“Trend” Meme: un 2022 da Giggino a Manzoni

“Trend” Meme: un 2022 da Giggino a Manzoni

“Trend” Meme: un 2022 da Giggino a Manzoni

Da Giggino Di Maio a Will Smith fino agli ultimi miti nostrani. Ecco i meme più visti del 2022…

Se i Semisonic cantavano “Closing Time”, noi lo riadattiamo in “Boomer Time”. Un momento per noi boomer, per noi generazione di millennials amante del vintage, del retrò, di quei meme che fanno molto 2015.

Già, i meme. Una comicità che è passata dall’essere innovativa all’essere tradizionale in pochissimi anni. Ma bando alle ciance e veniamo subito al core di questo articolo: i personaggi più “memati” del 2022.

Il re incontrastato è lui, Gigino Di Maio, l’ex leader del Movimento 5 Stelle, ex vice premier, ex vicepresidente della camera, ex ministro degli esteri, ex ministro dello sviluppo economico, ex…sì, insomma, gli mancava solo “ex…on the beach” e aveva fatto l’en plein.
Il suo “Meme awards” di fine 2022, il premio assegnato da Off topic, hub culturale torinese che gestisce i Meme Awards, è salito agli onori della cronaca, ma quali sono – oltre al buon Giggino – gli altri personaggi che hanno ricevuto la maggior dose di meme nel 2022?

WILL SMITH
L’Italia ha Di Maio, il mondo ha Will Smith. Certo, metterli sullo stesso piano è complicato, uno è un uomo che ha fatto ridere intere generazioni con la sua pettinatura caratteristica, la sua carnagione scura, le sue espressioni comiche, mentre l’altro è un grande attore americano, ma in questo contesto non sono mai stati così vicini.
Dalla notte degli Oscar Will Smith ha ottenuto una popolarità globale (non che prima fosse uno sconosciuto). Certo, non è detto che nel suo caso il “basta che se ne parli” sia positivo, ma nel frattempo lo schiaffo a Chris Rock è diventato un trend topic della risata mondiale…

ELON MUSK
Twitter è dalla sua fondazione il luogo ideale per la diffusione dei meme, ha ben spiegato Wired. “Qualcuno temeva che l’arrivo di Elon Musk avrebbe intaccato lo spirito ironico del social network. Invece, da utenti esperti abituati a scherzare su tutto, gli iscritti hanno scelto di rendere un meme il nuovo proprietario, che di certo non ha timore di essere deriso. Forse una battuta su Musk vi costerà l’account su Twitter, ma d’altronde prendere in giro chi ha ruoli di potere è un passatempo che va di moda da secoli”.

ORIETTA BERTI
E veniamo ai miti “nostrani”. Sanremo è da anni una fucina di idee per i mematori italici, tra personaggi improbabili, Bugo, Morgan, flessioni a torso nudo, boomerate di Fiorello (ti vogliamo bene Fiore <3), ma il ritorno a sulla cresta dell’onda di Orietta con il suo stile “nonna de tutti” mixato con la Sirenetta (in attesa delle polemiche per la “color correction” nel live action Disney in uscita nel 2023) non è passato inosservato. Anzi, non è passato “inmemato”.

IVANO MANZONI
Dopo la sua esplosione, Alessandro è sceso al secondo posto della classifica dei Manzoni più famosi d’Italia. Un’espressione genuinamente “sbalordita” per i testi del rap di oggi, un giubottino giallo fluo e…sei in pole position.

ROBERTO DA GENOVA
Non è il nome di un santo e neppure di un televenditore d’assalto, ma l’ultimo Vip del web. Il cognome non ci è ancora noto, ma la sua intervista è diventata virale. E il resto…beh, il resto è storia.  

Francesco Inverso

Quando scrissi la prima volta un box autore avevo 24 anni, nessuno sapeva che cosa volesse dire congiunto, Jon Snow era ancora un bastardo, Daenerys un bel personaggio, Antonio Cassano un fuoriclasse e Valentino Rossi un idolo. Svariati errori dopo mi trovo a 3* anni, con qualche ruga in più, qualche energia in meno, una passione per le birre artigianali in più e una libreria colma di libri letti e work in progress.
Sbagliando si impara…a sbagliare meglio.

I 5 film che hanno incassato di più nel 2022

I 5 film che hanno incassato di più nel 2022

I 5 film che hanno incassato di più nel 2022

Di successo non sempre vuol dire di valore. E in questo caso? Avete visto i 5 film con il maggiore incasso del 2022?

Siamo seri: grandi incassi non sempre vuol dire film di grande qualità, anzi. I blockbuster, i “filmoni” che sfondano il botteghino, non sempre valgono il prezzo del biglietto o lasciano qualcosa che va oltre i 90 minuti. Vediamo insieme la classifica del 2022 che si è appena chiuso, con un forte “profumo” di Marvel 

Ecco i 5 film che hanno ottenuto il maggiore incasso al cinema nel 2022! 

5 – Thor: Love and Thunder 
Quinto posto in classifica per il quarto capitolo MCU dedicato al dio norreno. 760 milioni di dollari, ironia a palate e qualche spunto di riflessione. Un ottimo risultato che lascia spazio a un futuro per il bellissimo dio biondo…sempre che Chris Hemsworth sia d’accordo. 

4 – The Batman 
770 milioni di dollari, terzo film di Batman della storia per incassi (battuto solo dai sequel della trilogia di Nolan) per il reboot firmato Reeves. Anni di scetticismo per la scelta di Patkinson per quello che si è rivelato un successo (e un ritorno a Batman nel fiore degli anni dopo la versione “attempata” di “bisteccone” Affleck). Da guardare. 

3 – Minions 2: come gru diventa cattivissimo
E al terzo posto loro, la risposta gialla a una domanda mai fatta: I Minions. Gli anni non sembrano avere scalfito l’amore dei più piccoli per loro. Un’intera generazione ne sta seguendo le gesta e questo è valso ben più di 930 milioni di dollari al botteghino… 

2 – Doctor Strange nel multiverso della follia
Secondo posto, ma con un distacco enorme per Doctor Strange nel multiverso della follia, il secondo capitolo del MCU dedicato interamente al dottore più strano della televisione (oddio, ma abbiamo tradotto Strange, che simpatici! Mettici like). Quasi un miliardo di dollari (955 milioni) al botteghino per un capolavoro di effetti speciali (e con una buona trama che l’ha fatto entrare nella lista dei 100 migliori film di sempre secondo Movie Player). 

1 – Top Gun Maverick 
Al primo posto c’è l’ultimo capitolo di una serie cult, Top Gun. Un Tom Cruise mai imbolsito guida un’operazione revival di grande successo con un incasso che ha sfiorato il miliardo e mezzo di dollari! Primo al botteghino, 36esimo nella classifica dei migliori film di sempre secondo Movie Player. È meritato? Ditecelo voi. 

Francesco Inverso

Quando scrissi la prima volta un box autore avevo 24 anni, nessuno sapeva che cosa volesse dire congiunto, Jon Snow era ancora un bastardo, Daenerys un bel personaggio, Antonio Cassano un fuoriclasse e Valentino Rossi un idolo. Svariati errori dopo mi trovo a 3* anni, con qualche ruga in più, qualche energia in meno, una passione per le birre artigianali in più e una libreria colma di libri letti e work in progress.
Sbagliando si impara…a sbagliare meglio.

Capodanno 2023: un nuovo punto fermo in questo eterno divenire… – L’EDITORIALE

Capodanno 2023: un nuovo punto fermo in questo eterno divenire… – L’EDITORIALE

Capodanno 2023: un nuovo punto fermo in questo eterno divenire… – L’EDITORIALE

Perché nelle notte più buie cerchiamo disperatamente una luce. E il 2022 ci ha regalato una flebile fiammella di una candela…
Il discorso di fine anno di cui non sapevi di avere bisogno, ma che non ti meriti.

Ed eccoci a una nuova fine di un altro anno. Un momento di cui tutti – per quanto non ci piaccia ammetterlo – abbiamo bisogno. Ne abbiamo disperatamente bisogno. Come abbiamo bisogno di Sanremo (la settimana dell’anno in cui possiamo sfogare la nostra frustrazione: insultando il presentatore di turno o insultando chi insulta il presentatore di turno, in un meccanismo tremendamente “Inception”).  Perché un anno che si chiude è un momento per tirare una riga e fare i conti, un momento per ricaricare le pile e ripartire. E no, non è una questione solo di ferie e di riposo. È la necessità di mettere un punto in questo eterno divenire.

Se volessimo usare una locuzione abusata e violentata dalla retorica web degli ultimi anni potremmo definire il 1 gennaio 2023 come un “punto di ripartenza”. Perché fermarci non ci siamo mai fermati, anche se fatichiamo a rendercene conto: ci si muove sempre, si cambia e si vive anche seduti sul divano, con una copertina sulle ginocchia, un occhio alla televisione e un calice di vino in mano (scelta accuratamente dalla nostra Top dei vini del 2022, perché autocitarci ci piace parecchio, ndr.). Tirare le somme, spegnere il cervello per una sera e ripartire con i postumi dell’ennesimo anno passato.

2022
E questo 2022 merita davvero che gli venga tirata un spessa riga sopra. Un annus horribilis che ci ha tormentati, messi alla prova, spinti a guardare nuovamente il nostro futuro con pochi punti fermi e tanti punti di domanda. I venti che hanno soffiato dal nordest ci hanno sussurrato parole che mai avremmo voluto sentire. Venti freddi, gelidi. Venti di guerra tanto vicini a marzo e adesso finiti in un mare dolce di dimenticanza, perché sembra che ci si abitui a tutto, anche alla morte (degli altri specialmente). Venti che adesso sembrano una brezza che infastidisce, ma non un uragano. L’uragano sono l’aumento delle bollette e il caro elettricità. Quello sì che fa male. La morte degli altri, invece, sembra quasi tollerabile.

Venti di guerra, postumi pandemici, i Jalisse fuori da Sanremo. Ma le difficoltà non dovevano esaurirsi il 31 dicembre 2020? No. Lo speravamo, ma lo sapevamo. Non è vero che “va sempre peggio”, ma molto spesso abbiamo troppe aspettative per quello che, in fondo, non è altro che un foglio di carta che viene girato, un numero che aumenta progressivamente. Che cosa cambia da un anno all’altro? Solo una cifra, ma a volte ce lo dimentichiamo.

Gli eventi peggiori dell’anno li abbiamo riassunti in questo articolo firmato dalla nostra Martina Tamengo, ma questo 2022 ci ha lasciato anche qualcosa di positivo, una – seppure molto piccola – rinascita e un ritorno alla normalità. Siamo tornati a saltare ai concerti, a goderci un film al cinema. Siamo tornati a mettere play alle nostre vite, nonostante tutte le accortezze che un inverno post pandemico ci può lasciare. Abbiamo ricominciato a guardarci sorridere e non più solo a immaginarli sotto una mascherina, con in mano un pacco di pane e i minuti contati.
È vero: non possiamo considerare il 2022 come un anno positivo, specialmente alla luce del conflitto russo-ucraino e quella costante sensazione di essere su una pentola a pressione pronta a esplodere. Non è positivo, ma è stato un modo per ricominciare.

Perché nelle notte più buie cerchiamo disperatamente una luce. A volte non si trova, ma non dobbiamo mai smettere di cercarla. E il 2022 ci ha regalato una flebile fiammella di una candela. Perché il meglio non ce lo regala il calendario, ma la voglia di fare un passo avanti verso l’uscita.

Che cosa ci aspettiamo dal 2023? Beh…ditecelo voi. La lezione “Paolo Fox e l’oroscopo del 1 gennaio 2020” l’abbiamo imparata. Col ca**o che facciamo previsioni.

Francesco Inverso

Quando scrissi la prima volta un box autore avevo 24 anni, nessuno sapeva che cosa volesse dire congiunto, Jon Snow era ancora un bastardo, Daenerys un bel personaggio, Antonio Cassano un fuoriclasse e Valentino Rossi un idolo. Svariati errori dopo mi trovo a 3* anni, con qualche ruga in più, qualche energia in meno, una passione per le birre artigianali in più e una libreria colma di libri letti e work in progress.
Sbagliando si impara…a sbagliare meglio.

I 5 migliori piatti mangiati nel 2022 a Milano e dintorni

I 5 migliori piatti mangiati nel 2022 a Milano e dintorni

I 5 migliori piatti mangiati nel 2022 a Milano e dintorni

È partito il conto alla rovescia per l’anno nuovo, e con esso è arrivato il momento dei bilanci. Ecco dunque i cinque migliori piatti assaggiati nel 2022 (più uno) fra Milano e provincia.

Se il 2022 è stato un anno per certi versi poco confortante (ne abbiamo parlato qui), dal punto di vista gastronomico è stato invece particolarmente avvincente. Si sa, a noi italiani piace mangiare, è parte di ciò che siamo e di come affrontiamo la vita, per cui un motivo per riunirci davanti a un bicchiere di vino o una pizza lo troviamo sempre.

Di occasioni per uscire a mangiare un boccone ne abbiamo avute tante nel corso dell’anno, dalla pausa pranzo alla cena di compleanno passando per un aperitivo con le amiche, ma sia chiaro: non tutto quello che abbiamo mangiato valeva l’assunzione di quelle calorie. Per questo, nelle settimane che precedono l’arrivo dell’anno nuovo, è giunta l’ora di tirare le somme di quello che abbiamo mangiato e stilare un elenco dei cinque migliori piatti mangiati quest’anno.

Non vogliatecene, nonne di tutta Italia. Le vostre cotolette e paste al forno sono assolutamente imbattibili e nessuno chef tristellato potrà mai competere con l’affetto che mettete quotidianamente nelle vostre delizie. Ma a ogni nonna amorosa corrisponde un cuoco appassionato, e anche a loro occorre dare giustizia.

Attenzione: non è una classifica né un elenco esaustivo che debba necessariamente rispettare i gusti di tutti, ma una personalissima sintesi di quello che ci è piaciuto di più quest’anno fra Milano, provincia, Varesotto e Brianza. Una hit parade del nostro piacere personale.

Il tuo piatto preferito non compare in questo elenco? Segnalacelo, andremo a provarlo personalmente e chissà che non compaia nell’elenco del prossimo anno.

Il risotto con crema di piselli, harissa, rucola e limone sotto sale di Distreat (Milano, Naviglio Pavese)

Non è uno scherzo. Questi tre ingredienti insieme danno origine a un abbinamento da urlo, elegante, ma anche un po’ pop in cui il tocco orientale dell’harissa incontra la tradizione italiana degli agrumi. Un risotto estivo, fresco, grazie all’acidità del limone che si combina perfettamente con la ruvidezza della rucola e la cremosità dei piselli, in cui l’harissa fa da padrone senza però sovrastare gli altri sapori. Senza dubbio, uno dei piatti migliori assaggiati nel 2022.

Il risotto di Distreat

Il baccalà mantecato, cipolla e capperi di SPAZIO – Niko Romito (Milano, Duomo)

SPAZIO è il bistrot dello chef Niko Romito, che in Abruzzo ha guadagnato ben 3 stelle Michelin nel suo ristorante Reale di Castel di Sangro (L’Aquila). La chiave del menù è quella di scoprire i piatti del territorio in chiave gourmet, grazie anche alla creatività dei giovani cuochi della scuola di Niko Romito. In cucina, infatti, la brigata ha studiato dallo chef e propone piatti di alta cucina senza troppi fronzoli con vista sul Duomo. Sebbene l’intera carta meriti, a parer nostro, un assaggio, il piatto che più ci ha colpiti è il baccalà mantecato. Un pesce povero che da SPAZIO viene valorizzato al meglio e che sprigiona tutta la sua golosità grazie all’abbinamento con una crema di cipolla da volare via e una polvere di capperi che contrasta con la grassezza del baccalà. Provare per credere.

Il baccalà mantecato di SPAZIO

Il chorizo al vino rosso con puré di patate dolci di Posada Pop Kitchen (Vimercate, MB)

Il comfort food che tutti vorremmo poter mangiare a cucchiaiate sul divano davanti a una serie tv. Le patate dolci più cremose mai assaggiate fanno da sfondo a un chorizo sapido e gustoso, così morbido da sciogliersi in bocca. Posada Pop Kitchen è un locale di cucina messicana a Vimercate in cui si sta bene, si beve bene, ci si sente a casa. Dove il chorizo al vino rosso è solo la punta dell’iceberg di un menù curato, deciso, attento alla materia prima.

Il filetto di canguro alla liquirizia, soia e spinacino di Meat Eat (Varese, VA)

Nonostante l’apertura fresca fresca nell’aprile appena trascorso, Meat Eat si è già conquistato un posto nel nostro cuore. Non solo per il personale giovane e preparato, ma soprattutto per la qualità dei piatti proposti. La carta ruota attorno alla carne, ovviamente, e la loro specialità sono i tagli dry aged: fiorentine, costate e tomahawk frollate a secco nell’arco di 5-8 settimane per far sì che la carne ceda fino al 20% dei liquidi e risulti tenera, marmorizzata alla perfezione e con un aroma unico. Quello che ci ha particolarmente colpiti è, però, un antipasto, il filetto di canguro alla liquirizia, soia e spinacino. Il canguro è una carne morbida e ferrosa che qui viene scottata sui lati e servita con germogli di soia e croccanti foglie di spinacino irrorati da una golosissima salsa di soia e liquirizia. Chi avrebbe mai detto che carne e liquirizia fossero un abbinamento così perfetto?

Gli spaghetti tirati a mano serviti con salsa di sesamo, arachidi e pepe di Sichuan de Le Nove Scodelle (Milano, NoLo)

L’indirizzo a Milano per mangiare cucina cinese del Sichuan è, senza ombra di dubbio, Le Nove Scodelle in Piazzale Loreto. Trattoria tradizionale piccolina a cui corrisponde un menù piuttosto breve: nove piatti principali serviti in scodelle di ceramica (il 9 è il numero sacro all’imperatore), qualche antipasto e due o tre primi a diversi gradi di piccantezza, ma comunque tutti dai sapori decisi. Il nostro piatto preferito sono stati senza dubbio gli spaghetti tirati a mano: pasta di grano lunga, spessa, ben condita e cotta al punto giusto che quando la addenti ti fa dubitare delle tue origini italiane. Può la Cina offrire una pasta fresca degna delle migliori sfogline emiliane? Eccome se può.

Gli spaghetti tirati a mano de Le Nove Scodelle

 


Fuori lista: La pizza con ragù alla bolognese di Enosteria Lipen (Triuggio, MB)

Vi aspettavate cinque piatti, lo sappiamo, ma la pizza al ragù di Lipen ci è piaciuta così tanto che non potevamo escluderla da questa compilation. E non siamo solo noi a dirlo: premiata con i tre spicchi Gambero Rosso anche nell’edizione 2023 dell’omonima guida alle migliori pizzerie, la pluripremiata pizza di Corrado Scaglione compare nel 2018 nei 70 Best Restaurants with Pizzeria in the World, nella guida Pizzerie d’Italia de L’Espresso nel 2019 e nel 2020 nella classifica 50 Top Pizza. Morbida, alveolata, digeribile, con ingredienti di primissima qualità e attenzione alla tradizione, senza però tralasciare una decisa spinta all’innovazione. Il piatto della domenica in famiglia che incontra la pizza del venerdì sera con gli amici del calcetto.

La pizza al ragù di Lipen

Sì, lo sappiamo, non a tutti piace la pizza napoletana con il cornicione. Sì, lo sappiamo, abbiamo osato paragonare gli spaghetti cinesi alla pasta fresca all’uovo di Reggio Emilia. Sì, lo sappiamo, non ci credete che l’harissa si sposi da dio con la rucola. Sì, lo sappiamo, siete restii ad assaggiare il canguro. Ma a cosa serve il cibo se non a connettere, unire, identificarci, creare scompiglio?

Gaia Rossetti

Sono una gastrocuriosa e sarò un'antropologa.
Mia nonna dice che sono anche bella e intelligente, il problema è che ho un ego gigantesco. Parlo di cibo il 60% del tempo, il restante 40% lo passo a coccolare cagnetti e a far lievitare cose.
Su questi schermi mi occupo di cultura del cibo e letteratura ed esprimo solo giudizi non richiesti.

Le 5 cose che ci saremmo risparmiati nel 2022 – IVN AWARDS

Le 5 cose che ci saremmo risparmiati nel 2022 – IVN AWARDS

2022: 5 cose che ci saremmo risparmiati 

Se il 2020 ci era sembrato un anno decisamente “da dimenticare”, era solo perché ancora non sapevamo cosa ci avrebbe atteso. Come nei migliori film apocalittici, il lieto fine tanto atteso ha costituito solo il preludio di un non meno rassicurante e inaspettato prosieguo.

A ogni febbraio la sua sventura

È arrivato il momento di tirare le somme, dicembre è ormai al termine, anche per quest’anno Michael Bublé ci ha regalato la sua trita compilation di canzoni natalizie, e come ogni fine anno che si rispetti è anche il momento migliore per fare un bilancio. Peccato che il bilancio non sembra essere dei meglio riusciti. Se al termine del 2020 ci sentivamo un po’ come Will Smith sopravvissuto al contagio in Io sono leggenda, era solo perché non sapevamo ancora in quale putiferio saremmo stati catapultati. Per sommi capi, vediamo almeno cinque avvenimenti di questo 2022 che ci saremmo volentieri risparmiati e che forse preferiremmo dimenticare.

Al primo posto certo per drammaticità e portata sta lo scoppio del conflitto in Ucraina. Febbraio 2022, stessa storia, stesso posto, stesso bar, come catapultati indietro a febbraio 2020, un nuovo evento drammatico di portata mondiale si abbatte sull’Europa orientale: la Russia invade l’Ucraina. L’intervento armato, preceduto da un lungo ammassamento delle forze russe sul confine, deflagra in conflitto il 24 febbraio 2022. Parallelo e interrelato, l’indebito riconoscimento e annessione da parte della Russia della regione del Donbass (interna ai confini ucraini). Se due anni di pandemia non avevano già sufficientemente inciso sugli umori e sull’economia mondiali, comportando un drastico effetto di recessione economica, la guerra russo-ucraina ha per così dire dato il colpo di grazia.
Un secondo elemento correlato al tema “guerra”, che di questo 2022 avremmo certamente fatto a meno, è il caro energia e l’esponenziale aumento dei prezzi sui beni di prima necessità, conseguenti all’insorgere del conflitto. Già fortemente provati da quasi due anni di oscillante andamento economico, tra momenti di stasi nei periodi di lockdown e fasi di ripresa, questo rincaro dei prezzi proprio non ce lo meritavamo. Giusto un paio di dati per rendere il quadro. L’Europa dipende attualmente per il 40% dai rifornimenti di gas russo, Mosca costituisce inoltre il principale fornitore di petrolio. Se questa dipendenza energetica si è ripercossa direttamente sulla nostra quotidianità, dalla bolletta energetica ai rifornimenti di benzina, ha aggravato ancora di più i settori della produzione industriale e manifatturiera. Per non parlare dell’incremento del 9% dei prezzi del grano e cereali, prodotti di primaria necessità alimentare, oltre che fulcro e fondamento dell’alimentazione mediterranea.

La politica non ci assiste

La carrellata procede. Già destabilizzati da un clima di conflitto che sembra aprire le porte a un potenziale rischio di guerra mondiale, tra invii e rifornimenti d’armi, annessioni potenziali all’UE e minaccia dell’arma atomica, una figura pregnante della storia novecentesca decide di abbandonarci: l’8 settembre 2022 la regina Elisabetta II muore all’età di 96 anni. Una svolta storica, l’apertura di una nuova, meno florida, era. Incoronata il 2 giugno 1953, la sua figura, il suo volto rassicurante, hanno accompagnato i principali eventi della storia novecentesca. Donna pacata, ragionevole e diplomatica, da quasi un secolo perno di riferimento della storia inglese. Se è vero che sono sempre i migliori che se ne vanno, questa definizione calza a pennello per il caso specifico. In particolare se si guarda alla nuova coppia regale inglese, la cui fama già compromessa dalle discutibili vicende associate alla figura di Diana, risulta ora ulteriormente minata dal generale scontento della popolazione inglese, che poco si riconosce nei sentimenti verso il nuovo sovrano.
Come se non fosse sufficiente, guardando giusto più vicino a noi, le cose non sembrano essere andate meglio. Il 25 settembre Giorgia Meloni vince infatti le elezioni con la nomina di Presidente del Consiglio dei Ministri, formando la propria squadra di governo con un trionfo del 26%. Sembra che gli italiani abbiano perso senno e memoria. Riappare così lo spettro di una storia già vista, nella direzione di un conservatorismo che sembra affiancare a patriottismo, famiglia e “solidità” morale una retrocessione nella conquista di diritti e libertà per cui tanto si è combattuto in questi anni. Ma poi, di quali valori stiamo parlando? Cancellazione del diritto all’aborto? Annullamento della libertà di espressione (sessuale e identitaria)? Adito all’evasione fiscale nella proposta di innalzare il tetto di prelievo del contante? Sembra più che altro il ritorno a qualche bizzarra forma di dittatura sudamericana, tra latitanza e illegalità.
La somma di tutti questi eventi apre alla memoria uno squarcio sul passato, un passato che pare istruirci soltanto sul come la storia non insegni proprio nulla all’essere umano.

Non esattamente un “lieto fine”

Sulla scia dell’apparente “moda” di violare qualsiasi forma di diritto e libertà, due eventi, congiungi per drammaticità, stanno concludendo questo improbabile 2022. Lì considereremo insieme sotto il titolo di: negazione di libertà e autonomia. Da un lato le proteste in Iran in nome di un’autodeterminazione negata; dall’altro la prossima coppa del mondo in Qatar. Ma cosa si cela dietro a questi due lampanti esempi di violazione totale dei diritti umani oltre che di incapacità da parte dell’Occidente di “esportare” quella pace di cui tanto si professa messaggero? Se guardiamo ai mondiali in Qatar vediamo una nazione del tutto incurante di qualsiasi diritto, presso la quale è stato deciso nonostante la sua totale inadempienza alle convenzioni internazionali, di tenere i Mondiali di calcio. Questo porta a far riflettere sulle contraddizioni di un Occidente che, da un lato rigetta una nazione contraria al suo sistema valoriale, e dall’altro a suo modo la accetta nella disponibilità a tenervi gare sportive. Annullando completamente quel senso di inclusione e pacifico agonismo che lo sport dovrebbe veicolare. Un solo dato per rendere l’idea: risulta che oltre 6500 lavoratori immigrati siano morti durante la costruzione delle strutture adibite all’accoglimento dell’evento calcistico. Parallelamente, in Iran, si sta consumando una strage civile nel nome della rivendicazione di libertà che stanno venendo totalmente calpestate, misconosciute e contrastate con violenza e oppressione.

Dunque quale bilancio fare? Si potrebbe dire di essere passati dalla padella alla brace.
Ogni lettore trarrà le sue più o meno positive conclusioni su questo anno travagliato sebbene certamente attraversato da positivi eventi. Quello che rimane è un senso di amarezza, se avessimo potuto risparmiarci questa carrellata di notizie, certo non ne avremmo sentito la mancanza. Cosa fare dunque per evitare che si protraggano? Cosa per impedire si ripetano? Concludiamo questo 2022 con l’auspicio che l’anno a venire possa aprire spunti di riflessione, preferibilmente con qualche morbo pandemico, catastrofe naturale e guerra in meno, e un po’ più di saggezza geo-politica da parte di chi detiene il potere.

Martina Tamengo

U. Eco una volta disse che leggere, è come aver vissuto cinquemila anni, un’immortalità all’indietro di tutti i personaggi nei quali ci si è imbattuti.

Scrivere per me è restituzione, condivisione di sè e riflessione sulla realtà. Io mi chiamo Martina e sono una studentessa di Lettere Moderne.

Leggo animata dal desiderio di poter riconoscere una parte di me, in tempi e luoghi che mi sono distanti. Scrivo mossa dalla fiducia nella possibilità di condividere temi, che servano da spunto di riflessione poiché trovo nella capacità di pensiero dell’uomo, un dono inestimabile che non varrebbe la pena sprecare.