Mike Sponza: esce nelle radio il nuovo singolo “Let it Fall”

Mike Sponza: esce nelle radio il nuovo singolo “Let it Fall”

Mike Sponza: esce nelle radio il nuovo singolo “Let it Fall”

“Scelgo di ripartire discograficamente con la mia prima canzone di Natale in 30 anni di carriera: un pezzo soul scritto da Eddie Catalini, che trovo proprio nelle mie corde”.

“Let it Fall” è il singolo di Natale che porta la voce e la chitarra di Mike Sponza, in uscita in rotazione radiofonica nelle emittenti italiane e in tutti gli stores digitali, a partire da venerdì 16 dicembre. Lo spirito del Natale? Siamo sicuri di riconoscerlo in questi tempi difficili? E’ tutto luccicante? Mike Sponza con ironia e una certa dose di cinismo, nel videoclip ci mostra il lato noir di una ‘Christmas song’ brillante e vigorosa, rafforzata un coro gospel di 40 elementi, una corposa sezione fiati e la sua chitarra a punteggiare il testo profondo scritto da Eddie Catalini. Un brano soul, moderno e raffinato con forti radici nel rhythm’n’blues.

Mike Sponza dichiara: “Scelgo di ripartire discograficamente con la mia prima canzone di Natale in 30 anni di carriera: un pezzo soul scritto da Eddie Catalini, che trovo proprio nelle mie corde. E’ stato naturale entrare in questo brano dal sound così potente: ho voluto aggiungere la mia chitarra solista per sottolineare le mie radici blues in una produzione dal sound contemporaneo”.

Il videoclip di ‘Let it Fall’ è stato realizzato negli studi di registrazione Area 51 di Trieste. La piccola parentesi iniziale on the road è una costante nei video di Mike in cui traspare la sua passione per le vetture vintage: partner in crime (a là Diabolik) nel furto del brano di Natale è infatti la sua Jaguar E-Type rossa. Partecipano al video i musicisti storici della band di Mike: Moreno Buttinar, Angelo Chiocca, Roby Maffioli. Co-protagonista nel video, l’autore del brano, il songwriter italo-inglese Eddie Catalini.

L’AUTORE
Chitarrista, cantante, compositore, bandleader, Mike Sponza vanta una carriera pluridecennale e collaborazioni internazionali. Con i suoi progetti ‘Continental Shuffle’ e ‘Kakanic Blues’, è diventato uno degli esponenti di punta di quello che potremmo definire blues europeo. I suoi ultimi due album ‘Ergo Sum’ e ‘Made In The Sixties’, prodotti agli Abbey Road Studios di Londra lo confermano prolifico autore e raffinato artista del ‘contemporary blues’.

Idee regalo per disperati

Idee regalo per disperati

Idee regalo per disperati

È il 20 dicembre e sei qui a consultare articoli che suggeriscono idee regalo dell’ultimo minuto e ti definiscono ‘disperato’. Che tu lo sia davvero?

Fino ad oggi ti sei sicuramente impegnato a ignorare il proverbio “non rimandare a domani ciò che invece puoi fare oggi”. Oppure non hai afferrato le redini della ‘questione regali’ perché autoconvinto di voler aspettare l’ispirazione per il regalo perfetto. Ti sarai lasciato sedurre troppe volte dall’accoppiata Netflix-divano o, ancora, potresti essere uno dei pochi fortunati che è riuscito a persuadere amici e parenti con il comodo motto “è il pensiero che conta”. Ma tranquillo, non vogliamo addossarti ulteriori pressioni accusandoti di negligenza. Ti trovi nel regno felice dei posticipatori cronici e siamo qui per risolvere i nostri problemi insieme.

Nell’articolo Stai impazzendo alla ricerca dei regali di Natale? abbiamo spiegato da dove nasce la ‘piaga’ dello scambio dei doni. La colpa è degli antichi romani e della festività dei Saturnalia: una settimana di gioia e condivisione ma anche di sfarzo, sperperi e materialità insistita. Come accade spesso nel nostro paese, ci ritroviamo avviluppati entro le nostre stesse tradizioni ma, consapevoli di questo assioma, è ora il momento di venirne a capo.

Filosofia del regalo perfetto

Fare un regalo perfetto, soddisfando i gusti e le aspettative del destinatario, non è di certo impresa facile. L’acquisto di un dono, o la sua creazione per i più estrosi, è sempre preceduto da un momento preliminare fondamentale: l’introspezione. In questa fase imprescindibile ognuno tenta di tirare fuori il piccolo Babbo Natale che c’è in lui, interrogandosi su chi sia il ricevente, che desideri abbia e che rapporto ci lega a lui. Perciò il ‘fare i regali’ non coincide solo con il momento dell’acquisto, ma è un lungo studio psicologico dei bisogni e necessità dell’uomo. È un processo in divenire e se ‘il divenire è sostanza dell’Essere’, citando Eraclito, allora, per la proprietà commutativa, il regalo è l’essere. Ok forse stiamo avviando una speculazione sproporzionata rispetto al focus dell’articolo o stiamo nuovamente tentando di rimandare il momento della scelta dei doni. In realtà è tutto tempo investito per te. Illustrandoti la filosofia del regalo perfetto, c’è qualche chance che tu possa avere un’ispirazione autonoma, senza dover convivere con il senso di incapacità che deriva dall’aver scopiazzato idee regalo in giro sul web.

Fare un regalo non è necessariamente scegliere un prodotto oggettivamente bello, appetibile o prezioso, ma è dedicare tempo alla persona amata, condurre una ricerca per renderla felice. Inoltre, ciò che conferisce maggior valore a un regalo è la capacità di contestualizzarlo, caricarlo di valenza affettiva inserendolo in un contesto che rimandi a un episodio di vita vissuto con il ricevente o  che si addica alle sue sfumature caratteriali. Altrimenti, riprendendo Platone, possiamo sempre ripiegare su ‘è l’idea che conta’ poiché, per il filosofo, ogni cosa è imperfetta al confronto dell’idea e dunque non ci sarà mai nessun regalo materiale all’altezza dell’idea stessa di regalo.

Idee regalo (PER DAVVERO)

Eccoci approdati alla parte più succulenta di questo articolo, quella in cui ti proponiamo vere e proprie idee regalo originali, intersex e potenzialmente adatte a tutti.

  1. Cominciamo dalle esperienze di coppia. Chiunque avrà regalato o ricevuto almeno una volta nella propria vita un viaggio, un buono per le terme o pacchetti di esperienze visti e rivisti. Sapevi invece che esistono nuovissime suite in alta quota? Facendo un esempio, presso la località lombarda di Chiesa in Val Malenco, un gatto delle nevi è stato reinventato e trasformato in suite per romantiche fughe d’amore tra i boschi. In tutt’Italia ci sono, inoltre, numerose proposte di glamping, una forma di campeggio più confortevole e adatta ai più schizzinosi. E invece perché non regalare alla tua dolce metà un’esperienza di degustazione vini in una cantina vinicola in Piemonte o Toscana? Perché si sa, il vino è sempre la scelta migliore. E se è astemio/a? Potresti saggiamente valutare di trascorrere l’ultimo Natale al suo fianco.
  2. Vuoi altri consigli per risparmiarti ore di fila nei centri commerciali? Puoi acquistare direttamente da Amazon interi kit low cost per coltivare hobby creativi di ogni tipo: dalla pittura ai puzzle, dalla mixologia al ricamo e tanto altro.
  3. È Natale, potresti pensare di fare del bene acquistando articoli sostenibili che derivino da materiali di riciclo, supportare una causa benefica o l’artigianato italiano o, ancora, adottare a distanza cani o gatti bisognosi in rifugi, canili e gattili. Sapevi che puoi perfino adottare a distanza una mucca? Potrai assegnarle un nome, ricevere a casa i prodotti caseari e anche recarti personalmente a trovarla in malga.
  4. Cerchi, invece, un regalo simbolico per qualche amico o affetto a cui sei fortemente legato? Potresti pensare di regalare un ‘Marimo’, un’alga giapponese di cui prendersi cura, simbolo di unione per la dolce mitologia che porta con sé.
  5. Oppure mi stai chiedendo un regalo per un uomo distinto e sofisticato? Puoi regalare dei gemelli, ne esistono di tutte le tipologie e forme.
  6. Perché, invece, non riempire di perline o pagliuzze una scatola e inserirvi diversi regali spiritosi?
  7. L’ultimo suggerimento generoso che vi doniamo rappresenta un regalo molto richiesto da ogni buon ipocrita che si rispetti. Quanti, anche quest’anno, ti avranno detto di ‘non volere niente’ mentendo anche a se stessi? Accontentali regalandogli proprio un bel ‘niente’ (vedi immagine sopra).

Se siamo riusciti a risolvere i tuoi dilemmi natalizi o perlomeno a strapparti una risata, ricondividi l’articolo con altri disperati come te!

Matilde Vitale

Mi chiamo Matilde e sono una laureata in Lettere moderne. Nella scrittura ho trovato la simbiosi perfetta tra le tre ‘c’ che regolano e orientano la mia vita: conoscere, creare e criticare. Sono tre c impegnative e dinamiche, proprio come la mia mente e personalità che corrono sempre troppo veloci. Se ti interessa scoprire qualcosa di me o di ciò che scrivo non ti resta che iniziare a leggere, buona lettura!

Innovazione e tradizione: i dolci di Natale dei World Chocolate Masters

Innovazione e tradizione: i dolci di Natale dei World Chocolate Masters

Innovazione e tradizione: i dolci di Natale dei World Chocolate Masters

In vista della sfida finale del World Chocolate Masters il 2 febbraio 2022, i giovani pasticceri italiani in gara presentano i loro dolci di Natale

Ogni anno le maggiori testate della Penisola si interrogano su quali siano i migliori panettoni dell’anno e stilano una classifica per guidare i consumatori nell’acquisto del dolce più congeniale ai loro gusti. Perché, a prescindere dalle varie forme sotto cui si può manifestare lo spirito natalizio –regali, amici, famiglia, tradizione –, c’è un solo modo che mette d’accordo tutti: i dolci.

La preparazione dei grandi lievitati durante il periodo natalizio ha una fortissima valenza simbolica e culturale, un momento di condivisione e appartenenza a una determinata tradizione. Panettone, pandoro, ma soprattutto torrone e cioccolato, una delle massime espressioni di amore (e di golosità): è sul cioccolato infatti che vertono i dolci natalizi presentati dai finalisti italiani del World Chocolate Masters, con i quali hanno deciso di raccontare il loro Natale.

Si parte dalla tradizione: il sorrentino Antonino Maresca ha scelto di reinterpretare il panettone, un classico simbolo natalizio ma nella sua versione “Azteca”, che prevede l’unione di tre cioccolati che hanno come comune denominatore la pianta del cacao, le cui origini si rifanno ad alcune leggende delle popolazioni precolombiane da cui prende il nome.

Il Panettone “Azteca” di Antonino Maresca

Similmente, il pasticcere lombardo Stefano Bernardi ha presentato il suo Panettone al Cioccolato Fondente. Una ricetta classica sì, ma sempre golosa e mai banale.

Il Panettone al Cioccolato Fondente di Stefano Bernardi

Non solo panettone però, perché il veneto Attilio Rebeccani dipinge il suo Natale attraverso il Tronchetto Santa Claus, realizzato con una mousse al cioccolato al latte. Il tronchetto, come si evince dal nome, ha la forma di un Babbo Natale e viene sistemato sopra alcune decorazioni natalizie per completare il quadro.

Il tronchetto Santa Claus di Attilio Rebeccani

L’amore che il Natale porta con sé è rappresentato dal campione italiano di pasticceria e gelateria Diego Mascia, di origini piemontesi, attraverso la sua “Torta Amore” a base di cioccolato fondente e lime arricchita con una gelatina ai frutti di bosco assemblata su vari livelli.

La Torta Amore di Diego Mascia

Filippo Valsecchi, il lombardo vincitore di numerose competizioni a livello globale, sceglie un dolce più piccolo, ma indimenticabile per la riuscita di u buon pranzo di Natale: la sua Pralina XMas. Si tratta di un bon bon che sintetizza tutti i profumi e i sapori associati al Natale, carica di vaniglia e zenzero per scaldare gli animi – e i cuori.

La Pralina XMas di Filippo Valsecchi

Lo chef argentino naturalizzato italiano Matiaz Ortiz realizza con la sua La Foyer Christmas Cake una perfetta ricostruzione di un albero di Natale addobbato e composto interamente da un mix di cioccolato fondente e cioccolato al latte.

Ultima, ma non per importanza, la pasticcera bresciana Anna Gerasi ha deciso di rappresentare lo spirito delle feste con una Torta al Cioccolato innovativa, che unisce una mousse equatoriale alla crema inglese e un fondo croccante di nocciola.

 

La tradizione, dunque, ancora una volta si scontra con l’innovazione, con una ricerca creativa precisa al grammo. E ancora l’innovazione sarà al centro della sfida che il 2 febbraio 2022 vedrà questi giovani pasticceri concorrere a Pollenzo per la finale italiana del World Chocolate Masters. Il tema della competizione sarà il “Domani” e tutti i cambiamenti che comporta.

La missione alla base di questo progetto è stimolare gli chef ad avvicinarsi alla scienza, alla tecnologia e al design, raccontando la pasticceria in una chiave nuova, sulla base di una costante innovazione e ricerca.

Il pandoro: storia di un brevetto, di fallimento e di rinascita

Il pandoro: storia di un brevetto, di fallimento e di rinascita

Il pandoro: storia di un brevetto, di fallimento e di rinascita

La certezza è una sola: il pandoro è nato a Verona. Eppure ci sono moltissime leggende riguardo la preparazione dolciaria che avrebbe ispirato Domenico Melegatti, colui che nel 1894 depositò il brevetto.

Alcuni sostengono che il dolce derivi dall’antico Pan di Vienna, una ricetta austriaca dei tempi dell’Impero Asburgico a sua volta ispirata alle brioche francesi. Ma le caratteristiche che accomunano il pandoro alla brioche francese hanno origini ancora più lontane: nei suoi scritti, Plinio il Vecchio cita un panettiere di nome Vergilius Stefanus Senex e il suo panis con farina, burro e olio.

Un’altra versione della storia sostiene invece che il pandoro sia un lontano parente del Pan de Oro, un dolce veneziano ricoperto da sottili foglie d’oro zecchino servito sulle tavole dell’alta nobiltà. Più probabile è, per somiglianza nell’aspetto e nel sapore, che il pandoro derivi dal Nadalin veronese, un dolce costituito da un tronco a stella con otto punte, non troppo alto e ricoperto da una leggera glassa che le famiglie prepararono per la prima volta nel 1260, per festeggiare il primo Natale sotto la signoria dei Della Scala.

Il pandoro moderno, come racconta la stessa famiglia Melegatti, nasce ufficialmente il 14 ottobre 1894, quando il celebre pasticcere veronese Domenico Melegatti ottiene il brevetto per la sua nuova creazione. Secondo la leggenda che aleggia intorno a questo dato storico, un garzone di bottega, addentando quel dolce morbido e burroso illuminato da un raggio di sole, avrebbe esclamato: “L’è proprio un pan de oro!”. E il nome per il dolce di Natale era stato scelto.

Il brevetto del pandoro Melegatti

Domenico Melegatti era un pasticcere molto noto a Verona, soprattutto per le sue sperimentazioni in cucina. Un’antica tradizione prevedeva che le donne veronesi si riunissero, la notte della Vigilia, per impastare il levà, un dolce fatto con farina, latte e lievito. Proprio dall’idea di trasformare quel dolce casereccio in qualcosa di godurioso, arricchendolo di uova e burro, nasce il pandoro.

All’inizio del Novecento, i medici consigliavano il pandoro ai convalescenti e alle donne in dolce attesa, ma negli anni Cinquanta diventa un dolce di ampio consumo e Melegatti inaugura il primo stabilimento industriale. Negli anni Settanta il dolce entra nei supermercati, e così inizia l’ascesa di un dolce che diventerà un vero e proprio must have sulle tavole natalizie.

Ma il periodo felice del pandoro Melegatti non era destinato a durare in eterno, e nel giro di una trentina d’anni l’azienda entra in crisi. Si fa risalire l’inizio di questo periodo nero al 2005, quando morì Salvatore Ronca, presidente molto amato dalla società. In realtà il business dei dolci natalizi, essendo richiesti solamente per un determinato periodo dell’anno, era in crisi già da tempo, e i vari competitor dell’azienda veronese si erano già attrezzati per restare attivi sul mercato tutto l’anno, grazie alla produzione di prodotti come brioche e biscotti. Melegatti è rimasta indietro, inaugurando il suo nuovo impianto per i croissant solo nel 2017. Proprio nell’agosto dello stesso anno la situazione precipita: la produzione si ferma, gli stipendi restano non pagati e i sindacati dichiarano lo stato di crisi. I dipendenti finiscono in cassa integrazione a zero ore e il debito sfiora i 30 milioni di euro. E si parla di fallimento.

Nel Natale del 2018, Melegatti torna a sorridere. Come una fenice, l’azienda dolciaria rinasce dalle proprie ceneri e torna a sfornare i suoi mitici pandori. I primi dolci di questa “seconda vita” sono stati prodotti da terzisti in altri stabilimenti, ma la nuova proprietà è riuscita a riportare i suoi pandori in alcune catene della grande distribuzione, dove fedeli compratori provenienti da tutto il Veneto si sono lanciati nell’acquisto.

Se Melegatti è sopravvissuta, il merito va a due personaggi conosciuti ora come gli “angeli del lievito”, Matteo Peraro e Davide Stoppazzoni, due dipendenti che anche durante la chiusura dello stabilimento, senza percepire stipendio o rimborsi, hanno continuato a nutrire il lievito madre. E si sa, in questo periodo in cui la panificazione è diventata di casa grazie alla quarantena e alla corsa al lievito, che il lievito madre deve essere coltivato quotidianamente e rinfrescato periodicamente. Neanche fosse un figlio.

Sono passati molti anni ormai da quel lontano 1894, quando Domenico Melegatti ha realizzato il sogno di ogni bambino proponendo un’alternativa delicata ma altrettanto golosa al sapore più impegnativo del panettone, che già da decenni troneggiava sulle tavole natalizie meneghine. E oggi, la domanda rimane una soltanto: panettone o pandoro?

Gaia Rossetti

Sono una gastrocuriosa e sarò un'antropologa.
Mia nonna dice che sono anche bella e intelligente, il problema è che ho un ego gigantesco. Parlo di cibo il 60% del tempo, il restante 40% lo passo a coccolare cagnetti e a far lievitare cose.
Su questi schermi mi occupo di cultura del cibo e letteratura ed esprimo solo giudizi non richiesti.

Stai impazzendo alla ricerca dei regali di Natale? Colpa dei Saturnalia romani!

Stai impazzendo alla ricerca dei regali di Natale? Colpa dei Saturnalia romani!

Stai impazzendo alla ricerca dei regali di Natale? Colpa dei Saturnalia romani!

La tradizione dello scambio dei doni ha origini antichissime: coincide con il 17 dicembre 497 a.C., nascita della festività romana dei Saturnalia.

È arrivato dicembre, il mese del freddo, delle luci, degli alberi di Natale, dei panettoni e soprattutto della folle corsa alla ricerca dei regali. Essere colti impreparati il 25 dicembre è il timore di ognuno, per questo, nelle settimane precedenti al Natale, fiumi di persone si riversano nei centri commerciali e nelle vie cittadine dello shopping per rifornirsi di doni con cui sorprendere i propri affetti. Ma da dove nasce questa amata, e odiata, tradizione?

Tutto ha origine il 17 dicembre del 497 a.C. quando a Roma viene predisposta una sfarzosa celebrazione in onore del dio Saturno, l’equivalente del dio greco Crono. Da quella data, tutti gli anni, dal giorno 17 al 23 dello stesso mese veniva celebrata la festività romana dei Saturnalia. La festa intendeva ricordare la cacciata dal cielo di Saturno il quale, insediatosi poi in territorio italico, avrebbe governato durante l’Età dell’Oro. 

È così che durante i sette giorni di festeggiamenti i romani cercavano di riprodurre l’agio e la prosperità di quegli anni creando un’atmosfera di gioia e divertimento con banchetti, riti ed eventi fastosi. Inoltre in questa settimana gli ordini sociali venivano invertiti. Gli schiavi rivestivano il ruolo dei nobili padroni vessandoli e vivevano alla maniera dei ricchi mangiando a dismisura e alzando il gomito. Ma non è di certo finita qua. I Saturnalia hanno anche molto a che vedere con il Carnevale. Infatti era previsto un ‘dress code’ tutto romano: i servi indossavano il copricapo frigio della liberazione e tutti gli altri la synthesis, una veste divertente e colorata degna delle sfilate della Milano Fashion Week.

Come per il Natale cristiano, anche quest’usanza pagana vestiva la città di fiaccole, ghirlande, nastri e addobbi. Èd è inquesto clima di leggerezza e letizia che nasce la tradizione dello scambio dei doni giunta fino ai giorni nostri. I romani si donavano l’un l’altro le cosiddette ‘strenne’ cioè piccoli regali, come vesti, statuette, candele, noci e datteri, accompagnati dall’augurio ‘Ego Saturnalia’, abbreviazione di ‘ego tibi optimis Saturnalia auspico’. Donare e ricevere questi presenti era simbolo di buon auspicio, ancora di più se si donavano i tre simboli di questa festività: il mirto, l’edera e il lauro, sacri rispettivamente a Venere, Bacco e Apollo.

Tuttavia i romani non hanno introdotto solo questo costume ma hanno ben pensato di inventare anche quello dei bigliettini di auguri. Infatti, come per i regali, anche i bigliettini da accompagnare ai doni ci causano non pochi pensieri. Che cosa scrivere? Limitarsi ad uno scialbo ‘Buon Natale’ o ‘Auguri’? No, forse potremmo prendere ispirazione da Marziale che, con i suoi epigrammi, si è dimostrato un maestro in questo.

Marziale, poeta latino del I secolo d.C., dedicò tutta la sua vita a comporre epigrammi, genere considerato ‘minore’ all’epoca. Gli epigrammi erano in origine epigrafi funebri commemorative ma Marziale seppe sfruttarne la versatilità e brevità realizzando epigrammi d’occasione, comici, autobiografici e satirici.

Gli epigrammi di Marziale che dovevano accompagnare i regali nella festività dei Saturnalia sono contenuti nelle raccolte degli Xenia (doni per gli ospiti) e degli Apophoreta (doni da portar via).

I bigliettini pensati dall’Autore suonavano scherzosi ma anche geniali e accattivanti. Spesso era il regalo stesso a parlare, come nel caso di uno scaffale per libri “Se non mi dai libri scelti, lascerò entrare le tarme e i feroci scarafaggi” o di un dentifricio “Che cosa hai da fare con me? Che mi usi una fanciulla: non è mia abitudine pulire denti finti”.

E adesso che sai perché ogni Natale coccoli amici e parenti con bigliettini di auguri e regali, affrettati a comprare gli ultimi e festeggia i tuoi Saturnalia!

Matilde Vitale

Mi chiamo Matilde e sono una laureata in Lettere moderne. Nella scrittura ho trovato la simbiosi perfetta tra le tre ‘c’ che regolano e orientano la mia vita: conoscere, creare e criticare. Sono tre c impegnative e dinamiche, proprio come la mia mente e personalità che corrono sempre troppo veloci. Se ti interessa scoprire qualcosa di me o di ciò che scrivo non ti resta che iniziare a leggere, buona lettura!