetto Olympism Made Visible della Olympic Foundation for Culture and Heritage, che ha come fine la divulgazione dei valori olimpici, e il progetto Dutch Talent Pavillion patrocinato dal Consolato del Regno dei Paesi Bassi della Galleria Project 2.0 che seleziona e presenta cinque tra i fotografi emergenti della scena olandese, tra i quali Larissa Ambachtsheer, colei che firma l’immagine di MIA Fair oltre a photoindipendent.

Molto elegante la mostra Uno sguardo gentile, fotografie di Marisa Rastellini di Mondadori Portfolio curata da Maria Vittoria Bravelli.

di Christian Vittorio Garavello

 

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Christian Vittorio Garavello

Laureato in architettura e curatore indipendente. Nel 2016 consegue la laurea magistrale in Architettura, indirizzo progettazione architettonica, presso il Politecnico di Milano. Nel 2021 consegue il diploma accademico di II livello in Didattica dell'Arte indirizzo Visual Cultures e Pratiche Curatoriali presso l'Accademia di Belle Arti di Brera.
È membro del Comitato dei Promotori del Premio Nazionale Arti Visive città di Gallarate.
Dal 2021 svolge attività di supporto alla didattica presso il Politecnico di Milano.
Collabora con studi di architettura, artisti e istituzioni culturali.