Stai impazzendo alla ricerca dei regali di Natale? Colpa dei Saturnalia romani!

La tradizione dello scambio dei doni ha origini antichissime: coincide con il 17 dicembre 497 a.C., nascita della festività romana dei Saturnalia.

È arrivato dicembre, il mese del freddo, delle luci, degli alberi di Natale, dei panettoni e soprattutto della folle corsa alla ricerca dei regali. Essere colti impreparati il 25 dicembre è il timore di ognuno, per questo, nelle settimane precedenti al Natale, fiumi di persone si riversano nei centri commerciali e nelle vie cittadine dello shopping per rifornirsi di doni con cui sorprendere i propri affetti. Ma da dove nasce questa amata, e odiata, tradizione?

Tutto ha origine il 17 dicembre del 497 a.C. quando a Roma viene predisposta una sfarzosa celebrazione in onore del dio Saturno, l’equivalente del dio greco Crono. Da quella data, tutti gli anni, dal giorno 17 al 23 dello stesso mese veniva celebrata la festività romana dei Saturnalia. La festa intendeva ricordare la cacciata dal cielo di Saturno il quale, insediatosi poi in territorio italico, avrebbe governato durante l’Età dell’Oro. 

È così che durante i sette giorni di festeggiamenti i romani cercavano di riprodurre l’agio e la prosperità di quegli anni creando un’atmosfera di gioia e divertimento con banchetti, riti ed eventi fastosi. Inoltre in questa settimana gli ordini sociali venivano invertiti. Gli schiavi rivestivano il ruolo dei nobili padroni vessandoli e vivevano alla maniera dei ricchi mangiando a dismisura e alzando il gomito. Ma non è di certo finita qua. I Saturnalia hanno anche molto a che vedere con il Carnevale. Infatti era previsto un ‘dress code’ tutto romano: i servi indossavano il copricapo frigio della liberazione e tutti gli altri la synthesis, una veste divertente e colorata degna delle sfilate della Milano Fashion Week.

Come per il Natale cristiano, anche quest’usanza pagana vestiva la città di fiaccole, ghirlande, nastri e addobbi. Èd è inquesto clima di leggerezza e letizia che nasce la tradizione dello scambio dei doni giunta fino ai giorni nostri. I romani si donavano l’un l’altro le cosiddette ‘strenne’ cioè piccoli regali, come vesti, statuette, candele, noci e datteri, accompagnati dall’augurio ‘Ego Saturnalia’, abbreviazione di ‘ego tibi optimis Saturnalia auspico’. Donare e ricevere questi presenti era simbolo di buon auspicio, ancora di più se si donavano i tre simboli di questa festività: il mirto, l’edera e il lauro, sacri rispettivamente a Venere, Bacco e Apollo.

Tuttavia i romani non hanno introdotto solo questo costume ma hanno ben pensato di inventare anche quello dei bigliettini di auguri. Infatti, come per i regali, anche i bigliettini da accompagnare ai doni ci causano non pochi pensieri. Che cosa scrivere? Limitarsi ad uno scialbo ‘Buon Natale’ o ‘Auguri’? No, forse potremmo prendere ispirazione da Marziale che, con i suoi epigrammi, si è dimostrato un maestro in questo.

Marziale, poeta latino del I secolo d.C., dedicò tutta la sua vita a comporre epigrammi, genere considerato ‘minore’ all’epoca. Gli epigrammi erano in origine epigrafi funebri commemorative ma Marziale seppe sfruttarne la versatilità e brevità realizzando epigrammi d’occasione, comici, autobiografici e satirici.

Gli epigrammi di Marziale che dovevano accompagnare i regali nella festività dei Saturnalia sono contenuti nelle raccolte degli Xenia (doni per gli ospiti) e degli Apophoreta (doni da portar via).

I bigliettini pensati dall’Autore suonavano scherzosi ma anche geniali e accattivanti. Spesso era il regalo stesso a parlare, come nel caso di uno scaffale per libri “Se non mi dai libri scelti, lascerò entrare le tarme e i feroci scarafaggi” o di un dentifricio “Che cosa hai da fare con me? Che mi usi una fanciulla: non è mia abitudine pulire denti finti”.

E adesso che sai perché ogni Natale coccoli amici e parenti con bigliettini di auguri e regali, affrettati a comprare gli ultimi e festeggia i tuoi Saturnalia!

Matilde Vitale

Mi chiamo Matilde e sono una laureata in Lettere moderne. Nella scrittura ho trovato la simbiosi perfetta tra le tre ‘c’ che regolano e orientano la mia vita: conoscere, creare e criticare. Sono tre c impegnative e dinamiche, proprio come la mia mente e personalità che corrono sempre troppo veloci. Se ti interessa scoprire qualcosa di me o di ciò che scrivo non ti resta che iniziare a leggere, buona lettura!